Re: Gli orologi e i fotoni

From: Bruno Cocciaro <b.cocciaro_at_comeg.it>
Date: Sun, 18 Mar 2007 23:30:44 +0100

"argo" <brandobellazzini_at_supereva.it> wrote in message

> Riassumo l'idea che mi sono fatto in questi scambi di opinione (sempre
> in ambito non relativistico):
> 1) il tempo ci appare continuo perche' lo misuriamo con orologi sempre
> piu' precisi

Io penso che non sia tanto per la precisione degli orologi, quanto per il
fatto che riusciamo ad individuare certi fenomeni, E1, E2, E3, E4 ... e
scopriamo che, fra due E1 successivi si verificano sempre, ad esempio, 10
E2; fra due E2 successivi si verificno 28 E3, fra sue E3 45 E4 ...

> 2) i fenomeni hanno un solo tempo che scandisce il passaggio da uno
> stato ad un altro. Il tempo e' cioe' la stessa variabile evolutiva che
> vale per tutti, per tutti e' la stessa, ed e' misurata dagli orologi
> (possiamo dunque usare il plurale invece che dire da un solo
> orologio).

Dove con "tempo che scandisce il passaggio", una volta che il tempo e'
disceso dall' a priori diventando un ente misurabile, si deve intendere
la ripetizione di un certo fenomeno preso come riferimento. Con "i fenomeni
hanno lo stesso tempo" si deve intendere che i fenomeni - o, almeno, alcuni
di essi - sono sincroni (ogni due E1 si hanno 10 E2 ecc ...).

> 3) quello che tu chiami il miracolo della sincronia mi sembra quello
> di avere un tempo unico

Si, se con "tempo unico" si intende quanto dicevo sopra.
Ma non rivendico certo il copyright sulla "miracolosita' della natura".
Semplicemente io sto dicendo che, se non volgiamo credere ai miracoli,
dovremmo cercare di spiegare in un qualche modo tale "miracolosita'".

> Ciao.

Ciao.
-- 
Bruno Cocciaro
--- Li portammo sull'orlo del baratro e ordinammo loro di volare.
--- Resistevano. Volate, dicemmo. Continuavano a opporre resistenza.
--- Li spingemmo oltre il bordo. E volarono. (G. Apollinaire)
Received on Sun Mar 18 2007 - 23:30:44 CET

This archive was generated by hypermail 2.3.0 : Fri Nov 08 2024 - 05:10:11 CET