Llewlyn ha scritto:
> Questo � realmente illuminante.
> Non sapevo che questa visione fosse superata. Che interpretazione
> daresti quindi? Qual'� il modo "corretto" di pensare?
Non e' detto che tutti i fisici siano d'accordo, ma io direi che
quella del dualismo onda-corpiscolo e' la fase storica iniziale, in
cui (soprattutto) sotto l'infuenza di Bohr-Heisenberg) sic ercava di
costruire una certa interpretazione delle m.q.
Se per es. leggi Feynman vedrai un punto di vista totalmente diverso,
che a me pare piu' convincente.
Detto in due parole: gli enti quantistici non sono ne' onde ne'
particelle, o se volgiamo sono "particelle quantistiche". Non ha
troppo senso attribuire ad essi le proprieta' cui siamo abituati per
gli oggetti della fisica macroscopica; dobbiamo abituarci a vederli
per quelo che sono, con le proprieta' peculiari che manifestano, e che
sono descritte in modo completo appunto dalla m.q.
> Resta cmq il fatto che costruendo uno stato autoket simultaneamente
> delle due osservabili ho realmente la posizione piccata sulla x e
> l'onda piana di vettore d'onda k sulla y. Sembra essere a tutti gli
> effetti, per quanto controintuitiva, una "ondella".
"Ondella" sarebbe la traduzione italiana di "wavelet"?
Va bene: del resto se rinunci agli _autostati_ chein realta' non
esistono per queste osservabili, ma ti accontneti di "autostati
approssimati", puoi scrivere qualcosa come
A * exp(-a*x^2) * exp(-b*y^2) * exp(iky)
e se prendi _a_ molto grande e _b_ molto piccolo avrai appuinto quello
che cerchi: un quasi autostato e X e di Py.
Ma come vedi e' solo un caso particolare: potresti scegliere _a_ e _b_
in infiniti altri modi.
insy ha scritto:
> Tuttavia se da una parte ci� ti permette di superare il vecchio
> concetto, dall'altra, almeno personalmente, mi lascia con un
> retrogusto amaro di non sapere di cosa parlo perch� non ho familiarit�
> con una "particella quantistica", vorrei poterla descrivere meglio di
> cos�, o perlomeno immaginarla con qualcosa di non classicamente
> analogo magari, ma con qualcosa che possa rendere al meglio il suo
> comportamento.
Anche se capisco la sensazione (il "retrogusto" ;-) e non sei certo il
solo) devi considerare che infondo cio' e quasi naturale, anzi ci si
dovrebbe molto meravigliare del contrario.
Ci siamo messi a esplorare un mondo che si scosta per parecchi ordini
di grandezza da quello che ci e' familiare, sul quale si sono formate
le nostre categorie mentali. Che c'e' di strano se ci troviamo
disorientati?
La familiarita' va "riconquistata", e non c'e' altro modo che
studiare...
Ci si puo' caso mai meravigliare, o se vuoi anche entusiasmare, che
abbiamo tuttavia degli strumenti mentali i quali, per mezzo della
matematica, ci permettono di padroneggiare mondi cosi' lontani, nel
grande e nel piccolo...
--
Elio Fabri
Received on Wed Aug 01 2007 - 20:51:49 CEST