Re: piccolo estratto

From: Giorgio Pastore <pastgio_at_univ.trieste.it>
Date: Thu, 27 Mar 2008 20:31:25 +0100

Quello della incultura scientifica del nostro tempo e della societa'
italiana in particolare e' un tema molto grave a cui sono estremamente
sensibile. Tuttavia il mio punto non e' di mettere in alternativa allo
studio delle scienze e della matematica la beata ignoranza delle stesse.

Quello della preparazione dei futuri insegnanti e' anche un punto
importante. Ma anche quello, secondo me, richiede soluzioni diverse:
tanto per cominciare una preparazione all' insegnamento migliore sul
fronte disciplinare, oltre che sugli altri. Io non credo che anche il
miglior curriculum di studi a livello laurea/laurea specialistica possa
completare la preparazione specifica del futuro insegnante (che poi
dovrebbe essere piuttosto una formazione permanente, invece che "once
forever").

Ma, per restare al tuo concetto del "complemento all' insieme dei
futuri ricercatori, io lo allargherei al complemento dell' insieme che
comprende anche i futuri insegnanti.
Insomma. quale fisica per "gli altri" (parlo sempre di futuri laureati
in fisica) ?

Qui, non vorrei estremizzare, ma temo che il filologicamente corretto
possa repellere e risultare incomprensibile esattamente come il confuso
e pasticciato.

Credo che ci siano diversi livelli di apprendimento e quindi se certi
approcci sono calati troppo "dal' alto" risultano estranei e
indecifrabili. Non so se tu faresti un corso *introduttivo* di meccanica
quantistica (a non matematici) sviscerando tutti i risvolti e gli
aspetti delicati del concetto di operatore autoaggiunto, piuttosto che
cominciare con un minimo di formalismo, ed applicarlo il piu'
possibile per mostrare che la "MQ funziona".

Tutto sommato, si puo' lavorare ad un acceleratore o in fisica
sanitaria anche senza aver digerito l' importanza di operatori non
definiti su tutto lo spazio di Hilbert.

Certamente c'e' chi preferisce un approccio piu' formale e sistematico.
Ma credo che sia parte integrante della buona didattica di non
sommergere lo studente con troppa informazione. Anche a prezzo di
rinunciare a parte del rigore (ovviamente est modus in rebus!).



Idem per la formulazione dei principi della meccanica. Uno studente che
la sapesse manipolare a livello di un Laplace o di un Hamilton mi
sembrerebbe un sogno. Anche se gli fosse completamente estranea tutta l
  ' elaborazione concettuale machiana e post-machiana.


Giorgio
Received on Thu Mar 27 2008 - 20:31:25 CET

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