Scientifica ovviamente. Ma non solo.
Perch� la ritengo necessaria e anzi doverosa, e da parte di chi.
Necessaria perch� la scienza - la conoscenza - � patrimonio dell'umanit� e
non di qualche privilegiato.
Uno pu� essere figlio di un ciabattino ed essere un genio della fisica, ma
di quest'ultimo talento non � che non debba nulla al ciabattino e al resto
del mondo.
Neppure gli esseri umani - come nessun altro essente - sono sistemi isolati.
(Io questo lo chiamo 'principio di relazione': essere � essere in relazione,
di un elefante come di un quark [che non so cos'�, mentre so cos'� un
elefante]; niente e nessuno esiste se non in relazione con tutto il resto
del cosmo, direttamente o indirettamente).
Poi c'� un'altra ragione, pi� brutale: nessuno pu� studiare se non �
mantenuto agli studi da qualcuno. Che il qualcuno sia privato o pubblico, si
tratta sempre della collettivit�, di un ambito sociale e culturale. In altre
parole, chi pu� studiare contrae un debito con la collettivit�, e una parte
del pagamento di tale debito consiste nell'informare la collettivit� di come
egli sta usando i mezzi che essa gli ha offerto.
Naturalmente c'� un aspetto politico: la scienza ha un valore politico, e
chi vota deve sapere di che cosa parla il politico che vuole finanziare
questo e quello, collaborare con questo o quel paese e cos� via. Chi vota,
ripeto, deve sapere per che cosa vota. Altrimenti ha ragione Nathan a temere
che qualche buco nero faccia sparire l'informazione e magari crei debito
pubblico :-)
L'informazione in questione non � soltanto l'articolo scritto in fisichese,
in matematichese ecc. e quindi accessibile solo ai cosiddetti "addetti ai
lavori" o alla cosiddetta "comunit� scientifica" - che non si sa affatto
dove cominci e dove finisca, e chi abbia il diritto di parlare in suo nome
come se fosse un dio.
No, no. Questo non basta affatto: l'informazione circa l'attivit� della
scienza deve essere capillare, accessibile a chiunque sappia leggere e
scrivere, padre ciabattino incluso. Poi si pu� ragionare su come questo
possa essere reso possibile, ma va fatto.
Capillare in che senso? Quantitativo? Non necessariamente, bench� la
televisione, per esempio, lo consenta, ed esista la stampa.
Capillare in senso qualitativo "verticale": deve cio� arrivare dall'alunno
di scuola materna, al diplomato/diplomando, al cosiddetto uomo della strada,
al laureato/laureando in altra disciplina, alla casalinga e cos� via fino a
coprire quell'insieme bizzarro che chiamiamo 'tutti'. Ovviamente se
interessati, ma non importa se lo sono o no - e di chi sia la responsabilit�
in caso negativo. Il dovere di mettere a disposizione quell'informazione
nella forma opportuna resta.
Un'obiezione � che, quanto pi� una scienza/disciplina � complessa, tanto pi�
ha un proprio linguaggio sintetico e quindi difficile da tradurre nel
linguaggio comune.
Ebbene, ci� � falso: non c'� linguaggio scientifico che non sia fondato su
quello naturale, eventualmente adattando o distorcendo i termini - e della
distorsione non si capisce mai il perch�, dato che in quel modo il
linguaggio diventa parrocchiale, snob, ed esclude anzich� cercare di
includere.
Il principio in cui credo fermamente � che non c'� nulla di cos� complesso
da non poter essere espresso mediante il linguaggio naturale, ovviamente a
diversi livelli di approfondimento. Cos� quando sento per esempio parlare di
particelle ma nessuno mi riesce a dire di che cosa si tratta in concreto,
allora vedo far capolino il gatto dello scetticismo - me lo raffiguro come
un gatto appunto, che nessuno riesce a prendere in giro, e che quando la
pappa non � buona si mette sopra la ciotola e fa con la zampetta il noto
gesto della cacca.
Il come?
Il come � concettualmente semplice, bench� esiga della buona volont� - ma
che cosa non ne vuole, se deve esserer fatto bene?
Il come ha una struttura a cascata controllata: lo specialista che conosce
il tema A al livello strettamente scientifico lo trasferisce a qualcuno che
non � specialista come lui ma comprende il linguaggio con precisione; tocca
a quest'ultimo tradurre A in un linguaggio pi� vicino a quello naturale, e
tuttavia in modo da rendere con rigore il tema A a un uditorio del proprio
livello; e il controllo "di qualit�" spetta allo specialista che � stato la
fonte originale.
Bene, credo che il meccanismo si sia capito, per quanti gradini di
chiarimento si vogliano considerare. Si tratta di una cascata di interfacce
controllate.
Del resto non � gi� vero che esistono testi scolastici di diversi livelli? E
che di fatto in materia di scienza (e altro) stanno proprio facendo
divulgazione? Che problema hanno dunque? Evidente: quello del controllo.
Cos� anche qui dentro c'� chi afferma che la divulgazione � tutta fuffa e
merita il gesto della cacca in cui la mia gatta � assoluta specialista. La
divulgazione � fuffa solo perch� non � fatta seriamente. Tutto qui.
Conosco un insegnante che ha fatto capire la matematica a soggetti dati per
totalmente refrattari dai loro professori, e non ha usato neppure una
formula, se non a posteriori: mostrava che le leggi matematiche sono nella
logica di ciascuno e che tale logica la usiamo quotidianamente senza farci
caso. Niente � pi� ovvio della matematica, diceva, perch� la matematica dice
cose assolutamente vere, e se sono assolutamente vere allora sono
tautologie, perci� ovvie. Era Socrate? No, ma hanno cercato di fargli fare
una fine spiritualmente non molto diversa (mobbing e censura, come gi�
accennavo, lo hanno mandato in esilio).
� stato osservando lui che ho capito che la divulgazione � possibile fino
all'estrema capillarit� verticale.
Tutti vanno a scuola. E "la gente" capisce.
Il pericolo per� � che capisca troppo, e che troppo raramente ci sia
qualcosa di veramente valido in ci� che arriva per il canale della
divulgazione.
In altre parole, una divulgazione ben fatta rischia di controllare la
scienza - o in genere una disciplina, - anche nel senso di smascherarla. E
poi "la gente" vota, sceglie le scuole, le universit� ecc. (E se spesso
fabbrica disoccupati � proprio solo perch� � stata informata male.)
Tutto ci� riporta alla questione educazione cui accennava il professor Elio
Fabri. Gli scapaccioni, in altre parole, non sono e non sono stati
abbastranza capillari in senso verticale: ossia non raggiungono e non hanno
raggiunto mai quegli specialisti che dovrebbero essere la sorgente
dell'informazione.
Scuola fatta male? Certamente.
Ma fatta male da chi? Dagli allievi?
Saluti
Omega
Received on Tue Aug 14 2012 - 18:57:32 CEST
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