Giovanna Velant ha scritto:
> Devo confessare che la prima volta che sento menzionare la possibilit�
> di una interpretazione "non ortodossa" del concetto di vettore.
> Di primo acchito mi viene da pensare a certo linguaggio della
> meccanica razionale nel quale, ad es., i cambiamenti di riferimento
> sono visti non come endomorfismi isometrici di uno spazio ma come a
> isometrie tra due distinti spazi associati a due distinti riferimenti;
> ma � molto probabile che il Professore alludesse a qualcosa di ben pi�
> profondo. Gli sarei estremamente grata se potesse fornire qualche
> indicazione bibliografica in merito.
Ma chi e' "il Professore"? Non saro' mica io? :-)
In tal caso, guarda che qui non siamo cosi' formali: ci diamo tutti
del tu, indip. da eta' e titoli.
Del resto sai benissimo che nella scienza non conta _chi_ dice
qualcosa, ma _come_ lo dice, e se quello che dice vale oppure no.
O almeno, cosi' dovrebbe essere...
Ma poi, come lo sai che sono professore? ;-)
Quanto alla sostanza, si' la mia posizione non e' troppo diversa da
quella che citi come propria della mecc. razionale, anche se non ne
ero a conoscenza.
A me quello che preme di piu' e' separare i discorsi sui vettori, e
poi quelli che seguono su invarianze ecc. (spec. in relativita') dal
vincolo ai sistemi di coordinate.
Infatti io tengo a tenere distinto il _sistema di riferimento_ (che e'
un concetto fisico) dal _sistema di coordinate_ (che e' uno strumento
matematico).
Quanto alle indicazioni bibliografiche, sono in difficolta': non
conosco libri che trattino la questione in questo modo, che appunto tra
i fisici non e' affatto corrente.
Dovrei rifarmi a qualcosa scritto da me, ma non libri. Magari appunti
di lezioni o simili, in buona parte reperibili in rete. Per es.
http://www.df.unipi.it/~fabri/sagredo/varie/tensori.pdf
--
Elio Fabri
Received on Sat Jan 06 2007 - 21:12:29 CET