Re: fotoni, pacchetti d'onda e campi elettromagnetici costanti nel tempo

From: marcofuics <marcofuics_at_netscape.net>
Date: Mon, 23 Jul 2007 02:45:40 -0700

On 21 Lug, 19:04, pasticcere <amc..._at_gmail.com> wrote:

> ho rinunciato a studiare fisica quantistica per la difficolt�
> matematica, ho solo qualche nozione generale,

Ciao, e quindi ti arrendi alla prima difficolta'?
Le tue difficolta' non pensi che le abbiano incontrate un po' tutti
quelli che hanno fatto la tua strada?
Pensa che se vuoi le superi, soltanto volerlo... cerca di assumere una
impostazione piu' critica, una visione piu' aperta e globale.


> e ho un dubbio che non
> riesco a risolvere, purtroppo non riesco a trovare una risposta
> diretta sui testi: come si fa a descrivere un campo elettrico/
> magnetico costante nel tempo in termini di pacchetti d'onda?


Spesso ci si perde dietro ai dettagli e si lascia la strada
principale... Perche' ti poni questa domanda?
Prima di partire con elucubrazioni e ricerche, sii lungimirante:
Chiediti "dove vuoi arrivare"? Qual e' lo scopo del tuo studio?
Non perdere mai di vista il tuo scopo.
L'errore che ho fatto troppe volte io durante il mio studio accademico
era di perdermi dietro alle cose complementari, alle secondarie.... ma
d'altronde per arrivare oltre tutto serve.


Allora, capiamo insieme che significa campo elettrico.... poi vediamo
perche'/percome questo possa (o meno) essere stazionario.


Una carica nello spazio, sola, unica in assoluto non ci da' evidenza
della sua presenza se non attraverso una forza, una informazione, un
messaggio.

Infatti, se poniamo nello spazio una sonda di-carica-piccolissima
(altrimenti perturbiamo) la vediamo muoversi: ergo esiste su di essa
una forza da parte della carica. Senza alcun apparente contatto vi e'
stata trasmissione di forza, trasmissione di energia.
Ipotizziamo la presenza di un ente che trasmette le Azioni-
Energetiche: il Campo.
Allora la carica "crea il suo campo" che agisce anche da lontano su
una qualsiasi sonda.
Va bene, lo accettiamo.
Se poi spostiamo la carica origine del campo, all'istante t0, una
rapida traslazione da P a P', cio' di sicuro si manifestera' sulla
sonda, che di riflesso percepira' prima un campo generato in P e poi
in P'.
Si misura che tale variazione ha un suo ritardo nel propagarsi...
cioe':
Ad uno spostamento da P a P' della carica origine corrisponde una
relativa variazione del campo [che effettivamente non si misura
direttamente ma con l'ausilio di una sonda infinitesimamente carica]
rivelata prima dalle sondine vicine e poi man mano da quelle piu'
lontane.
La variazione si sposta alla velocita' della luce (nel vuoto).

Quando esistono piu' cariche non infinitesime, queste si muoveranno!
Ogni movimento sara' riflesso sullo stesso campo, il quale campo
totale e' un campo sovrapposizione di tutti i campi parziali.
Il moto delle cariche soggette al campo e-m e' necessario e dovuto.
Il campo durante l'intervallo di tempo che va dall'azione della
sorgente alla corrispettiva azione della destinazione funge da
serbatoio energetico: in esso viene immagazzinata l'energia rilasciata
dalla sorgente e che servira' a muovere la destinazione.

In tale scenario non e' possibile avere stazionarieta' per ovvi
motivi, a meno di non intervenire dall'esterno con forze estranee agli
stessi campi e-m per impedire i movimenti.

La configurazione immobile di cariche sorgenti/ e cariche destinazione
ovviamente da' l'idea che nessuna energia e' fluita nello stesso campo
(seguendo il meccanismo sopra descritto), ma cio' e' falso.

La configurazione immobile {sia essa del caso piu' elementare di 2
cariche soltanto, vincolate a non spostarsi] e' reciproca:
la carica 1 non si muove, ne' la carica 2.
Ma questo e' possibile solo se le 2 informazioni e-m sono
perfettamente equivalenti e di valore opposto: cio' per la natura
stessa del campo e-m (sovrapposizione "lineare" dei 2 campi 1 e 2)
porta ad avere una cancellazione "apparente" dell'energia fluita nel
campo.... solo apparente poiche' se il vincolo esprime una resitenza
questa deve gioco-forza essere scatenata dall'azione del campo.

Dunque, un campo e-m stazionario non lo e' davvero, e' solo una comoda
visione sperimentale.
Received on Mon Jul 23 2007 - 11:45:40 CEST

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