Re: Variabili nascoste locali [Era: Una teoria per essere vera deve essere falsificabile]

From: Bruno Cocciaro <b.cocciaro_at_comeg.it>
Date: Fri, 14 Sep 2007 12:35:10 +0200

"Enrico SMARGIASSI" <smargiassi_at_ts.infn.it> wrote in message
news:fcbt07$jgl$1_at_nnrp-beta.newsland.it...
> Bruno Cocciaro wrote:
>
> > Sul non significato fisico dell'ordinamento temporale di eventi lontani
> > personalmente ho ben pochi dubbi,
>
> Ho visto che hai discusso a lungo di questi argomenti,m ma non ho
> segujito, e non mi sembra il caso di farti ripartire daccapo. Ho solo
> una domanda: cosa intendi per "eventi lontani"?

Intendo, posto un certo riferimento R, eventi che avvengono in punti
distinti di R.

E' ovvio che per alcune coppie di eventi (per quelle dentro al cono di luce)
esistera' sempre un riferimento R' nel quale gli eventi avvengono nello
stesso punto. Per questi eventi l'ordinamento temporale dato dalla
sincronizzazione standard sara' sempre in sintonia con l'ordinamento causa
effetto. Permane comunque il fatto che, anche per eventi dentro il cono di
luce, l'ordinamento temporale e' convenzionale, cioe' l'essere, poniamo, A
la causa e B l'effetto, non e' necessariamente legato all'essere l'istante
tA, associato all'evento A, minore dell'istante tB, associato all'evento B.
A sarebbe comunque la causa e B l'effetto anche se sincronizzassimo
diversamente in modo da avere tA>tB.
La cosa diventa di particolare rilievo per eventi fuori dal cono di luce
(come quelli con i quali si ha a che fare con gli esperimenti alla Aspect):
in ogni riferimento gli eventi avverranno sempre in punti distinti e,
assumendo la sincronizzazione standard, possiamo ripartire i riferimenti in
quelli per i quali tA>tB, quelli per i quali tA=tB e quelli per i quali
tA<tB.
Pero', posta la convenzionalita' della sincronizzazione standard, cosi' come
di ogni altra sincronizzazione, non abbiamo motivo per attribuire un
qualsivoglia significato fisico all'ordinamento temporale, cioe' A potrebbe
comunque essere causa e B effetto indipendentemente dal fatto che sia tA<tB
o meno e indipendentemente dall'essere tale relazione verificata in alcuni o
in tutti o in nessun riferimento. Cioe' una domanda di rilevanza fisica,
come "Chi e' la causa e chi l'effetto?", non puo' trovare risposta in un
ente convenzionale, come la direzione temporale, che viene scelto da noi.
Non siamo noi a decidere chi e' la causa e chi l'effetto. La causa non
diventa effetto perche' noi decidiamo di descrivere gli eventi in maniera
diversa.

La mia correzione al modello presentato da Eberhard e' tutta qua (almeno
consiste certamente, come minimo, in questo punto, non so se anche in altri
perche' non ho ancora studiato nel dettaglio il modello di Eberhard).

Ciao.
-- 
Bruno Cocciaro
--- Li portammo sull'orlo del baratro e ordinammo loro di volare.
--- Resistevano. Volate, dicemmo. Continuavano a opporre resistenza.
--- Li spingemmo oltre il bordo. E volarono. (G. Apollinaire)
Received on Fri Sep 14 2007 - 12:35:10 CEST

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