Re: NEWTON e il primo principio

From: Bruno Cocciaro <b.cocciaro_at_comeg.it>
Date: Mon, 8 Apr 2019 21:16:40 +0200

"Tommaso Russo, Trieste" ha scritto nel messaggio
news:q8cjbl$7rs$1_at_dont-email.me...

> Senza andare a cercare complicazioni galattiche,

ah, benissimo, evitiamole. Pensavo tu volessi entrare in quelle
complicazioni con "il sistema di coordinate oblique con origine nel centro
di massa del sistema solare e assi che puntano verso tre stelle fisse", ma,
se non e' cosi', ne sono ben felice.

> il concetto di laboratorio DEVE comprendere anche lo spazio circostante,
> almeno per alcuni chilometri.

certamente, il laboratorio-riferimento non puo' essere puntiforme

> Io ho il sacrosanto diritto di dire che, nel riferimento del gran navilio,
> fari, moli e altre navi si muovono, e di volerne misurare la velocità.

Non esattamente. Nel laboratorio-riferimento naviglio i fari non ci sono.
Pero', e immagino tu voglia intendere qualcosa del genere, posso immaginare
un laboratorio-riferimento, chiamiamolo S, molto piu' esteso del naviglio e
tale che in S il naviglio sia in quiete. Potremmo chiamare S "riferimento
del naviglio", e in S i fari e i moli ci sono e non sono in quiete.
Si puo' certamente misurare la velocita' del faro in S, ma, a tale scopo,
non c'e' alcun bisogno di definire alcun asse coordinato:
quando l'orologio fisso nel faro segna l'istante Tau_in si osserva che il
faro si trova nel punto X_in di S,
quando l'orologio fisso nel faro segna l'istante Tau_fin si osserva che il
faro si trova nel punto X_fin di S,
la misura di *distanza* fra i punti X_in e X_fin, divisa per la *misura* di
intervallo di tempo, eseguita dall'orologio fisso nel faro, da' la Velocita'
V:
V=|X_fin-X_in|/(Tau_fin-Tau_in).

Cioe' per ottenere le grandezze che hanno rilevanza fisica, come V, sono
necessarie le *misure*, non sono necessarie le coordinate, cioe' numeri che
convenzionalmente decidiamo di associare ai punti di un dato riferimento.

Si puo' infine notare che la V sopra definita *non e'* la grandezza
convenzionale che viene usualmente chiamata velocità in RR. E' la grandezza
non convenzionale che in RR si chiama parte spaziale del quadrivettore
velocita', o anche rapporto fra la quantita' di moto del faro e massa dello
stesso.

> Già per dire che si muovono devo traguardarli attraverso due punti fissi
> del navilio, e cosi' facendo definisco implicitamente un asse coordinato,
> quello su cui il faro NON rimane. Per misurare velocità e accelerazioni,
> devo prima di tutto poter misurare (e quindi definire) *posizioni*. Io
> sostengo che, per determinare la posizione della lampada di un faro
> rispetto al navilio, non posso fare a meno di un sistema di coordinate ad
> esso solidale. Se tu riteni che non sia indispensabile, descrivi il metodo
> che useresti.

Spero di aver risposto. Si misurano distanze (e, eventualmente, angoli), non
posizioni. Assoceremo alla parola posizione un insieme di numeri (le
coordinate) che saranno in qualche modo legati alle misure di distanza e di
angolo. Ma quelle necessarie sono le misure, non i numeri legati in qualche
modo (modo scelto liberamente da noi) agli esiti delle misure.

Le parole "posizione del faro rispetto al naviglio" stanno ad indicare, in
un dato istante, ad esempio quando l'orologio fisso con il faro segna
l'istante Tau_in, il vettore spostamento naviglio-faro che avrà intensità
data dalla misura di distanza fra il punto, X_n, in cui si trova il naviglio
e il punto X_in in cui si trova il faro e formera' un certo angolo
misurabile Alpha con il vettore spostamento coda-testa del naviglio.

> TRu-TS

Ciao,
--
Bruno Cocciaro
--- Li portammo sull'orlo del baratro e ordinammo loro di volare.
--- Resistevano. Volate, dicemmo. Continuavano a opporre resistenza.
--- Li spingemmo oltre il bordo. E volarono. (G. Apollinaire)
---
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Received on Mon Apr 08 2019 - 21:16:40 CEST

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