Re: La velocita' della luce
Bruno Cocciaro ha scritto:
> Questo giorno e' di la' da venire, e personalmente non riesco proprio ad
> immaginare in alcun modo un fotone fermo sopra ad una bilancia. Una bilancia
> e' un oggetto macroscopico, fermo rispetto ad un riferimento inerziale che
> e' fatto di materiale macroscopico rigido. I corpi rigidi sono tali perche'
> le interazioni fra i costituenti i corpi stessi sono tali da renderli
> rigidi. Tali interazioni sono mediate dal campo elettromagntico, cioe' da
> fotoni.
Giusto. Considerazione interessante. Ma il fatto di essere in un
riferimento in cui alcuni fotoni sono fermi non implicherebbe che lo
fossero tutti. Del resto esistono gi� interazioni mediate da
particelle con massa a riposo non nulla, ad esempio l'interazione
forte; non mi sembra che i nuclei atomici siano tutti instabili per
questo.
> Indipendentemente da questa questione della eventuale massa a riposo del
> fotone (questione alla quale, come detto, io non riesco a dare un senso)
> potrebbe comunque essere vero che sparando da A due fasci luminosi di
> diversa frequenza, dopo riflessione in B, un fascio torni in A prima
> dell'altro. In questo caso, come dici nel post successivo, prenderemmo una
> frequenza come riferimento F e definiremmo l'unita' temporale come
> l'intervallo di tempo necessario alla luce di frequenza F per percorrere *in
> andata e ritorno* la lunghezza unitaria/2. Sarebbe comunque unitaria per
> definizione la velocita' *di andata e ritorno* della luce di frequenza F. La
> velocita' della luce di sola andata, per qualsiasi frequenza, cosi' come la
> velocita' di andata di qualsiasi corpo (cioe' il rapporto L/dT con dT dato
> dalla differenza degli istanti segnati dagli orologi fissi alla partenza e
> all'arrivo), sarebbe comunque convenzionale.
Si, giusto.
> C'e' da dire comunque che, se avvenisse una cosa del genere (velocita' di
> andata e ritorno della luce, nel vuoto, dipendente dalla frequenza), a me
> pare che ci sarebbero seri problemi per tutta la relativita'. E, ancora
> peggio, andremmo comunque a finire in problemi come quelli prospettati
> all'inizio. Se cF1>cF2 (velocita' della luce a frequenza F1 maggiore di
> quella a frequenza F2) in un certo riferimento R, si dotrebbe forse
> immaginare l'esistenza di opportuni riferimenti inerziali in cui i fotoni
> che in R hanno frequenza F2 siano in quiete. E cosa sarebbero questi fotoni?
Particelle a riposo, come tante altre. Non capisco la domanda.
> In sostanza, chiunque venisse a fare
> qualsiasi elucrubazione filosofica sulla vera essenza del tavolo, e sul
> fatto che la nostra misura in realta' non ci dice nulla di questa vera
> essenza, ci lascerebbe indifferenti. In sostanza gli risponderemmo:
> "potrebbe anche essere come dici, ma noi non siamo interessati alla "vera
> essenza" di cui parli tu (veramente non abbiamo nemmeno capito tanto bene
> cosa cavolo sarebbe questa vera essenza), siamo interessati semplicemente ai
> risultati delle nostre misure".
Ok. Allora: tu prendi un tavolo (il che significa che il tavolo esiste
gi�!) e lo misuri.
Poi: tu prendi un fotone e lo...un momento! Ma che cos'� che prendi?
Se tu definisci la parola "fotone" come: "la misura effettuata su un
fotone" devi gi� avere un fotone per poterlo misurare, ma non puoi,
perch� il fotone � la misura stessa!
Ciao.
Received on Sat Dec 02 2006 - 19:30:39 CET
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