So che anche di recente si � discusso in questi lidi sulle tematiche
relative al geocentrismo e all'eliocentrismo, a tal riguardo
suggerisco solo la lettura del seguente saggio di storia della scienza
scritto da Giovanni Boniolo e dedicato alle argomentazioni portate da
Copernico e da Galilei per la loro teoria eliocentrica:
http://web.archive.org/web/20051016072645/http://www.filosofia.lettere.unipd.it/homepage/boniolo/galileiana.pdf
posto di seguito la parte in cui Boniolo evidenzia il punto debole
nell'argomentazione portata da Copernico:
"Ecco dunque la soluzione al problema: Il sistema del mondo � quello
che io, Copernico, descrivo nel mio modello matematico, il quale non
si allontana dalla `retta via' ed � `vero'. Questa � una risposta
filosofica che comporta un'assunzione realista, che tuttavia Copernico
non argomenta in modo soddisfacente, anche se attacca la mancanza di
realismo dei suoi avversari matematici.
In effetti, nella lettera a Paolo III, egli esplicita quanto segue:
1) i matematici tolemaici partono da insiemi di ipotesi che sono
incompleti o contengono almeno un postulato falso;
2) sono cos� arrivati a costruire modelli enormemente complessi:
risultato cui non sarebbero pervenuti se fossero partiti dall'insieme
completo e vero di postulati;
3) d'altro canto, se gli insiemi di ipotesi fossero stati corretti, le
conseguenze che avrebbero dedotto sarebbero state tutte verificate; ma
ci� non � accaduto;
4) il modello eliocentrico, invece, porta a conseguenze che si possono
confermare e quindi esso � vero.
Tuttavia questo ragionamento copernicano � fallace. Innanzi tutto egli
cade nella fallacia dell'affermazione del conseguente : dal fatto che
una conseguenza sia confermata non segue per nulla che l'insieme di
ipotesi da cui � stata dedotta sia vero. In seconda istanza, Copernico
non si rende conto della sottodeterminazione teorica rispetto ai
fenomeni. Non prende nemmeno in considerazione la possibilit� che ci
possano essere pi� modelli del mondo che rendono conto dello stesso
insieme fenomenico. Per Copernico ve n'� uno solo: quello vero. Gli
altri o non catturano i fenomeni o se li catturano lo fanno in modo
strumentale e partendo da ipotesi del tutto surrettizie e false.
Si noti ancora quest'aspetto estremamente importante: per un realista
non ci pu� essere sottodeterminazione teorica rispetto ai fenomeni,
non ci possono essere pi� modelli del mondo in competizione, ma uno
solo: quello vero. E se anche sembra che ve ne siano, in realt� cos�
non �. I modelli in apparente competizione o sono equivalenti, cio�
modi diversi ma intertraducibili di rappresentare lo stesso ambito
fenomenico, oppure quelli differenti da quello vero."
Copernico, spinto dalla credenza filosofica che un modello matematico
del mondo dovesse anche rappresentare come stanno effettivamente le
cose e
insoddisfatto dalla proposta dei tolemaici, "muove l'ordine degli
astri" e trova che con questo cambiamento le cose vanno a posto.
Inoltre non si accontenta di lavorare con il modello matematico ex
suppositione ma vuole mostrare che � la rappresentazione fedele:
"E cos�, ammessi quei movimenti che pi� sotto nell'opera attribuisco
alla Terra, finalmente, dopo lunghe e ripetute osservazioni, trovai
che, se si rapportavano i movimenti degli altri astri erranti a quello
circolare della Terra e si calcolava quindi il movimento di
rivoluzione di ogni astro, non solo
conseguivano di qui i loro movimenti apparenti, ma anche gli ordini e
le grandezze degli astri e di tutte le sfere e inoltre il cielo stesso
si trovavano in una tale connessione che non si poteva in nessuna loro
parte spostare qualcosa, senza che ne derivasse confusione nelle altre
parti e nella totalit�".
Tuttavia il desiderio di voler giustificare la verit� dei suoi
presupposti, e quindi anche delle sue conclusioni, lo fa cadere in
errori di ragionamento:
1) non � corretto affermare che se una conseguenza � vera il
presupposto di partenza � vero (questo � un errore logico perch� verum
sequitur ad quodlibet);
2) non � corretto sostenere che vi possa essere un solo modello di
universo che cattura correttamente i fenomeni celesti: questo vale
solo se si parte da una forte presupposizione realista ingenua
(posizione gnoseologica molto debole), infatti solo per un realista
ingenuo vi � un unico modello vero del mondo (errore epistemologico
derivato dalla non considerazione della sottodeterminazione)."
Boniolo afferma che analogalmente tali punti deboli compaiono anche
nelle argomentazioni a favore dell'eliocentrismo portate da Galilei:
"Tutti gli argomenti empirici portati da Galilei sono argomenti molto
forti, specialmente perch� si � in ambito scientifico dove questo tipo
di argomento ha, e deve avere, sempre molto peso, ma � si noti �
nessun risultato empirico favorevole pu� mai portare alla verifica
completa della tesi copernicana: un'istanza o mille istanze
confermanti non comportano la verit� della tesi."
"dal punto di vista epistemologico Urbano VIII insegna a Galilei che
per quanto numerose siano le istanze confermanti esse non trasformano
mai un'ipotesi in una verit�, a meno che tutte le altre ipotesi che
rendono conto degli stessi fatti non siano contraddittorie, cosa che
ovviamente � impossibile da mostrare per il loro numero infinito"
Insomma, cosa ve ne pare di questo saggio e delle osservazioni che
porta? Mi ha molto interessato anche il focalizzare la storia del
dibattito tra geocentrismo ed eliocentrismo sui concetti filosofici di
realismo ingenuo, realismo critico, strumentalismo e
sottodeterminazione, interessante anche l'accenno iniziale a Platone e
ad Aristotele, come a voler dire che sotto sotto i dibattiti
scientifici anche recenti spuntano sempre tematiche filosofiche che
sembravano essere sepolte dal passato pi� lontano...
Ciao.
Received on Sat Aug 25 2012 - 19:45:17 CEST