Re: galilei

From: Elio Fabri <elio.fabri_at_tiscali.it>
Date: Mon, 02 Apr 2007 21:48:37 +0200

ivan ha scritto:
> poich� solo il risultato sperimentale che le due sfere cadano con la
> stessa velocit� pu� condurre alla conclusione che la attrazione verso
> il basso ( massa gravitazionale ) coincide, a meno di costanti, con la
> resistenza all'accellerazione ( massa inerziale )deve esistere nel
> ragionamento di G un ipotesi implicita della stessa portata
> concettuale dell'affermazione " la massa gravitazionale concide con la
> massa inerziale"
> Non � cosa da poco.
>
> Poniamo l'ipotesi opposte e vediamo il ragionamento.
> ...

3p ha scritto:
> Una domanda a dir poco stupenda! Appena la ho letta mi ha messo a
> disagio (forse termine non del tutto appropriato, parlo di qualcosa di
> piacevole e stimolante). Ora mi � venuta in mente una possibile
> risposta (non so se � giusta): ci� che si verifica sperimentalmente e
> che � implicito nell'esperimento mentale di galileo, � il fatto che le
> forze si sommano come vettori, ci� che conta nel far muovere i corpi
> (nel nostro caso i due corpi legati possono essere considerati un
> corpo solo, se disposti lungo la verticale) � la forza risultante.
> ...
Secondo me entrambe le vostre soluzioni hanno un difetto: fanno uso
del ... senno di poi, ossia della fisica come la conosciamo oggi.
Non avreste potuto fare quelle obiezioni a Galileo, al suo tempo.

Riprendiamo il ragionamento come l'ha esposto ivan:
> Che due corpi di peso diverso cadano con la stessa legge oraria
> risultava evidente a Galileo, senza bisogno di conferme sperimentali.
> Infatti: Se la sfera di ferro cadesse pi� velocemente della sfera di
> legno, potrei legare insieme i due oggetti, ottenendo un corpo che
> dovrebbe, nello stesso tempo, cadere pi� velocemente della sola sfera
> di ferro ( in quanto pi� pesante ) e anche pi� lentamente della sola
> sfera di ferro ( frenata dall'appendice di legno ).
La legge aristotelica e': la velocita' di caduta di un corpo e' in
proporzione (o almeno f. crescente) del suo peso.
Assumiamo che questa legge sia incondizionatamente valida: possiamo
dunque applicarla al "corpo" formato delle due palle legate insieme,
che ha chiaramente un peso maggiore di ciascuna delle due.
Dunque cadra' con velocita' maggiore di ciascuna presa da sola.

Fin qui direi che non ci piove: non abbiamo fatto nessuna ipotesi
nuova.
Abbiamo solo usato l'espediente di creare un nuovo "corpo" che e'
l'unione di due preesistenti, ma questo mi pare privo di obiezioni.

Ora si dice: ma la palla di ferro, una volta legata a quella di legno,
verra' da questa rallentata.
Alt!

A questo punto si sta dicendo che le due palle conservano (anche
quando sono unite) una loro individualita', e che il moto di ciascuna
puo' essere influenzato solo dall'azione (frenante o accelerante)
dell'altra.
In linguaggio moderno, che la palla di ferro sara' soggetta
all'attrazione della Terra e *inoltre* a una forza dovuta al contatto
con quella di legno.
Questo e' verissimo per come la vediamo oggi: ma e' una nuova regola,
che non fa parte del discorso aristotelico.
Potra' essere vera o falsa, ma solo l'esperienza puo' decidere.

Dunque l'argomento di G. non e' affatto "pura logica": egli in realta'
introduce un nuovo elemento, perfettamente plausibile, che crea un
conflitto.
O ha ragione Aristotele, e allora questo elemento va espunto dal
discorso; o ha ragione G., e allora e' la "legge" aristotelica che va
modificata.

Possiamo vederla in un altro modo, senza scomodare Aristotele.
Possiamo considerare come conoscenza di senso comune che di solito i
corpi piu' pesanti cadono piu' rapidamente.
Ma e' anche di senso comune che due corpi a contatto s'influenzano,
ciascuno tendendo a comunicare all'altro il suo moto.
L'osservazione di G. consiste nel mettere in contrasto queste due
conoscenze di senso comune: non possono essere entrambe vere.
Occorre dunque sperimentare, e ragionare su quello che si vede...
                                               

-- 
Elio Fabri
Received on Mon Apr 02 2007 - 21:48:37 CEST

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