Re: John Archibald Wheeler

From: luciano buggio <buggiol_at_libero.it>
Date: Sun, 04 May 2008 00:47:19 +0200

Bruno Cocciaro ha scritto:

(cut)
> Non ho seguito la discussione. Mi scuso se dico cose gia' dette (certamente
> altrove sono gia' state dette tante volte, non so se sono gia' state dette
> in questo thread).

Non puoi ignorare quanto s'� detto qui finora, dato che questa discussione
� centrata su di un'ipotesi inedita (cio� che la debole emissione non
consista, come si � sempre creduto, in un unico oggetto, una sola
particella, il cosiddetto fotone, ma bens� in una quantit� sterminata
diparticelle, delle quali l'apparato di rilevazione intercetta ogni tanto
una sola).



> Il sistema e' il seguente:
> Las ---> Pol ---> Cr ---> 2 fotoni
> Las: laser,
> Pol: polarizzatore,
> Cr: cristallo;
(cut)
> Questo apparato serve a "preparare il sistema in un certo stato". Poi ci
> sara' un'altra parte che servira' ad effettuare misure sul nostro sistema
> (preparato in un certo modo).

Manca qualcosa alla descrizione della preparazione, qualcosa che tu dai
per scontato, ovvero i due fotorilevatori a valle, quelli che "segnalano
l'arrivo dei due fotoni".
Certo, pi� avanti li introduci:

(cut)
> Quindi l'apparato, nell'insieme, e' il seguente
> ---> PolB ---> RivB
> Las ---> Pol ---> Cr
> ---> PolA ---> RivA

Ma di questi rivelatori, della loro efficienza, non dici nulla, quando, in
sede di "preparazione", questo aspetto � fondamentale.
Certo, se ad ogni atto di emissione del fotone incidente, con opportune
orientazioni dei polarizzatori, si osservasse quanto tu dici (ovvero che
per esempio, con polarizzatori paralleli, scatta sempre anche il secondo
se scatta il primo), andrebbe bene, perch� saremmo in presenza di
rivelatori efficienti al cento per cento.
Sfortunatamente per� le cose non stanno cos�.
L'efficienza � tra il 10 e il 20 per cento, e sarebbe onesto da parte tua
dire che cosa gli sperimentatori effettivamente conteggiano.
Te lo dico io.


 
 
Le coincidenze, per esempio coi P paralleli, della ricezione da parte di
entrambi i rilevatori abbiano probabilit� P: col rendimento
rispettivamente del 10 e del 20% di ciascuno dei due rilevatori le
coincidenze si riducono per un fattore 0.01 e 0,04 (la probabilit�
composta).

 Una miseria.

La probabilit� che l'uno oppure l'altro dei due fotomoltiplicatori scatti
�, s'� detto, dello 0.1 (oppure 0.2) composta con la probabilit� che il
fotone attraversi il suo polarizzatore.
  
Gli sperimentali che hanno a che fare con i fotomoltiplicatori si trovano
normalmente di fronte ad una sequela di esiti nulli (nessun rilevatore
scatta) o di esiti con un solo scatto.
 
Spulciano tra questi i pochissimi casi in cui i rilevatori scattano
insieme
e capirai come � problematico interpretare un doppio esito nullo come
effettivamente tale, oppure singolo o doppio positivi mancati per via
dell'inefficienza, oppure un esito singolo come effettivamente tale o come
doppio mancato.

Guarda che non sono il solo a dirlo.

Ti riporto un paio di brani tratti da un intervento non mio in un passato
Thread.

"Gli esperimenti in questione (tipo Aspect � n.d.r.) non sono affatto
incontestabili, anzi esistono delle prove teoriche e simulazioni al
calcolatore del fatto che con l'attuale rendimento e visibilita' dei
rivelatori (fotomoltiplicatori e simili) vi sono intere classi di teorie a
variabili nascoste *locali* che darebbero gli stessi risultati di tutti
gli esperimenti finora fatti. Il problema e' che la
disuguaglianza di Bell non e' soddisfatta da teorie di variabile nascosta
locali _solo_ assumendo 100% rendimento e visibilita', cosa che non e' mai
soddisfatta nella pratica"
  
"Bell formul� il suo teorema proprio per dimostrare che quello
precedente, di Von Neumann, era sbagliato, e in appoggio alla teoria
Bohmiana (variabili nascoste non locali), ma anche (in nuce, molto poco
evolute) alcune locali, indiscernibili dalla MQ in questi esperimenti a
causa della sensibilita' dei rilevatori".

Aggiungo solo che l'ipotesi, ascrivibile alla classe delle variabili
"nascoste" locali, che io propongo, quella dell'emissione di una "nuvola"
di particelle, non mi pare sia mai stata considerata, forse perch�
considerata demenziale.
Dovrebbe allora non esserti difficile falsificarmela, alla luce del tuo
"preparato", che, ripeto, va pi� puntualmente descritto, includendo la
disarmante inefficienza dei fototubi.

Ciao.

Luciano Buggio

http://www.lucianobuggio.altervista.org

-- 
questo articolo e` stato inviato via web dal servizio gratuito 
http://www.newsland.it/news segnala gli abusi ad abuse_at_newsland.it
Received on Sun May 04 2008 - 00:47:19 CEST

This archive was generated by hypermail 2.3.0 : Wed Feb 05 2025 - 04:23:19 CET