Re: Qualcuno ha mai visto una particella virtuale?

From: Paolo Cavallo <paolocavallo_at_alice.it>
Date: Sun, 14 Oct 2007 16:19:23 +0200

LuigiF ha scritto:
>
> Un esempio � il libro di Feynman "Theory of Fundamental Processes",
> citato in una risposta del 26 marzo 2002, nella quale si specifica
> che i fotoni virtuali "presi da soli danno proprio luogo
> all'interazione coulombiana".

Il libro di Feynman non � certamente n� un testo divulgativo n�,
all'opposto, un manuale sistematico. Feynman usa un linguaggio di cui
conosce bene i limiti di validit� e si rivolge a persone almeno in
qualche misura altrettanto consapevoli. Non si preoccupa di evitare
l'immagine dei fotoni virtuali come oggetti reali, perch� sa (crede di
sapere...) che per i suoi lettori questo non costituisce un problema.
Sarebbe come dire che, quando tracciava i suoi grafi, Feynman stava
dimenticando che un oggetto quantistico non ha una traiettoria ben
definita. Non lo dimenticava affatto. Le linee dei grafi di Feynman non
sono traiettorie e i fotoni virtuali non sono particelle "reali", cio�
particelle di cui si possa specificare il numero, o il percorso
effettivo. Linee e particelle virtuali sono metafore concettuali, utili
per formulare rapidamente un ragionamento, che pu� essere reso rigoroso
con il ricorso al formalismo della teoria dei campi.
Nel brano di Feynman che tu citi le etichette "fotone reale" e
"virtuale" servono a distinguere determinati termini in un'espressione
matematica. Ma, per ottenere la risposta "giusta", occorre sommare su
tutti i termini possibili. L'ampiezza di un processo reale non � data da
un grafo, ma dalla *somma* di *tutti* i grafi formalmente possibili:
nessun grafo, *da solo*, descrive un processo fisico. Ma questo ha gi�
cercato di spiegartelo Valter.

Paolo Cavallo
Received on Sun Oct 14 2007 - 16:19:23 CEST

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