Re: Variabili nascoste locali [Era: Una teoria per essere vera deve essere falsificabile]
Bruno Cocciaro wrote:
> Intendo la sincronizzazione che si usa normalmente sulla Terra. Ad ogni
> modo, potremmo anche definirla come la sincronizzazione secondo la quale,
> quando il Sole sorge all'orizzonte, gli orologi si mettono alle ore 6.
Semmai quella secondo cui si mettono alle 12 quando il Sole e' allo
zenit (trascurando effetti di lontananza dal centro del fuso orario).
Comunque sulla Terra nessuno usa questa sincronizzazione, se non per usi
strettamente locali. Per usi non locali (es. trasporto aereo) si usa
l'ora Zulu, che e' uguale su tutta la Terra, oppure si specifica il fuso
orario, il che e' equivalente.
E la ragione per cui non si usa la sincronizzazione che dici tu e' che
e' *sbagliata*. Ed e' sbagliata proprio perche' (anche perche')
utilizzandola si avrebbero antinomie causali, come l'aereo che arriva
prima di partire.
> Potrebbe darsi che alle volte ci
> capitino sotto gli occhi pero', non avendo ancora sviluppato strumenti
> concettuali e/o tecnologici adatti, non riusciamo ancora ad accorgerci della
> loro presenza.
Potrebbe essere che mio nonno sia una carriola, solo che in mancanza di
strumenti adatti non siamo in grado di trovare le ruote.
> Per quanto mi riguarda, il "segnale" e' qualcosa di molto simile ad un'onda
[...]
In effetti avevo chiesto un'altra cosa. Come definisci "trasmissione di
segnale" in generale? Non certo come onda, visto che ci sono tanti
segnali che non si trasmettono come onde (es. l'arrivo di una particella
classica).
Il punto e' importante perche' se definisci la trasmissione di segnale
p.es. alla Ghirardi (vado a memoria: "si ha trasmissione di segnale da A
a B se il risultato di una misura fatta in B dipende dal fatto che sia
stata presa una misura in A") allora si puo' *dimostrare* che la MQ non
permette trasmissione di segnale tramite collasso di funzione d'onda.
Quindi a meno di modificare opportunamente la MQ non abbiamo - non
possiamo avere - trasmissione di segnale superluminale nemmeno tramite
collasso.
> se vogliamo dare un qualche significato fisico alle categorie di causa ed
> effetto allora la loro definizione *non puo'* prevedere che "la causa deve
> precedere l'effetto" se con "precedere" si intende tA<tB.
[...]
> Io non cambio i concetti di causa ed effetto.
Questa e' una vistosa contraddizione. Il fatto e' che causa ed effetto
sono definiti - e lo sono da sempre - con riferimento all'ordinamento
temporale degli eventi. Se togli questo, che ti piaccia o no, tu cambi
il significato dei concetti di causa ed effetto. Si puo' fare, ma
bisogna esserne ben coscienti, e tu non mi pare che lo sia.
Io la questione la vedo diversamente. La definizione di
simultaneita'/sincronizzazione e' certo in parte convenzionale, ma
altrettanto certamente non e' del tutto convenzionale. Convenzionale non
significa arbitrario. Ci sono alcuni criteri che devono essere
soddisfatti: una definizione di sincronizzazione che non sia transitiva
o non sia simmetrica la scartiamo. Analogamente scartiamo anche
definizioni che permettono in qualche caso quello che dici tu, cioe' che
si possa invertire l'ordine temporale causa-effetto. Saremmo nei guai
solo se queste restrizioni ci lasciassero con nessuna definizione
disponibile; ma non mi pare sia questo il caso.
Received on Mon Sep 17 2007 - 12:20:51 CEST
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