Re: Come Galileo ha capito Einstein

From: Elio Fabri <elio.fabri_at_tiscali.it>
Date: Fri, 14 Mar 2008 21:02:24 +0100

Siddharta ha scritto:
> Da quando O. ha adottato il gatto di Schrodinger, non fa che parlare di
> queste cose: una vera ossessione.
> http://www.neuroingegneria.com/lafisicamente/
> Non si � accorto, per�, che il gatto era impagliato. Prof., cosa ne
> dice lei di questo articolo del grande Pier?
Per cominciare, dico che mi viene spontaneo diffidare di chi scrive
"complementarieta'" invece di "complementarita'".
Sicuramente molti troveranno questa una sciocca pignoleria, ma invece:
se uno si cimenta con ardui temi filosofici, spaziando sull'arco di
millenni, non si avrebbe il diritto di pretendere che abbia assoluta
familiarita' con la lingua italiana e con la sua derivazione dal
latino?

Venendo alla sostanza: ho speso un bel po' di tempo a leggerlo, ma per
la piu' gran parte mi e' sembrata un'accozzaglia di chiacchiere.
Forse neppure per colpa di O.: e' probabile che il difetto sia nel
manico, ossia negli autori di cui parla.

Comunque a me pare che tutti quei discorsi siano viziati in partenza
da un equivoco, o se preferisci da un presupposto tacito ma niente
affatto necessario.
Intendo l'assoluto rilievo dato ai presunti "osservatori".
A mio parere il mondo se ne frega che ci sia qualcuno a osservarlo
oppure no.
E del resto la stessa m.q. fa previsioni estremamente accurate e
niente affatto indeterministiche, su fenomeni, proprieta' ecc. dove il
ruolo dell' "osservatore" e' del tutto nullo.
Naturalmente il problema della connessione tra la descrizione
quantistica del microscopico e quella classica del macroscopico
esiste, ma in quel lungo articolo non ho trovato proprio niente che
aiuti a risolverlo.

BTW: mi sembra che O. non abbia neppure capito in che consiste la
sovvrapposizione di due stati...

PS. Perche' il "lei"?
         

-- 
Elio Fabri
Received on Fri Mar 14 2008 - 21:02:24 CET

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