il potenziale chimico

From: Diego Santini <diego.santini_at_katamail.com>
Date: Thu, 20 Sep 2007 14:40:55 +0200

Salve a tutti.
Tempo fa ho chiesto (su ism) ed ottentuto delucidazioni in merito al
concetto di potenziale elettrico. In quella sede si � parlato oltre che
della definizione di questa grandezza a meno di una costante additiva, anche
del significato fisico: il gradiente di potenziale, preso col segno meno,
indica la forza in quel punto del campo conservativo ed il valore di
potenziale indica il lavoro che il campo deve compiere per spostare la
carica positiva unitaria all'infinito.

Ora sono alle prese col potenziale chimico e, prescindendo dagli aspetti
chimici, non mi sembra irragionevole parlarne per analogia con quello
elettrico.

Come quello elettrico ha una sua definizione matemativa: la somma di tre
termini in cui figurano temperatura, concentrazione e pressione idrostatica
della soluzione nel punto in cui si calcola il potenziale. Leggo che esso
esprime il lavoro che il "campo" deve fare per spostare una mole di
particelle dal punto in considerazione a....suppogno al punto "zero", visto
che la ddp chimico � il lavoro che il "campo" fa per portare una mole di
particelle tra due suoi punti.

Le mie perplessit� sono:
- se il potenziale chimico dipende da temperatura, pressione e
concentrazione, � ragionevole (potendo comunque scegliere uno zero
qualsiasi) pensare al punto "zero" come quello in cui (per analogia con
l'infinito del potenziale elettrico) concentrazione, pressione e temperatura
sono tutte uguali a zero?

- il "campo" conservativo in questo caso � il volume occupato dalla
soluzione, in ciascun punto del quale si pu� calcolare il potenziale?



Grazie
Received on Thu Sep 20 2007 - 14:40:55 CEST

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