Re: Saggio sulle argomentazioni astronomiche di Copernico e Galilei

From: Multivac85 <multivac85_at_gmail.com>
Date: Sun, 2 Sep 2012 11:03:51 -0700 (PDT)

On 1 Set, 21:24, Elio Fabri <elio.fa..._at_tiscali.it> wrote:
> Ma parlando di cose pi� serie, Boniolo scrive:
> "In effetti, nella lettera a Paolo III, egli esplicita quanto segue:
> 1) i matematici tolemaici partono da insiemi di ipotesi che sono
> incompleti o contengono almeno un postulato falso;
> 2) sono cos� arrivati a costruire modelli enormemente complessi:
> risultato cui non sarebbero pervenuti se fossero partiti dall'insieme
> completo e vero di postulati;
> 3) d'altro canto, se gli insiemi di ipotesi fossero stati corretti, le
> conseguenze che avrebbero dedotto sarebbero state tutte verificate; ma
> ci� non � accaduto;
> 4) il modello eliocentrico, invece, porta a conseguenze che si possono
> confermare e quindi esso � vero."
>
> Qui bisognerebbe intanto verificare che cosa esattamente dica
> Copernico. Se la "lettera a Paolo III" � quella posta a prefazione del
> "De Revolutionibus", allora posso verificare, perch� per caso dispongo
> della traduzione inglese di quella introduzione e del primo libro.

La lettera � qui:

http://www.severi.org/2/pages/didattica/catalano/Copernico_Paolo%20III.pdf

> In effetti nella prefazione ci sono frasi che possono - con qualhce
> sforzo - essere riassunte come ai punti 1) 2) 3) di Boniolo, mentre
> non mi riesce di trovare qualcosa che possa essere riassunto come in
> 4).
>
> Ecco che cosa dice Copernico (ritrodotto in italiano):
> "Assumendo i moti che io attribuisco alla Terra [...] non solo i
> fenomeni concordano col risultato, ma anche la disposizione di tutte
> le stelle e sfere, le loro dimensioni, e lo stesso cielo, sono cos�
> legati tra loro che non si pu� cambiare nessuna parte senza
> sconvolgere le altre parti e l'intero universo. [...] Non ho dubbi che
> matematici esperti e dotati accetteranno i miei argomenti se, in
> accordo col primo requisito della scienza, saranno disposti a
> esaminare non superficialmente ma in profondit� e a soppesare
> l'evidenza che porto in questa opera."
> Mi pare molto diverso dal "quindi esso � vero" di cui parla Boniolo.
>

> In effetti � Bellarmino che scrive, nella sua risposta al Padre
> Foscarini:
> "Ma io non creder� che ci sia tal dimostratione, finch� non mi sia
> mostrata; n� � l'istesso dimostrare che supposto ch'il sole stia nel
> centro e la terra nel cielo, si salvino le apparenze, e dimostrare che
> in verit� il sole stia nel centro e la terra nel cielo; perch� la
> prima dimostratione credo che ci possa essere, ma della 2a ho
> grandissimo dubbio, et in caso di dubbio non si dee lasciare la
> Scrittura Santa, esposta da' Santi Padri."
> (Insomma, Bellarmino strumentalista, come gli scienziati moderni...
> Peccato che questo "strumentalismo" sia a senso unico: chi contraddice
> la dottrina della Chiesa rischia il rogo: Bruno, 1600.)
>

Mi ricordavo di aver letto la stessa tua osservazione sul pensiero di
Bellarmino nel testo di Duhem "Salvare i fenomeni" che peraltro �
citato da Boniolo, le conclusioni di Duhem erano pi� o meno simili,
eccone qui

www.filosofico.net/salvareifendu2934hem.htm

un riassunto e, alla fine del testo, le seguenti affermazioni:

"La logica era dalla parte di Osiander, Bellarmino e Urbano VIII e non
dalla parte di Keplero e di Galileo. I primi avevano compreso l'esatto
valore del metodo sperimentale; questi ultimi in proposito si erano
ingannati.
Con buona pace di Keplero e di Galileo noi oggi crediamo, con Osiander
e Bellarmino, che le ipotesi della fisica non sono che artifici
matematici destinati a salvare i fenomeni; ma grazie a Keplero e
Galileo domandiamo ad esse di salvare contemporaneamente tutti i
fenomeni dell'universo inanimato."

Mi interesserebbe sapere, certi che tutti in gran parte condividono
oggi che nessuno ha diritto di censurare o punire chi esprime opinioni
epistemologiche o scientifiche, se conosci il testo di questo fisico
ed epistemologo francese e se afferma tesi simili al saggio di
Boniolo.

> In realt� la superiorit� del modello copernicano � altra, ed � stata
> ampiamente discussa in questo NG, per cui evito di ripetere.
> Ma in breve, sta nella maggiore semplicit�, nella molto minore
> richiesta di parametri arbitrari.
> Criteri che non dimostrano niente dal puro punto di vista logico, ma
> che al fisico appaiono sempre (ancora oggi) orientativi nella scelta
> fra ipotesi alternative, e fanno spesso propendere da una parte
> rispetto all'altra, a parit� di concordanza coi fenomeni.
> A Boniolo questo non interessa? Padronissimo, ma allora non pretenda
> di fare "filosofia della scienza", visto che la scienza non funziona
> come lui pretende.

Ora non saprei ritracciare le discussioni precise in cui avete parlato
di ci�, comunque mi sembrava di aver capito dalla lettera di Copernico
a Paolo III che Copernico era spinto a pensare a un modello differente
del Cosmo a causa di problemi come l'incertezza sui moti di sole e
luna (come l'anno tropico, importante per calcolare con precisione la
data della Pasqua) e per evitare principi e dimostrazioni violanti il
principio di uniformit� dei corpi celesti (forma sferica e simmetria)
che nel tolemaico si usano per spiegare i moti apparenti planetari.

Copernico avrebbe compiuto la fallacia del conseguente se il suo
ragionamento fosse stato il seguente: "dati gli assiomi della sua
teoria ne seguono certe conclusioni, che si traducono in dati raccolti
nelle tavole delle osservazioni astronomiche, e dato che osservazioni,
calcoli e previsioni verificano queste conclusioni, allora gli assiomi
sono veri".

In realt�, olte al fatto che molte previsioni fatte col sistema
tolemaico equivalgono a quelle adottando il copernicano, per Copernico
le premesse del sistema tolemaico devono essere false, perch� (a
differenze di quelle del sistema di Copernico) non rispettano la forma
e la simmetria del cosmo. Il principale difetto della teoria
tolemaica, citato da Retico nella narratio prima,� l'adozione del
punto equante. Il principale vantaggio del sistema copernicano e
l'eliminazione del punto equante, che mina l'ordine dell'universo. Di
fatto comunque Copernico, a causa del suo postulato che le orbite
debbano essere per forza circolari, finisce per introdurre epicicli di
epicicli, e rende anche variabili gli eccentrici delle orbite
planetarie (compresi tra 1/24, valore di Tolomeo relativo all'orbita
intorno alla terra, e 1/31, raggio dell'orbita intorno al sole). di
fatto non sembra esserci un motivo decisivo per sostituire la teoria
tolemaica con quella copernicana, che viola comunque l'uniformit� del
cosmo e fa conseguire solo piccoli vantaggi (le previsioni copernicane
su Marte migliorano solo di 3' rispetto a quelle di Tolomeo). Si
potrebbe ammettere che il sistema copernicano � pi� semplice di quello
Tolemaico, ma io sottolinerei che Copernico non sembra che fondi i
suoi postulati (il centro dell'universo � il sole, la terra e gli
altri pianeti ruotano attorno al sole, la luna ruota intorno alla
terra, la parallasse non si osserva perch� le stelle fisse sono molto
pi� lontane di quanto Saturno dista dal sole), anche se i suoi
postulati fossero veri, Copernico sembra non interessarsi di provarli
mediante l'esperienza.

Insomma, a me il discorso mi sembra complesso, anche se neanch'io
direi che Copernico compia una fallacia del conseguente, tuttavia
direi che a sostegno del suo sistema non sembra portare argomenti cos�
decisivi al riguardo per preferirlo rispetto a quello tolemaico (per
Galilei forse si potrebbe fare un discorso un po' diverso, comunque
non scordiamoci della proposta di sistemi geocentrici alternativi come
quello di Tycho compatibili con fenomeni come le fasi di Venere,
dunque meglio valutare caso per caso).

Ciao.
Received on Sun Sep 02 2012 - 20:03:51 CEST

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