Re: Massima accelerazione auto F1

From: Wakinian Tanka <wakinian.tanka_at_gmail.com>
Date: Fri, 17 Aug 2018 09:48:05 -0700 (PDT)

Il giorno giovedì 16 agosto 2018 20:45:02 UTC+2, Soviet_Mario ha scritto:
> Il 16/08/2018 17:12, Wakinian Tanka ha scritto:
...
> > Calcolami il "coefficiente d'attrito" tra due ruote dentate :-)
>
> non mi sembra tanto difficoltoso (entro certi limiti però,
> tipo il fatto di strappare un dente alla volta, cosa non
> vera) : prendi la sezione del dente meno resistente delle
> due ruote e usi ad es. lo sforzo di taglio.

Definizione di attrito in questo caso?
(Per me non ha senso, ma non voglio limitare la creativita' umana :-)

> Normalmente si
> fa per dimensionare gli ingranaggi, ma presuppone che lavori
> un solo dente alla volta. Se il materiale è tenace però come
> il primo dente "attivo" si deforma, cominciano a lavorarne i
> due adiacenti penso, e prima dello strappo forse altri due.
> Quindi per sdentare tutta la ruota di attrito se ne fa
> parecchio :)


Mi sta bene anche se me lo definisci tra due ruote con un solo dente e in un intervallo infinitesimo di angoli di rotazione attorno ad una precisa configurazione, ad es quella in cui gli assi di simmetria dei due denti sono paralleli e i denti a contatto.

> Avevo visto una turbina e una fresa che, per evitare
> problemi simili, avevano uno degli ingranaggi calettati su
> un albero liscio con inserimento di un'unica lunetta :
> faceva da limitatore di sforzo, siccome turbina e fresa
> vanno soggette a "strappi" notevoli, tipo se incappi in un
> tronco grosso o se raschi sulle pietre, piuttosto che
> mozzare l'albero o sgranare gli ingranaggi, si tranciava la
> lunetta.
>
> > E' evidente che non ha senso proprio come concetto.
>
> mah ... invece io lo vedo solo come un caso estremizzato che
> va dalla superficie liscia ideale a quella fatta con denti
> dritti rettangolari (l'altro estremo di incastro
> "assoluto"), ed è nel mezzo che imho i vari modelli sfumano
> in maniera parecchio complicata da descrivere se non in modi
> empirici.


Scusa ma, almeno il mio, concetto di "attrito" fa riferimento ad una interazione dissipativa e quindi anche irreversibile, mentre l'interazione tra 2 ingranaggi dovrebbe essere il meno dissipativa possibile, pensa alla trasmissione di un motore.

> Tuttavia non penso che si tratti di situazioni
> rare concretamente, anzi sono forse la norma anche senza
> andare a cercare il velcro o gli ingranaggi
...
> > "Struttura" ma a livello microscopico, altrimenti come ho detto non ha
> > piu' senso parlare di "attrito".
>
> si ma il microscopico e il macroscopico sono "separati" da
> una vasta zona grigia, che mi intriga parecchio.

Anche nera ovvero oscura, se per questo :-)




Infatti i coefficienti di attrito a cui si riferiscono certe norme tecniche uni o din, sono determinati in condizioni sperimentali e di superfici a contatto, molto precise. Una volta ho visto una macchina (una specie di mini automobile molto semplice, tipo carrettino, di poche decine di centimetri di larghezza e lunghezza) programmata per determinare il coeff. d'attrito di un pavimento: l'operatore la faceva partire e una sua appendice sottostante strisciava sul pavimento e poi dopo alcuni secondi faceva una stampa grafica della v(t) e forniva i valori istantanei e medio del mu, in base ad una certa norma uni. Mai visto prima una cosa simile!

> P.S. a proposito di velchro : l'abbiamo inventato ma fino a
> un certo punto : per aumentare la portanza delle penne senza
> che si dividano lasciando filtrare l'aria, pare che gli
> uccelli abbiano già strutture analoghe

Che fenomeno la natura!

> Circa altre meso-strutture, calcolami il coefficiente di
> attrito del polpastrello di un GEKO su un vetro liscio e
> pulito con vetril. LOL :)

E magari poi dipende pure dallo stato emotivo del Geko :-)
(Ma Geko o Geco? Io sapevo con la c).
Ciao.

--
Wakinian Tanka
Received on Fri Aug 17 2018 - 18:48:05 CEST

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