Re: Etere

From: Tetis <gianmarco100_at_inwind.it>
Date: Wed, 04 Apr 2007 15:15:42 GMT

Il 03 Apr 2007, 12:09, Enrico SMARGIASSI <smargiassi_at_ts.infn.it> ha scritto:
> Tetis wrote:
>
> > circoscritto se nel progresso scientifico l'errore o un atteggiamento
> > fideistico irrazionale, a sostegno della verit� possano avere un
> > ruolo funzionale.
>
> Che possano o lo abbiano fatto non ci piove. Tuttavia questo non deve
> portare a pensare che qualunque tipo di atteggiamento sia funzionale.
> Soprattutto quelli che nella grande maggioranza dei casi sono negativi e
> solo occasionalmente risultano utili.

Questa mi sembra una falsa antitesi. Io personalmente non ho
mai sostenuto questo argomento, n� mi sembra lo sostenesse
Brini. Il fatto che esistono dei sistemi certi per conseguire errori
non implica certo che esistano un metodo per conseguire
risultati, o che esista un sistema canonico per prevenire le
cantonate, al contrario eccessi di sistematizzazione dei controlli
potrebbero
risultare da freno al progresso scientifico, sempre che gi� non lo
siano.

 Dalla vostra discussione mi sto formando tuttavia la netta
impressione che Feyrabend deve avere apprezzato la dialettica
eristica di Schopenauer. Io personalmente non ho alcuna inclinazione
per questo genere di modo argomentativo, e lo stesso Schopenauer
non mi risulta che pensasse fosse un buon modo di argomentare
filosoficamente. Tuttavia oggi esiste una diffusa credenza che la
filosofia, gli argomenti speciosi, i metodi dialettici costituiscano un
tuttuno
persino con la superstizione e siano una specie di nemico giurato delle
scienze che invece stanno dalla parte opposta. Questi sono falsi miti
che espropriano la scienza dei suoi valori filosofici e la filosofia di
un fertilissimo terreno di indagine. Per fortuna non sono miti condivisi
n� da chi fa ricerca scientifica ad alto livello n� da chi fra i filosofi,
sempre
pi� raramente, riesce ad accedere ad una competenza di tipo scientifico.


> > Tutto questo
> > non pu� essere buttato a mare come vizio tenendo tutto quel che
> > resta come virt� [ecc.]
>
> Concordo. Da questo ne discende l'anarchismo metodologico? Io direi
> proprio di no. Ne discende, semmai, quell'opportunismo metodologico che
> tanti scienziati hanno praticato ed anche teorizzato (in un altro
> messaggio ho menzionato Einstein a questo proposito).
>
> > ??? ripeto a me sembra che qui si intenda per filosofia qualcosa
> > di ristretto e che questa delimitazione sia un errore storico,
>
> Al contrario, io ho usato il termine filosofia in un senso ampio ed ho
> fatto notare come in questo senso la filosofia abbia subito non poche
> delusioni,

Tu dicevi: "la scienza erode il terreno della
filosofia. Non e' un caso se i grandi sistemi
filosofici siano crollati". Come se la scienza non
avesse nulla a che fare con un'atteggiamento di
ricerca filosofico, come cio� se lo scienziato non
fosse anche un filosofo. E questo lo inserivi in un
contesto ben preciso in cui ti servivi di un locuzione
come: "io non dico che la verita' scientifica sia l'unica
possibile" come a dire che la verit� sia frammentaria
o frazionabile. Ma questo � un atteggiamento comune
del nostro tempo che va di pari passo non gi� con l'esistenza
e la proliferazione di specializzazioni, ma con la frammentazione, con
la creazione di steccati dentro la societ� stessa.

Perch� esista questa situazione non lo so, ho solo fatto l'ipotesi
che potrebbe essersi rafforzata come effetto della corsa
alla deresponsabilizzazione rispetto ad una eredit� che
questo secolo ha ricevuto dal precedente. L'ampliamento
della base sociale che alimenta lo sviluppo del sapere e
della tecnologia non sono di per se un motivo di contraddizione
e non dovrebbero essere d'ostacolo all'esistenza di una
gerarchia di livelli ai gradi pi� alti della quale i diversi saperi
si armonizzano e cercano una coerenza che valorizzi le opportunit�
che le diverse specializzazioni possono cogliere.

Se questo non
avviene � per effetto di una dialettica della contraddizione da cui
alcune realt� storiche sono pi� caratterizzate che non altre.
Confronta ad esempio Europa e Sud America, Europa e Stati
Uniti, Stati Uniti e Cina. Quando parlavi
della caduta dei grandi sistemi filosofici ho ripercorso mentalmente
la storia della nascita delle Universit� in Europa, la storia della
loro divisione, la storia dei conflitti fra sistemi di ragioni contrapposti,
fino alla storia dei conflitti mondiali, tutto questo andava di pari passo
con la costituzione di unit� nazionali in luogo di aggregazioni
di portata continentale. E' chiaro che questi fattori pesino.
E' vero anche che la dialettica (non quella eristica, ma quella fondata
sul confronto di argomenti validi ed alternativi) favorisce sul lungo
termine una sorta di selezione delle idee, ma questo vantaggio non
� privo di costi: campagne partigiane che dilazionano la ricerca di
sintesi, campanili protezionistici, sistemi ideologici che prescindono
dalla forza delle idee e dal valore unificante della cultura.

che hanno poi portato alla sua frammentazione in tante
> sottodiscipline specialistiche - non poi tanto diverso dallo sviluppo
> scientifico.

Le discipline sono qualcosa di distinto dal sapere e dalla
cultura, hanno pi� relazione con la fase applicativa e codificata
della cultura che non con il momento creativo di nuova cultura,
� risaputo che l'esistenza di discipline codificate ha portato
spesso al rallentamento piuttosto che ad una accelerazione
della introduzione di nuove soluzioni. Ad esempio: nel 1400
Firenze acquisisce la cognizione di un modo per triplicare la
produzione del grano. Per tre secoli le carestie continuano ad
affliggere l'Europa, l'aumento della produzione seguir� la
sorte delle contrapposizioni politiche. Tuttavia per diventare
sistema condiviso la nuova "filosofia di produzione" deve costituirsi in
disciplina, deve anche entrare nelle pieghe della politica.
Spesso si verifica che il successo di vecchi metodi disciplinari
li rende impermeabili alle trasformazioni, ai cambiamenti,
finendo per dipingere come sovversivi gli aspetti innovativi.
In tal senso parlare di metodo scientifico � "pericoloso"
ma limitatamente al tempo richiesto per l'assimilazione dei
nuovi metodi :-)

Ora filosofia indica "semplicemente" l'esame critico di
> questa o quella branca dell'attivita' umana. Importante, ma che
> difficilmente puo' pretendere una posizione di privilegio.

Questa �, appunto, la delimitazione che pertiene alla disciplina
accademica, non alla filosofia nel senso della parola.

> > ed ancora � un errore dividere e marcare gli ambiti fra la filosofia, la
> > politica, e la religione,
>
> Io invece credo che la divisione degli ambiti sia essenziale. Lo e'
> stato per il bene sia della scienza, che della religione, che della
> politica. La mescolanza ha portato disastri che non credo sia necessario
> illustrare.

Illustra invece. Ma con spirito critico, attento a distingure
quello che � stato sopruso politico di parte da quello che
� stato comune ricerca del bene comune.


> > La scienza e gli
> > scienziati hanno la possibilit� di partecipare paritariamente,
> > senza arrogarsi primati, alla soluzione delle difficolt�,
> > al superamento degli steccati,
>
> Assolutamente. Ma proprio per questo bisogna che non si cerchi una
> soluzione scientifica ai problemi religiosi, ne' una soluzione politica
> a quelli scientifici, ne' una religiosa a quelli politici.

Ma per quale motivo, se prima dicevi che la separazione in
sottodiscipline che ha riguardato la filosofia � affine alla
separazione in sottodiscipline che ha riguardato la scienza
dovresti ammettere l'interdisciplinariet� scientifica e non il
carattere sistemico della societ� e delle persone nelle loro
connotazioni filosofiche?

Non credi che con queste scelte a priori si possa finire per
sostituire le etichette senza cambiare nulla della sostanziale
partigianeria del passato, non credi che la deriva delle fazioni
possa accentuarsi, anzich� no, per effetto di una rinuncia a priori
rispetto alla ricerca di sintesi sistemiche?

> --
> Enrico Smargiassi
> http://www-dft.ts.infn.it/~esmargia
>

--------------------------------
Inviato via http://arianna.libero.it/usenet/
Received on Wed Apr 04 2007 - 17:15:42 CEST

This archive was generated by hypermail 2.3.0 : Fri Nov 08 2024 - 05:10:11 CET