Re: Aberrazione stellare e light speed

From: Bruno Cocciaro <b.cocciaro_at_comeg.it>
Date: Fri, 11 May 2018 18:57:55 +0200

"Pangloss" ha scritto nel messaggio
news:slrnpeo6a3.2f9.proietti_at_pc2014.ica-net.it...

[it.scienza.fisica 02 May 2018] Bruno Cocciaro ha scritto:
> Seguendo questo thread avevo gia' letto il tuo recente pdf "Aberrazione"
> (2018).
> Secondo la RR tradizionale la relazione tra la velocita' u di una
> particella e la "tua" Velocita' U e' ovviamente U = gamma(u)*u
> (dilatazione del tempo). Tenendo conto di cio' si vede facilmente che la
> (1) del tuo pdf concorda con la RR classica e che dalla (1) si puo' trarre
> una formula vettoriale generale per il fenomeno dell'aberrazione analoga a
> quella tradizionale.

Si' certo. Deve concordare perche' la (1) del mio pdf *e'* RR classica. Si
basa sui postulati della RR.
Come noti sopra, le trasformazioni che riporto si possono ottenere
facilmente da quelle usuali semplicemente esprimendo gli enti convenzionali
(dt, gamma, beta) in termini degli enti non convenzionali (dx, dtau,
V=dx/dtau, B=V/c) cioe' scrivendo dt=sqrt[dx^2+(c*dtau)^2],
gamma=Sqrt[B^2+1], beta=B/Sqrt[B^2+1]. Perņ la dimostrazione non avrei
potuto farla in quel modo perche' mi sarei cosi' prestato alla critica che
Elio Fabri fa nel post del 28/4 nel thread "orologi che rallentano" ("chi si
mette a lavorare su sincronizzazioni arbitrarie sembra non possa fare a meno
di partire da quella standard").

> In sostanza a tuo parere il fenomeno dell'aberrazione astronomica non
> fornirebbe informazioni sulla velocita' della luce one-way, essendo
> spiegabile con le trasformazioni di Lorentz convenzionaliste, che tu
> dimostri nei tuoi pdf "Trasformazioni di Lorentz", prima in
> configurazione standard (2010) ed ora in forma vettoriale (2018). Ho
> capito bene?

Certo. E questo non soltanto a mio parere. A parere di tutti i sostenitori
delle tesi convenzionaliste. Non so come altri autori hanno affrontato la
questione ma quella data da me (cioe' descrivere il fenomeno senza fare uso
di alcuna sincronizzazione) direi che sia sufficiente.

Inoltre, scusami per il puntiglio, e capisco che l'uso delle parole viene
fatto spesso "per capirsi", ma, le trasformazioni di Lorentz
"convenzionaliste", io le chiamo semplicemente trasformazioni Lorentz
perche' hanno lo stesso identico contenuto fisico (si basano sugli stessi
postulati) di quelle che tutti chiamano, semplicemente, trasformazioni di
Lorentz.

> Non ho ancora letto la nuova trattazione, che comunque segue la falsariga
> della precedente (che mi era parsa formalmente corretta). Ho notato che
> espliciti un nuovo postulato (di uniformita') e qui vai a toccare un
> aspetto delicato delle varie dimostrazioni delle trasformazioni di
> Lorentz, sulle cui basi assiomatiche riscontro ovunque molta
> superficialita'.

In realta' il postulato di uniformita' c'era anche nella vecchia versione,
mi serviva per dimostrare quello che in Lorentz.pdf nuova versione chiamo
teorema 1. Nella vecchia versione sottolineavo che quel postulato e'
comunque necessario in RR ed e' alla base del fatto che le trasformazioni di
Lorentz (nella formulazione usuale) risultano lineari. Tu lo assumi in
http://pangloss.ilbello.com/Fisica/Relativita/RR.pdf dicendo che "Un moto
rettilineo uniforme in un riferimento inerziale inerziale K deve apparire
tale anche nell'altro riferimento K'"

Relativamente alle basi assiomatiche della RR io avrei una visione non
saprei dire quanto diffusa. Per me i postulati, ove possibile (io spererei
sempre), andrebbero espressi in "forma fisica", nel senso che, per ogni
postulato, dovrebbero essere chiari gli esperimenti che potrebbero
convalidarlo o falsificarlo. Nei lavori di Einstein a me pare di trovare
questa "forma fisica".

> Sul mio sito http://pangloss.ilbello.com c'e' una preview di RR nella
> quale le trasformazioni di Lorentz vengono ricavate in configurazione
> standard, in forma vettoriale, in coordinate polari, in forma tensoriale
> ecc. In particolare cio' che qui interessa e' che esse vengono presentate
> come una conseguenza degli assiomi caratteristici dei sistemi di
> riferimento inerziali, senza riferimento alla luce!

Il discorso sarebbe lungo, nonche' interessante, ma mi accorgo che purtroppo
(almeno per ora) non ce la faccio ad affrontarlo a dovere. Pero' posso
certamente mandare un breve commento dal quale possa risultare chiaro
perche' io non gradisco un approccio come quello che dai tu.
Il fatto e' che parti proprio *senza* dare "forma fisica" ai postulati sui
quali ti basi. Questo, almeno, se diamo alle parole "forma fisica" il
significato che darei io.
Ad esempio, per parlare di moto uniforme, a mio avviso, andrebbe specificato
quali misure potrebbero certificare che un dato moto e' uniforme. Quali
regoli e quali orologi certificherebbero cio'.
Io direi, a tale scopo, qualcosa tipo: si dice che un certo corpo C si muove
in K di moto uniforme se lo spostamento Dx (misurato tramite regoli fermi
nel riferimento K) e' direttamente proporzionale all'intervallo di tempo
Dtau misurato dall'orologio in moto con C.
Poi, le tue trasformazioni (2.1a), *non si possono* proprio scrivere se
prima non specifichiamo quali regoli misurerebbero quelle che indichiamo con
x, y e z e quali orologi misurerebbero la variabile che indichiamo con t. Le
x, y e z si possono abbastanza facilmente definire facendo uso di regoli
fermi in K, la t e' proprio indefinibile se prima non si affronta il
problema della sincronizzazione.

> Per tali ragioni ed anche per considerazioni epistemologiche (che non
> voglio discutere adesso) mi sento molto lontano dalla filosofia
> convenzionalista, che peraltro ammetto di conoscere solo superficialmente.
> Vorrei documentarmi meglio in merito e quindi ti sarei grato se indicassi
> una documentazione adeguata (possibilmente online) atta ad acquisire una
> visione panoramica completa dello schema teorico convenzionalista.

Come puoi immaginare la letteratura a proposito e' sterminata e
personalmente la conosco molto per sommi capi. Una review che viene spesso
citata e' quella che trovi qua
https://www.dropbox.com/s/u1dm6w4xkk47uuk/AndVetStedPhRep%281998%29.pdf?dl=0

Di piu' recente c'e' un libro di Jammer del 2006 "Concepts of simultaneity
from antiquity to Einstein and beyond" che tratta ampiamente la questione
della convenzionalita' della simultaneita'.

Se il tuo email funziona avrei del materiale che potrei eventualmente
mandarti privatamente. Fammi sapere.

> Ciao e grazie!
> Elio Proietti

Grazie a te e scusa per il ritardo.
--
Bruno Cocciaro
--- Li portammo sull'orlo del baratro e ordinammo loro di volare.
--- Resistevano. Volate, dicemmo. Continuavano a opporre resistenza.
--- Li spingemmo oltre il bordo. E volarono. (G. Apollinaire)
---
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Received on Fri May 11 2018 - 18:57:55 CEST

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