--- >> Il secondo � che si mescola elettromagnetismo, che, come la >> termodinamica, non dipende da ipotesi sulla struttura della materia, >> con le leggi che regolano il comportamento elettrico di determinati >> sistemi. Ma l' EM non dipende da nessuna teoria "unificante" >> posteriore. E dare anche solo l' impressione che sia cos�, mi sembra >> da evitare. > > non penso di aver capito troppo bene questa osservazione, purtroppo > Intendo dire che le relazioni cariche/correnti -> campi si possono esprimere in modo del tutto generale, delegando ad alcune (poche) quantit� il ruolo di distinguere tra materiali diversi. Per intenderci, una volta caratterizzato il materiale mediante costante dielettrica, permeabilit� magnetica e conducibilit�, le equazioni di Maxwell mantengono la stessa forma generale. La natura quantistica della materia entra direttamente nella determinazione delle caratteristiche magnetiche ed elettriche del materiale (e senza MQ, p.es, non ci sarebbe magnetismo macroscopico) ma non modificano le relazioni fondamentali tra campi. >> ... ... ... > Cosa ne pensi dell'esempio dell'elettrone come gas/atmosfera ? E, a > prescidere dal giudizio, se non lo ritieni completamente da buttare come > esempio, quali aspetti pensi che sarebbe bene sottolineare per evitare > possibili equivoci interpretativi ? > (che so, del tipo che l'elettrone � una sola particella mentre > l'atmosfera � una popolazione ... che � una cosa che dico, ma magari mi > sfugge qualche possibile aspetto fuorviante). Gi� questo � un p� un problema. Ma molto di pi� il fatto che in questo modo stai assimilando un orbitale ad una densit� elettronica. E questa *�* un' informazione fuorviante da evitare. Perch� altrimenti di fronte agli orbitali p con i tipici lobi positivi e negativi, cosa dovrebbe pensare lo studente ? che la carica ha cambiato segno ? ... ... >> Siamo sicuri che i ragazzi di oggi debbano avere veramente questo >> spirito masochistico > > non lo ritengo masochistico sapersi allenare duramente. Si arriva in > condizioni di forma migliore alle successive prove della vita. E per > contro diffido dei percorsi che vogliano rimuovere i sacrifici come non > pi� attuali e indifendibili. Lo sono in italia, forse, e infatti il > nostro paese arretra. Altrove lo studio regge (e talvolta, in seguito, > paga pure) Non si tratta di fare discorsi generali sull' importanza dell' impegno scolastico. Io faccio una questione di quanto la scuola presenti un sapere "a misura di et�". Ho avuto pi� di una volta la sensazione che si tenda ad un' "universitarizzazione" precoce degli studi che inizia fin dalle elementari preferendo argomenti complessi e anche filologicamente corretti ma aridi a approcci e presentazioni pi� a misura delle capacit� logico deduttive e critiche di ciascuna et�. > >> di voler digerire vagonate di nozioni scollegate da qualsiasi risvolto >> pratico e collegamento con la loro esperienza ? > > mah, in un corso da idraulico o installatore elettrico posso capire > questo discorso. In un liceo onestamente lo trovo sorprendente. Intanto > perch� tuttosommato le discipline non sono scucite tra loro. Ammetto che > talvolta, anzi spesso, rimangano isolate nella testa delle utenze. Su > ci� non so come attribuire le responsabilit�. ... Non ne faccio un problema di mancanza di collegamenti con le altre materie, quanto di mancanza di collegamenti con la realt� percepita dai ragazzi. ... >> >> Eppure le scienze non dovrebbero essere sperimentali ? > > Non vorrei sembrarti polemico, ma questa scuola di pensiero angolsassone > del tagliare le rane alle high school, .... > Ma per tornare a un discorso pi� generale sul metodo empirico induttivo, > sul Laboratorio come strumento non di verifica ma proprio di scoperta > (in raffronto a quello trasmissivo ... brutta parola, vabb�, diciamo > deduttivo) > > Funziona per pochi, le menti molto intuitive e dotate, e funziona in > tempi lunghissimi. E' vero che produce risultati pi� radicati e molto > persistenti (perch� si ricorda bene quel che si scopre in proprio, con > un percorso accidentato), ma nei tempi contingentati che ci sono, si > riuscirebbe a fare un quarto o un terzo del programma normalmente > fattibile con modalit� pi� "tradizionali" (altra parola che non amo > necessariamente). ... Non credo neanch' io ad una caricatura scolastica del metodo deduttivo. La tentazione di voler assolutamente dimostrare quel che ci si aspetta sarebbe troppo forte. Ma si pu� educare ad *osservare*. Trovo sempre pi� paradossale che nelle ore di scienze (e fisica) non ci si ponga anche il problema di sviluppare le capacit� di osservare e descrivere quel che ci circonda o gli esperimenti che si possono fare. Fare invece di dire "costa" di pi� in termini di tempo ? E allora ? perch� la qualit� dei programmi dovrebbe andare a peso ? A me sembra che si perda di vista il fine confondendolo coi mezzi. Insegnare la scienza non pu� ridursi o avere come compito prioritario quello di far memorizzare informazioni in modo acritico. Invece vedo una cura maniacale nel richiedere elenchi di nomi su nomi senza nenanche provare a fare capire perch� quegli elenchi di nomi possono avere un senso. Capisco che le frustrazioni della vita reale possano portare a disillusioni e scetticismo ma perch� rinunciare sistematicamente senza neanche provare ? (non lo dico a te che almeno ci hai provato con gli esplosivi). GiorgioReceived on Fri Dec 07 2007 - 01:35:58 CET
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