Il combustibile nucleare, una volta estratto dal reattore mi risulta
avere una composizione, ad esempio, del seguente tipo:
94,8% U238 (fissionabile)
0,8% U235 (fissile)
0,4% U236 (fissionabile?)
1,0% Pu239 (fissile) e Pu240 (fissionabile?)
3,0% prodotti di fissione, ovvero:
Zr, Mo, Tc, Ru, Rh, Pd, Ag, I, Xe, Cs, Ba, La, Ce, Nd
piu' gli isotopi radioattivi a media/lunga vita:
Sr90, Cs137, Tc99 and I129
a) Mi pare che Ru, Rh, Pd e Ag meriterebbero di essere recuperate. Dove
posso trovare le relative percentuali ?
b) Dove posso trovare info sulla possibilita' di convertire
(bombardamento con particelle di qualche tipo ?) i letali Sr90, Cs137,
Tc99 and I129 in qualcosa di piu' innocuo ?
c) E' difficile estrarre Xe135 and Sa149 dal combustibile spento ?
d) Ho presente che e' difficile separare i vari isotopi tra di loro (ad
esempio U235 dal U238) perche' sono chimicamente simili, ma gli altri
elementi ? Si e' provato a separarli (un po' come si fa per la
distillazione frazionata degli idrocarburi, ovviamente intendo solo come
parafrasi) ?
Fino ad oggi l'economia di mercato, mi pare abbia escluso ogni recupero,
ma oggi di fronte al petrolio verso i 150 dollari (e quindi conseguente
aumento del valore dell'uranio fissile), ma anche di fronte alla
scarsita' di certi metalli (vedi il rodio ed il palladio), non e'
possibile che il combustibile esausto (o scorie nucleari, come purtroppo
molti ancora amano definirlo) sia una vera miniera d'oro ?
Anzi, mi domando se esiste la convenienza gia' oggi a recuperare il
combustibile sigillato nell'ex-reattore di Chernobyl ...
R.L.Deboni
Received on Fri Jul 18 2008 - 17:19:43 CEST
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