Re: Variabili nascoste locali [Era: Una teoria per essere vera deve essere falsificabile]

From: Bruno Cocciaro <b.cocciaro_at_comeg.it>
Date: Wed, 19 Sep 2007 15:25:54 +0200

"Valter Moretti" <vmoretti2_at_hotmail.com> wrote in message
news:1190185571.292739.78480_at_g4g2000hsf.googlegroups.com...
> On Sep 19, 12:21 am, "Bruno Cocciaro" <b.cocci..._at_comeg.it> wrote:

> Ciao, l'unica replica che posso fare � la seguente: cosa � per te il
> principio di Relativit�?
> Cio� come lo enunci? Come lo enuncio io l'hai visto.

Io lo enuncio nella forma datagli da Galileo. Non so se le due forme sono
equivalenti, mi parrebbe proprio di no.
Nella sostanza:
sono all'interno del laboratorio e sono fornito di tutti gli strumenti
possibili per effettuare esperimenti.
Se sono "sotto coverta", cioe' se nel laboratorio non arriva alcun effetto
causato da interazioni con l'esterno (il laboratorio e' una stanza chiusa)
allora gli esiti di un qualsiasi esperimento saranno identici a quelli che
avrei eseguendo lo stesso esperimento in un qualsiasi altro riferimento
messo sotto coverta.

Almeno mi pare che Galileo il principio l'abbia espresso in tale forma.

> sarebbe invece un fatto *incontrollabile e dato*. (Se viceversa
> fossimo in grado di riprodurre questi fenomeni in ogni riferimento
> avremmo la possibilit� di costruire paradossi causali del tipo uno che
> paga il killer nel passato per uccidere i suoi genitori prima che lo
> concepiscano ).

Ah caspita, e' vero !!!
E' come dire che non possono esistere due riferimenti privilegiati
differenti, altrimenti, in opportuni riferimenti, riavremmo i paradossi
causali.
In effetti questa cosa e' brutta, la pancia mi direbbe che non e' cosi',
cioe' che in generale dovrebbero poter esistere anche infiniti riferimenti
privilegiati per la propagazione di tachioni (magari di caratteristiche
differenti da un riferimento all'altro), pero' l'evidenza e' tale che si
deve assolutamente imporre che il riferimento privilegiato sia unico (almeno
finche' la pancia non propone una qualche soluzione credibile che, al
momento, e' decisamente invisibile, almeno a me).

Ti ringrazio dell'osservazione che, nell'estendere quanto appena detto, mi
costringe a ritirare quanto dicevo nell'ultimo post:
non soltanto il riferimento privilegiato deve essere unico, ma deve anche
essere impossibile riuscire a trascinarlo, pena la ricomparsa di paradossi
causali.

Il che, ovviamente, e' anche come dire che il modello che propongo impone la
rinuncia al principio di relativita' nella forma espressa da te. Cosa questa
che in effetti mi dici da tempo e che finalmente mi pare di aver capito
compiutamente.

Ora che ho capito si puo' finalmente proseguire il discorso.
E il discorso, mi pare, tu lo prosegui parlando di scelta:
a) tu preferisci scegliere modelli che non ti impongano di rinunciare al
principio di relativita' nella forma data da te (anche se quei modelli ti
impongono di ammettere correlazioni in assenza di relazioni causali);
b) io continuo a preferire un modello che non mi imponga di ammettere
correlazioni in assenza di relazioni causali (anche se il modello mi impone
di ammettere l'esistenza di un riferimento privilegiato *non trascinabile*).

Come dicevo sopra, e' brutta questa non trascinabilita' di principio, pero',
ad esempio, il riferimento in cui la radiazione di fondo e' isotropa, per
quanto ne so, non lo sappiamo trascinare. Certo un conto e' dire che un
certo riferimento, almeno per il momento, non sappiamo come fare a
trascinarlo, tutto altro conto e' dire che esiste un certo riferimento che
di sicuro non potremo mai essere in grado di trascinare (e' proprio questo
che non piace alla mia pancia, pero', siccome la telepatia gli piace ancora
meno, io scelgo la b)).

Se e' questa la tua posizione, cioe' se dici che il discorso prosegue con
una scelta e che nessuna delle due scelte e' vietata dai fatti o e' viziata
da eclatanti errori di fondo epistemologici o altro, allora direi che nella
sostanza concordiamo. Ti dicevo quasi due anni fa che la questione si riduce
a quale rospo si preferisce ingoiare: non abbiamo gli stessi gusti in fatto
di rospi, ma nella sostanza siamo d'accordo.

> Ciao, Valter

Ciao.
-- 
Bruno Cocciaro
--- Li portammo sull'orlo del baratro e ordinammo loro di volare.
--- Resistevano. Volate, dicemmo. Continuavano a opporre resistenza.
--- Li spingemmo oltre il bordo. E volarono. (G. Apollinaire)
Received on Wed Sep 19 2007 - 15:25:54 CEST

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