Re: dilatazione temporale esperimento

From: Bruno Cocciaro <b.cocciaro_at_comeg.it>
Date: Wed, 17 Jan 2007 01:22:40 +0100

<giovanni_pagani_at_tele2.it> wrote in message
news:1168981861.262599.234790_at_51g2000cwl.googlegroups.com...

> In un esperimento di questo genere sarebbe del tutto inutile
> recuperare gli orologi, ogni ora, giorno, o mese, a piacere verrebbe
> trasmesso a terra il tempo da essi segnato.
> Il ritardo, peraltro costante per la geostazionalit�, dovuto alla
> distanza satellite-terra verrebbe tenuto in debito conto.
> Se ogni giorno si accumulasse un ritardo, od un anticipo, relativo di
> anche solo 100 nsec dopo tre anni questo supererebbe i 100 ?sec.

Io non conosco tanto bene il funzionamento degli orologi, in particolare i
problemi che hanno o potrebbero avere in via di principio. Pero' un accumulo
di 100 ns al giorno potrebbe essere inosservabile dopo tre anni se la misura
dell'orologio fosse affidabile per molto meno di 100 ns al giorno. Certo, la
non affidabilita' di un dato orologio dovrebbe dare (almeno cosi' immagino)
alcuni giorni un errore in anticipo, altri giorni in ritardo, cosi' che con
uno studio statistico (cioe' portando tanti orologi in volo per tre anni)
dovrebbe rendere apprezzabile il ritardo.
Ma mi pare che sarebbe una misura di gran lunga meno pulita di quella fatta
con un solo orologio atomico da Hafele e Keating. I miscredenti troverebbero
certo molto da ridire.

> Non sono un ingenuo, so che se si recuperassero gli orologi e li si
> riportassero in quiete rispetto agli orologi a terra ritornerebbero ad
> essere sincroni con questi, sempre e comunque sotto qualsiasi ipotesi.

Beh, in effetti qua volevo aggiungere qualcosa tipo "con ogni probabilita'
con "ritmo" intendi anche tu quello che io sotto chiemero' "sincronia", ma,
per la precisione preferirei puntualizzare la cosa", poi ho preferito non
appesantire il post.

> Allego anch'io alcuni link:
> http://www.brera.unimi.it/old/Atti-Como-96/giuliani.html
> http://www.cartesio-episteme.net/H&KPaper.htm
>
> Pareri diversi dai suoi e forse anche dai miei.

In passato ho provato a leggere alcuni di questi interventi (non saprei dire
se proprio quelli riportati da te o altri). Ho sempre avuto l'impressione di
leggere interventi scritti da gente che non aveva le idee chiarissime
riguardo alla relativita'. Una volta ho provato anche a chiedere qua se
qualcuno mi aiutava a capire come si poteva accettare che una persona, che
verosimilmente ha compreso le linee essenziali della relativita', potesse
dire cose del genere (ricordo poco, uno di questi mi pare fosse Essen,
quello che viene citato come ultimo riferimento in H&KPaper. Ricordo
comunque che non ricevetti risposta). In sostanza, un conto e' un ignorante
e un conto e' un eretico. Un eretico conosce il punto di vista comunemente
accettato ma si oppone ad esso portando delle argomentazioni, magari non da
tutti condivise, aventi comunque un senso. Permane il fatto che il suo e' il
punto di vista di un non ignorante. Ecco io faccio fatica a comprendere come
tali argomentazioni si possano chiamare "eretiche". A me sembrano indice di
poca comprensione delle linee essenziali della relativita'. Naturalmente
l'eretico, o presunto tale, potra' opporre che sono io l'ignorante che non
capisco il suo punto di vista.

> Anche Ipse cos� dixit:"Il tempo � questione di orologi."
> Non se la prenda con me, ambasciator non porta pena.

E chi e' questo "ipse" ? Ad ogni modo io concorderei totalmente, anzi mi
parrebbe uno dei punti di partenza della relativita': il tempo di cui si
parla in relativita' e' cio' che viene misurato dagli orologi, niente di
piu', niente di meno.

> Le propongo un indovinello.
>
> Lei sta fermo, in una stazione ferroviaria, davanti ai binari.
> Io passo guidando un veloce treno a velocit� pari a 0,866C, Gamma = 2.
> Provengo dalla sua sinistra ed alla sua destra, sulla massicciata
> ferroviaria, ad un chilometro, una macchina fotografica � pronta a
> fotografare il mio orologio quando passer� alla sua altezza.
> Anche lei � provvisto di un'altra macchina fotografica ultra veloce
> che fotografer� il mio orologio quando passer� alla sua altezza.
> A quanto ammonter� la differenza di tempo registrata dalle fotografie
> del mio orologio?

Risposta: 1Km/(gamma*0,866C)
(con velocita'=0,866C si intende che tale e' la velocita' "misurata" da
terra avendo sincronizzato gli orologi a terra secondo la relazione
standard).

> Le propongo un secondo indovinello, di poco diverso dal primo.
[...]
> A quanto ammonter� la differenza di tempo registrata dalle fotografie
> del suo orologio?

Come sopra, la risposta e' 1Km/(gamma*0,866C). Deve esserlo perche' i due
riferimenti sono equivalenti (mi pare che in tale equivalenza entri anche
l'ipotesi di isotropia).

> Per determinare la distanza alla quale piazzare la macchina fotografica
> sulla massicciata � stato usato, come strumento di misura, il treno.

Beh ... anche qua immagino che con "il treno", tu intenda "il treno quando
era fermo".

> Ciao ed anche se in ritardo, Buon Anno.

Buon anno anche a te e ... avrai notato che qua il lei non lo usa
praticamente nessuno, io mi sono permesso di passare al tu senza prevviso,
come fanno tutti, almeno nei gruppi che mi e' capitato di frequentare. Se
anche tu passassi al "tu", almeno con me, la cosa non potrebbe che farmi
piacere.

> Giovanni Pagani.

Ciao.
-- 
Bruno Cocciaro
--- Li portammo sull'orlo del baratro e ordinammo loro di volare.
--- Resistevano. Volate, dicemmo. Continuavano a opporre resistenza.
--- Li spingemmo oltre il bordo. E volarono. (G. Apollinaire)
Received on Wed Jan 17 2007 - 01:22:40 CET

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