luh ha scritto:
> Aleph wrote:
> > La fai troppo semplice.
> e' semplice.
Mi sa che conosci poco la storia degli specchi ustori.
> intanto non stai al nord, stai a siracusa, 40 gradi quando stai fresco.
E cosa c'entra il clima del luogo?
Vuoi dire che al momento del preteso intervento degli specchi ustori non
c'erano le nuvole?
Questo lo davo per scontato.
> 30 specchi possono focalizzare abbastanza da scaldare parecchio la zona
> colpita ... poi ovvio dipende dal materiale e dalla presenza di
> eventuali acceleratori
Sembrerebbe che tu conosca poco la storia degli specchi ustori.
Tanto per cominciare le fonti parlano di navi bruciate a una distanza
raggiungibile da una freccia lanciata con un arco, quindi di almeno
150-200 metri.
Ma anche fossero stati solamente 100 metri ti voglio proprio vedere a
concentrare con degli specchi piani di piccole dimensioni l'energia
sufficiente a causare l'ignizione (rapida e distruttiva) di una nave.
> > Prova a bruciare un foglio di carta, anche a distanza di pochi centimetri,
> > con uno o più specchi piani e vedrai che non ti riesce: gli specchi piani
> > non focalizzano i raggi incidenti, ma li riflettono e basta.
> ahem ... mi sa che ti devi riguardare un po' di cose ... un array di
> specchi piani come risultato finale focalizza eccome ...
A breve distanza, non certo a 100 o 200 metri di distanza.
> > Figurarsi poi l'effetto su vele di navi a distanza di 50-100 metri.
> ecco, gia' questo e' un puntamento non banale, pero' possibile
Non � possibile e infatti nessuno � mai riuscito sinora nell'intento di
riprodurre in maniera realistica la pretesa arma solare di Archimede.
> > Per ottenere l'effetto desiderato i raggi solari devono essere concentrati
> > e necessitano quindi dell'azione di specchi o lenti convergenti.
> i 30 specchi iniziali nonostante piani alla fine moltiplicano per 30 la
> radiazione nell'area di collimazione ... non a caso si usano anche nelle
> centrali termiche solari ;-)
Le centrali termiche solari sono composte da centinaia di specchi, che
puntano su un fuoco relativamente vicino e inoltre gli specchi degli
eliostati non sono piani ma leggermente concavi
http://www.aeit.it/archivio/INVERNIZZI%20BRIGNOLI%20%20Solare%20Termodinamico.pdf
anche la tecnologia SEGS utilizza specchi parabolici come concentratori
http://www.ambientediritto.it/dottrina/Politiche%20energetiche%20ambientali/politiche%20e.a/specchi_archimede_grimaldi.HTM#1.
leggi anche, in altro a destra, l'estratto dall'epitome del bizantino
Zonaras che narra, in maniera magica direi, l'evento del bruciamento delle
navi romane alla fonda: non v'� alcun riferimento a una molteplicit� di
specchi ma a un unico specchio "piatto e sottile".
> allora non c'e' problema, per dare un leggero profilo parabolico basta
> ruotare (a velocita' costante) la piattaforma su cui si raffredda la
> lastra di vetro ... o usare il solito sistema della lastra contro
> lastra, livello tecnico di bassissima manovalanza.
Secondo te all'epoca di Archimede erano in grado di padroneggiare il vetro
fuso per foggiare specchi parabolici?
Oltretutto per ottenere un fuoco a 100 metri di distanza avrebbero dovuto
avere una precisione millimetrica nella lavorazione del vetro.
E poi se � vero che il vetro � stato prodotto a partire da qualche
millennio fa, gli specchi a vetro sono molto pi� tardi.
> boh, sarebbe da rifare l'esperimento e vedere che succede, tu comunque
> prova a immaginare un esercito armato di specchi ... al tempo la
> manodopera non mancava :-)
In uno dei post di questo thread trovi il link al resoconto di un
tentativo di ignizione di una sagoma in legno, abbastanza fallimentare
IMHO, eseguito in un'Universit� americana, con numerose decine (120 mi
pare) di specchi piani fissi, di medie dimensioni e disposti a semicerchio.
Nota che la sagoma era ad appena 30 metri di distanza.
Saluti,
Aleph
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Received on Fri Nov 14 2008 - 15:50:44 CET