(wrong string) �. Col torio!

From: Antono Fili <miaposta33_at_libero.it>
Date: Mon, 25 Feb 2008 10:09:07 GMT

"Lurkos" <lurkos.usenet_at_gmail.com> ha scritto nel messaggio
news:4fe289a5-99b5-4cfc-8731-6850690f7368_at_64g2000hsw.googlegroups.com...
> On 19 Feb, 22:18, brmo..._at_libero.it (SETI ITALIA Cocconi) wrote:
>> 1) la sicurezza delle centrali collegata al pericolo di "meltdown"
>> (colata
>> di sotto) terribile termine anglosassone che molti ingegneri nucleari si
>> rifiutano scaramanticamente di pronunciare perch� indica l'ipotesi pi�
>> spaventosa: la fusione del n�cciolo in conseguenza di guasto/fermata del
>> sistema di raffreddamento e il suo inarrestabile/ineluttabile
>> sprofondamento nelle falde freatiche e conseguente contaminazione
>> radioattiva di fiumi e mari con il suo contenuto di miliardi di curie
>> (Ci).
>
> � realistico per centrali di tipo occidentale?
> Pensiamo ai grandi sviluppi dei sistemi di abbattimento negli impianti
> tradizionali.
> Non ho ancora conoscenze approfondite di impianti nucleari, ma mi
> sembra ragionevole credere che nessuno voglia scherzare con questo
> genere di cose.
> In genere si va verso la direzione della sicurezza passiva.


Non ci sono differenze sostanziali tra lo sfruttare il torio nei reattori
attuali all' uranio (cio� concepiti per usare uranio) rispetto l' uranio,
anzi per certi versi il ciclo del torio permette margini di sicurezza
maggiori dell' uranio e allegerisce di molto il problema della produzione di
scorie a lunga vita. Tutti i meccanismi oggi noti di sicurezza passiva
possono essere tranqillamente sviluppati anche in un ipotetico reattore al
torio

L' unico problema � che, se si vuole sfruttare la tecnologia dei reattori
attuali all' uranio e non acceleratori di particelle come vorrebbe Rubbia,
bisogna sfruttare almeno una prima carica di uranio o plutonio fortemente
arricchito per ottenere alti rapporti di conversione del torio in uranio
fissile, cosa che oggi � considerata un tab� dal punto di vista della
proliferazione, mentre l' uranio 233 prodoto dal torio non � considerato un
grosso rischio da questo punto di vista
Tutti i reattori al torio funzionanti nel passato (in Germania ed Usa),
alcuni dei quali dell' ordine dei 300 MWe, hanno difatti sfruttato una
configurazione uranio molto arrichito-torio (U > 90% arricchito)
http://pebblebedreactor.blogspot.com/2007/04/germany-built-first-pebble-bed-reactor.html

>> 3) la produzione di scorie altamente radioattive per ere geologiche.
>> Senza
>> esagerazione. Il plutonio 239 ha un tempo di dimezzamento (emivita) di
>> 24.200 (ventiquattromiladuecento!) anni e un tempo di completa
>> neutralizzazione di 200 millenni.
>
> Ma quanto Plutonio si produce in percentuale?


Essendo il numero di massa del torio 232, contro il 238 per l'
uranio,verosimilmente per cattura neutronica si produce poco plutonio 239
rispetto al ciclo dell' uranio (nel caso dell' uranio � circa l' 1%; per il
torio dipende dalla configurazione si pu� tranquillamente arrivare ad un
centesimo di questo valore ed anche molto meno). Anzi, si pu� sfruttare una
configurazione plutonio-torio (esigenze di proliferazione permettendo), in
cui il plutonio iniziale � per buona parte consumato anzicch� prodotto

>> a) il pericolo di "meltdown" sarebbe molto inferiore e, conseguentemente
>> le centrali sarebbero enormemente pi� sicure perch� pi� facilmente
>> controllabili.
>
> A causa del pi� alto punto di fusione?


Non solo, ma ha anche migliori propriet� termodinamiche complessive, di
contro produce una maggiore quantit� di calore di decadimento (se non
ricordo male), che � un fattore critico nel caso di perdita di refrigerante
e conseguente pericolo di fusione del combustibile
Received on Mon Feb 25 2008 - 11:09:07 CET

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