Re: Post interessante... sicuramente lo condividete

From: Tommaso Russo, Trieste <trusso_at_tin.it>
Date: Fri, 14 Nov 2008 00:59:18 +0100

Astromarco ha scritto:
> http://www.bivacco.net/marco/index.php/2008/11/12/le-ragioni-della-ricerca-inutile/
> Cosa ne pensate?

Del post cui sto rispondendo, inviato identico a due NG separatamente
anziche' in xpost con followup su uno solo dei due? :-) Fai malissimo.

Del post su bivacco? Tutto il bene possibile.

La "ricerca applicata" non esiste. Esiste il trasferimento tecnologico,
che, fra i risultati della ricerca, ricerca quelli suscettibili di
applicazioni industriali; e la sperimentazione tecnologica, che ha
qualche affinita' con l'attivita' di ricerca (perche' include
esperimenti controllati e misure). Possono anche essere condotte persone
che, in tempi diversi, svolgono attivita' di vera ricerca. Ma non solo
lo scopo di quest'ultima e' diverso (conoscenza, non prodotti e
servizi); anche i tempi caratteristici sono talmente diversi che
l'interazione assomiglia a quella degli alberi con gli insetti.

Il trasferimento tecnologico ha tempi caratteristici di 3, 5, massimo
una decina d'anni. Agisce sul breve e sul medio termine, i tempi di
remunerazione di capitali investiti.

Ma guai se la ricerca viene instradata sui bisogni dell' industria!
I tempi della ricerca sono questi:

"Ipparco, ... scopri' una nuova stella apparsa in quel tempo. A causa
del movimento di questa nel giorno della sua comparsa, comincio' a
chiedersi se la stessa cosa non potrebbe ripetersi parecchie volte e se
le stelle considerate fisse non potrebbero anch'esse nuoversi. Egli fece
qualcosa che sarebbe stato audace anche per un dio: conto' le stelle e
le costellazioni *per le generazioni future* e diede a ciascuna di loro
un nome. A tal fine escogito' degli strumenti per mezzo dei quali pote'
assegnare ad ogni stella una posizione e un nome. Cio' ebbe per
risultato che e' facile distinguere, non soltanto se le stelle stiano
nascendo o morendo, ma anche se esse si muovano dalle loro posizioni, e
se la loro luce aumenti o diminuisca. Egi lascio' i cieli in eredita' a
tutti coloro che possono desiderare di prenderne possesso."
Plinio, Storia naturale, II, XXIV, 95 (scritto 150-200 anni dopo Ipparco).

Idem Hipparchus numquam satis laudatus, ut quo nemo magis adprobaverit
cognationem cum homine siderum animasque nostras partem esse caeli,
novam stellam et aliam in aevo suo genitam deprehendit eiusque motu, qua
fulsit, ad dubitationem est adductus, anne hoc saepius fieret
moverenturque et eae, quas putamus adfixas, ideoque ausus rem etiam deo
inprobam, *adnumerare posteris* stellas ac sidera ad nomen expungere
organis excogitatis, per quae singularum loca atque magnitudines
signaret, ut facile discerni posset ex eo non modo an obirent ac
nascerentur, sed an omnino aliquae transirent moverenturque, item an
crescerent minuerenturque, caelo in hereditate cunctis relicto, si
quisquam, qui cretionem eam caperet, inventus esset.

--
TRu-TS
Received on Fri Nov 14 2008 - 00:59:18 CET

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