Re: John Archibald Wheeler
> Sostengo che non � stato pensato ancora tutto il pensabile: per quanto
> riguarda, per es., il problema che d� origine sostanzialemtne a gran parte
> dei paradossi che oggi abbiamo, quello del comportamento del "singolo
> fotone" alla doppia fenditura, non � mai stata considerata, per poterla
> falsificare, la possibilit� che la "debole emissione" (quello che passa
> tout court per "fotone singolo") consista
anch'io ho sempre avuto l'impressione che il problema stesse "a
monte", cio� non ho mai capito qual'� la procedura, da un punto di
vista operativo-sperimentale, che ci fa concludere fuor di dubbio che
sta passando un solo fotone per volta (o un solo elettrone, ecc.). Una
risposta sensata � che lo schermo rivelatore oltre la fenditura
conteggia colpetti puntiformi scaglionati (la mia impressione e
personale opinione � che sottovaluti questo punto).
in una quantit� sterminata di
> particelle ordinate "in forma d'onda", al passaggio delle quali un tubo
> fotomoltilicatore � in grado di rilevarne mediamente una sola ogni dieci
> tentativi (se il rendiemento attribuito � del 10%).
non capisco che vuoi dire quando dici che l'onda elettromagnetica (o
la funzione d'onda) consista in una quantit� sterminata di *particelle
ordinate in forma d'onda*. Credo che non ti riferisci alla vibrazione
di un mezzo, le particelle di cui parli viaggiano con l'onda,
dunque...?
Un'alternativa potrebbe essere che ci sia effettivamente un mezzo che
vibra (trasportando energia) e che quando la vibrazione colpisce lo
schermo rivelatore la struttura microscopica dello schermo rivelatore
sia tale che ci sia solo una piccola probabilit� di scatenare una
microscopica reazione che osserviamo (un puntino, una miniscintilla,
insomma l'urto della particella con lo schermo). Se � cos� la doppia
fenditura � attraversata da un grande numero di onde ma solo ogni
tanto, e con maggior probabilit� nelle zone dove viene scaricata pi�
energia (fissate da fenomeni di interferenza), si potr� osservare una
scintilla. Lo schermo rivelatore deve essere costituito da materiali
che facendo un comodo paragone macroscopico dovremmo vedere come molle
compresse e sistemate in modo da scattare con un tocco. Naturalmente
questa favoletta qualitativa (che darebbe un senso alla creazione di
figure di interferenza create da un puntino alla volta) che mi �
passata per la testa proprio in questo istante, deve fare i conti con
altri aspetti sperimentali quantitativi. Un punto di vista del genere
mi sembra soprattutto del tutto impotente di fronte alle evidenze
sperimentali dell'effetto fotoelettrico. Che senso avrebbe la
frequenza di soglia? Caspita! Perch� cerco sempre di imbarcarmi in
zoppicanti spiegazioni classiche di concetti che anch'io, come te, non
riesco mai a digerire...??? Mah... Potrebbe aver senso l'esistenza di
una frequenza ottimale (effetti di risonanza, ecc.) ma l'esistenza di
una frequenza *di soglia* oltre la quale va sempre bene e lo schermo
reagisce, questo no!
Received on Sat Apr 26 2008 - 21:22:44 CEST
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