Re: De divulgatione

From: Omega <Omega_at_NOyahoo.it>
Date: Tue, 4 Sep 2012 21:43:50 +0200

"marcofuics":
> ahh
> capisco quello che dici, e mi trovo anche d'accordo
> pero' sono d'accordo anche con giorgio...
> sono incoerente?
>
> Non so

Vedi un po' tu :-)


> Capisco che da un lato vi e' una visione piu' ampia de tutto il costrutto
> di docenza, che va a toccare tutti i tasselli... e che in diversi punti
> non si raccorda con le problematiche legate alla specifica disciplina;
> tuttavia io penso che la strutturazione dell'informazione non si deve
> imporre
> anzi, de Jure, non e' imposta (studiata) ma bensi' , de facto, e' il
> risultato di un compromesso tra necessita' e virtu'.
>
> Come andrebbe organizzata secondo te l'informazione ai vari livelli di
> complessita'/astrazione?

Penso ti rivolga a me che ho aperto il thread.
Un paio di indicazioni le ho date senza autoquotarmi - cosa che detesto -
traendole da un articolo che � in rete e come appendice in un libro sulla
formazione.
Le due indicazioni sono:

1. la catena di interfacce che parte dallo specialista vero (quello che
conosce tutta la letteratura di settore, legge tutti gli articoli, perch�
sempre di articoli si tratta, con i pro e i contro, le verifiche e le
confutazioni, insomma nel gran casino mondiale della ricerca)(*) e che
passando per il secondo gradino a sua volta cruciale (perch� richiede
comprensione chiara e distinta della sintesi del primo) passa poi attraverso
ulteriori intefacce che trovano il materiale gi� filtrato. Ma la chiave,
affinch� questo materiale non scada con l'estendersi delle interfacce � il
*controllo*: il primo deve controllare che il secondo non abbia distorto o
falsato; il secondo le deve fare col terzo e cos� via fino in fondo alla
catena. Chi legge il libro pi� semplice (es. per la scuola dell'obbligo, per
la stampa periodica) deve essere certo che non ci sono contraddizioni o
falsi con ci� che il livello pi� alto ha scritto. Dunque � una questione di
seriet� e di responsabilit�.

2. la tecnica � la stessa, come ho ripetuto spesso, con cui si costruisce la
normativa tecnica (la migliore documentazione esistente), il che non
significa solo controllo da parte di uno ma di molti di pari livello (in
ciascun livello, e i livelli non sono poi molti), con la logica cosiddetta
"dell'inchiesta pubblica" con raccolta di osservazioni, loro filtraggio ed
eventuale introduzione nel testo in esame. E poi versione beta o zero, e poi
versione 1 ecc. e aggiornamenti periodici ma basati su controllo continuo.

(*) cosa che deve gi� fare per mestiere, se � un ricercatore: il lavoro in
pi� � *scrivere* la sua sintesi, e non tenerla semplicemente a memoria.
Aggiungo che l'esercizio di scrivere la sua sintesi *sicuramente* la
chiarisce prima di tutto a lui, o lo spinge a cercare altri chiarimenti. �
sempre cos�: scrivere non serve solo a comunicare, ma aiuta sempre a capire.
Credo che chi insegna cose complesse queste cose le sappia molto bene.

Con queste premesse il risultato � quella che io chiamo 'Biblioteca di testi
di riferimento', che a mio parere pu� essere il fondamento della cultura di
un paese in quanto omogenea ed estesa al maggior numero possibile di
discipline.
Realt� esistenti di questo tipo sono la Libreria dell'Universit� di Losanna
e l'Enciclopedia Bostoniana (quest'ultima marcata ideologicamente ma
tecnicamente ineccepibile). Del resto la stessa enciclopedia di Diderot e
D'Alembert � stata un passo non indifferente nel formare le basi di una
cultura, e oggi le condizioni, le conoscenze e i mezzi disponibili
consentono di fare molto meglio - magari di uscire dal nostro provincialismo
come paese.
Si deve tenere presente infine che su un terreno mediamente ben formato
possono emergere talenti altrimenti sprecati chiss� in quale delle nostre
botteghe.

Omega
Received on Tue Sep 04 2012 - 21:43:50 CEST

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