Re: Comportamento quantistico e senso comune
Elio Fabri ha scritto:
> Ivan ha scritto:
>> Il significato delle parole � indeterminato, ovvero sfumato. Esiste
>> sempre un'incertezza nella definizione. Non servono le spiegazioni dei
>> vocabolari, perch� esse ( le definizioni ) non sono altro che altre
>> serie di parole, la cui indeterminazione complessiva pu� essere
>> superiore alla particella elementare ( del linguaggio ) stessa.
> Senti, io non sono un linguista,
nemmeno io, ma spero che non sia un parametro essenziale
> ma mi permetto di non essere d'accordo.
su cosa ? Sul fatto che ogni spiegazione di un termine non
possa che ricorrere ad altri termini ? O pensi che esistano
termini primitivi autoreferenziali e, come dire, cablati
preventivamente nel cervello con funzione "disambiguante" su
quelli da essi derivati ?
> Ci sarebbe da capire in primo luogo a che servono allora i vocabolari...
beh, servono, ma non usano dimostrazioni deduttive tramite
cui da termini-base (postulati) ricavino il senso di quelli
derivati come teoremi. I dizionari usano la stessa logica
fuzzy-associativa del nostro cervello.
Gi� da bambini formiamo il significato, nel senso di
rappresentazione mentale di una parola, per
prossimit�/similitudine di contesti in cui la ritroviamo,
cercando di astrarre qualcosa di comune (grossomodo direi
che si cerca di adottare due strategie quasi antitetiche, in
primis si cerca di fare un unione logica, tentando di non
fare nessun "miss" di significati possibili, poi, aumentando
la casistica esaminata, si cerca di fare un'intersezione
logica, una sorta di astrazione. Penso che non si possa
attuare da sola nessuna delle due strategie, un po' come si
fa con Google quando si usa OR nel tentativo di non perdere
risultati potenziali, ma anche AND per filtrare il poco che
si sa di inappropriato e interferente).
La mia immagine del dizionario mentale di ciascuno ... mia
nel senso che non so se appartenga ad altri, non � un
dichiarazione di paternit� :-)
� quella di un qualcosa che assume un senso solo collettivo,
nelle relazioni tra le parti (di similitudine, di
derivazione, di generalizzazione o restrizione etc etc), e
dove le singole parti avulse dalle relazioni tra termini non
possano avere nessun significato compiuto.
Forse si pu� fare l'eccezione di alcuni concetti, magari
sfumati, che si acquisiscono da veramente piccoli (self,
mamma, pap�, casa, mangiare etc) ... chiaro che in questi
casi la categoria mentale si forma prima e a prescindere
dalla parola, il concetto � gi� presente nella rete di
collegamenti nascente, e l'atto di associarci un termine di
etichetta � un fatto formale.
Diverso invece � acquisire il significato di concetti
astratti o non oggetto di esperienza sensoriale diretta, per
cui la penso come prima.
LA cosa che mi impressiona � che partendo da premesse che
sembrano suggerire l'ambiguit� intrinseca, in effetti la
stessa pu� essere tenuta sotto controllo ... Forse il
segreto � proprio nelle regole di funzionamento mentale che
portano alla costruzione della rete di relazioni tra
significati, che evidentemente � grossomodo costante e
hard-wired nelle nostre teste. A quel punto il linguaggio
non � che un'eco di tale sintassi di base
> Ma non mi voglio immergere in questa discussione.
spero che non mi cassino per esserci entrato io un po' a
gamba tesa, dopo avere candidamente ammesso di non essere un
linguista.
I problemi linguistici di questo genere un po' mi
affascinano, mi piace cercare di capire come si imparano le
cose, o perch� non si imparano altre volte (forse perch� ho
un po' di handicap nella comprensione dei linguaggi orali).
Non c'entra niente ... ma una frase mi colp� molto : non si
insegna a parlare, non si pu� insegnare a parlare, si impara
a parlare (ascoltando, guardando e rielaborando gli input
fino a dare una qualche forma coerente alle relazioni tra i
suoni). E pare si impari in questo modo essenzialmente solo
da piccoli, e che qualche parte del cervello si specializzi
a seconda della lingua che viene imparata in quella fase.
CUT
>
>> Di pi�: potrei essere invogliato ad indagare sul formalismo simbolico
>> usato per descrivere il comportamento del benedetto fotone, per
>> tentare un applicazione alla teoria del linguaggio, etc.
> Mah... Queste sono proprio le cose che m'indispongono.
> E non aggiungo altro.
in effetti quella frase non l'ho proprio capita nemmeno io
CUT
ciao
Soviet_Mario
Received on Wed Oct 22 2008 - 00:38:30 CEST
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