Re: quando il collasso?

From: 3p <2g3m05_at_gmail.com>
Date: Sun, 25 Nov 2007 05:32:48 -0800 (PST)

On 23 Nov, 20:55, Elio Fabri <elio.fa..._at_tiscali.it> wrote:

> ... del resto tu senza accorgertene hai cambiato argomento...
...
> Il tuo primo equivoco sta nel confondere il ruolo della divulgazione
> con quello della scuola.

come sempre hai fondamentalmente ragione, tuttavia pur trattandosi di
cose diverse per un sacco di motivi, non credo che l'accostamento tra
un appassionato dilettante e uno studente sia totalmente improprio.
Quello che volevo dire � che se � possibile capire molto di meccanica
e termodinamica senza conoscere il calcolo infinitesimanel, allora si
possono anche capire molte cose di meccanica quantistica pur senza
conoscere i numeri complessi

>
> La prima (ai nostri tempi) e' dominata da interessi commerciali, e dal
> desiderio di assecondare il lettore, per vendere piu' facilmente.
> Quindi niente sforzi, si deve dare l'illusione di poter toccare da
> vicino le grandi scoperte e i grandi problemi...

questo avviene spesso (anzi ti concedo un quasi sempre) ma talvolta la
divulgazione (che � pur sempre il frutto del lavoro di un uomo e non
di una azienda pubblicitaria) � dominata da altri interessi. Come il
desiderio di rendere per quanto possibile partecipe l'uomo della
strada delle meravigliose conquiste della scienza. Grandi autori (come
Einstein o Feynman per esempio) si sono sforzati in questo senso. Io
non ho mai capito bene la tua posizione a proposito di questi sforzi.
Ritieni siano sforzi inutili? Non � possibile per esempio provare a
spiegare all'uomo della strada la doppia natura della luce? Certo di
sono una miriade di sottilissime questioni teoriche in proposito,
nessuno in un libro divulgativo si metterebbe a parlare di entropia
della radiazione in cavit� (credo nel mio piccolo di avere una cultura
scientifica pi� che media, ma non riuscirei a seguire in modo
soddisfacente ragionamenti di questo tipo) ma chiunque pu� comprendere
la ragionevolezza della strana ipotesi dualistica se riflette con
attenzione su alcuni esperimenti elementari (interferenza,
fotoemissione di elettroni, millikan).

> ...
> Che ci riesca, e' un altro discorso, e oggigiorno capita anche che
> nella scuola si cerchi di correr dietro alle mode. Che secondo me e'
> una pessima pratica, per non usare parole piu' forti.

Infatti la tendenza nella scuola � sempre quella di correre, imparare
una miriade di formulette piovute dal cielo, non dare la giusta
importanza alle basi sperimentali su cui le teorie sono fondate (non �
necessario eseguire materialmente gli esperimenti, ma bisogna dare ad
essi il giusto peso), e soprattutto non farsi domande. In quante
scuole viene dato risalto alla stranezza della fisica classica che
massa inerziale e massa gravitazionale sono esattamente coincidenti ad
esempio? E agli esperimenti che mostrano questo fatto? In quante
scuole si accenna all'esperimento mentale con cui galileo aveva
mostrato la *ragionevolezza* dell'ipotesi che i corpi cadono con la
stessa accelerazione? Le osservazioni sui fatti pi� umili, come una
palla che cade o rimbalza contro il muro, possono riservare sorprese
profonde e interessanti. Si crede che la fisica sia sempre e solo
lavagnate di formule e mai domande, discussioni, ragionamenti,
quesiti, ecc. Per esempio ho il sospetto che la maggior parte degli
studenti creda che la terra eserciti su di noi una forza
gravitazionale maggiore di quella che noi esercitiamo sulla terra. Si
imparano le formule e non ci si sofferma mai a riflettere su di esse.
Mentre se non ci si ferma a riflettere non si pu� affermare di "fare
fisica".
Received on Sun Nov 25 2007 - 14:32:48 CET

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