Re: Cos'่ un fotone

From: Elio Fabri <elio.fabri_at_tiscali.it>
Date: Mon, 04 Dec 2006 21:01:00 +0100

Tetis ha scritto:
> Anzitutto complimenti, avevo seguito una lezione nel 2003 ed agli
> esperimenti di Aspect, come alla questione delle correlazioni c'era un
> cenno, mentre vedo nelle note attuali che l'approfondimento e' piu'
> dettagliato. Dell'esperimento di Alexandrov non ricordo di averne
> sentito parlare allora ed e' un piacevole guadagno di conoscenza.
Aspetta: Aspect ecc. lo avevo trattato, e infatti le figure sono le
stesse.
Invece hai ragione per Alexandrov. La storia e' andata cosi'. Non so
se ricordi, ma nella discussione ci furono interventi (ricordo Giuliani
e Russo) che mi avevano mostrato che c'erano ancora idee molto
"einsteiniane" sui fotoni.
Li' per li' improvvisai una veloce descrizione dei "quantum beats"
sulla lavagna (con gesso, old style :) ).
Quando ho preparato l'articolo mi sono documentato meglio, ho
ripescato l'articolo di Alexandrov e altri successivi.

BTW, ormai i quantum beats sono diventati un normale strumento
d'indagine, per es. in chimica organica. Li usano per scoprire
strutture di livelli vicini che fanno fatica a rivelare in altri modi.
Non e' quella che si chiama "spettroscopia nel dominio del tempo"?

> Comunque il senso di questo intervento vuole essere un confronto
> critico sulla nozione di parita' intrinseca per i fotoni.
OK, vediamo che viene fuori :)

> ...
> A tutti gli effetti quando il campo elettromagnetico viene quantizzato
> nella costruzione della elettrodinamica quantistica e' proprio in tal
> modo che agli operatori di creazione dei fotoni si attribuisce un
> carattere dispari, ovvero una parita' intrinseca negativa.
Io procederei diversamente.
Data una teoria, per es. QED con la lagrangiana gia' nota, ti puoi
chiedere quali invarianze possieda.
Scopri che una delle invarianze e' quella per inversione spaziale (tra
parentesi, a me non piace chiamarla "parita'": riservo questo nome per
l'autovalore).
Per avere invarianza devi trattare A (parte spaziale) come dispari.

> Anche se per parlare compiutamente di parita' occorre considerare
> congiuntamente le regole di trasformazione sotto parita' dei campi
> fermionici.
Certo.

> L'invarianza per parita' della lagrangiana dell'elettromagnetismo si
> ottiene costruttivamente per il fatto che in essa il campo fermionico
> interviene insieme con il suo pseudo-aggiunto che ha parita' opposta.
Se mi dici che la q-corrente si trasforma come un q-vettore, sono
d'accordo.
Ma sulle parita' opposte di psi e psi-bar no: qui c'e' arbitrarieta',
e non puoi dare significato fisico alla parita' relativa di particelle
e antiparticelle (superselezione).

> La questione che in qualche modo non finisce mai di stupirmi e' che
> alla fine, fra tante stranezze sembra che i fotoni ne aggiungano
> un'altra: la loro parita' intrinseca non e' affatto relativa.
Che c'e' di strano? Neppure per i pi^0 lo e'.
Accade in generale per tutte le particelle che possono essere create o
distrutte in numero arbitrario, senza violare leggi di conservazione
ne' di superselezione.

> In gran parte suppongo che la loro particolarita' derivi
> essenzialmente dall'essere le sole particelle di gauge che si
> manifestano nel mondo quotidiano.
Non credo: vale anche per le Z^0. Non hanno carica, ne' numero
barionico, ne' leptonico...

Da qui in poi ti ho perso...
                   

-- 
Elio Fabri
Received on Mon Dec 04 2006 - 21:01:00 CET

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