Re: La velocita' della luce
Bruno Cocciaro ha scritto:
> Ti dico la mia opinione.
> La velocita' della luce *non* si misura.
> Il metodo che proponi sopra potrebbe andare se avessimo, sia in A (punto in
> cui il fotone viene emesso) che in B (punto in cui viene rivelato), degli
> orologi sincronizzati. Gli orologi possiamo anche metterceli, ma poiche' la
> sincronizzazione degli stessi si fa proprio usando la luce (o in maniera
> equivalente) ne segue che la "misura" suddetta dara' il risultato che
> *abbiamo deciso di ottenere* nel momento in cui abbiamo effettuato la
> sincronizzazione.
Ma non ne vedo la necessit�: possiamo partire da due orologi molto
vicini, gi� sincronizzati, e far compiere alla luce un lungo cammino,
dal primo al secondo, per mezzo di specchi opportunamente posizionati.
Se invece vogliamo due orologi separati spazialmente, non � necessario
sincronizzarli con un segnale EM: possiamo partire da due orologi
vicini, perfettamente identici anche fisicamente, gi� sincronizzati e
poi allontanarli in direzioni opposte e con la stessa velocit�
(rispetto al sist. di riferimento dal quale sono partiti); potrei, ad
es. posizionarli in un punto dello spazio interplanetario, separarli
con una molla compressa e poi tagliare il filo della molla...
>Non ho seguito bene i recenti threads in cui comparivano i post di
>cometa_luminosa, avevo letto quello in cui diceva qualcosa del genere "il
>fotorivelatore puo' fare click o non farlo. A questo livello il fotone e'
>solo un click del rivelatore". Volevo rispondere, poi non l'ho fatto anche
>perche' non avevo seguito il thread. Ad ogni modo, se ho ben capito cosa
>voleva dire cometa_luminosa (o se ben capisco cosa vuoi dire tu sopra
>citando lei), a me verrebbe da rispondere che in fisica e' sempre cosi'.
>Anche per il tavolo potremmo dire che "sta solo nel metro" che lo sta
>misurando. Certo, potremmo obiettare che del tavolo osserviamo molte altre
>proprieta', mica solo la sua lunghezza (proprieta' che ci viene mostrata dal
>metro). Osserviamo il suo colore, con gli occhi, la sua durezza, sbattendoci
>la testa sopra ... L'osservare tante proprieta' associate ad uno "stesso"
>"oggetto", ci fa pensare all'oggetto (il tavolo nel nostro esempio) come a
>qualcosa di realmente esistente, cioe' esistente indipendentemente dal fatto
>che ci sia un metro, o un occhio, o una testa, a misurarne le proprieta'.
>Il fotone avra' anch'esso altre proprieta'. Ma se anche avesse, per il
>momento, solo la proprieta' di far fare click ai rivelatori (cioe' se non
>avessimo ancora individuato alcuna altra proprieta' dei fotoni), avrebbe
>comunque, a mio modo di vedere, "diritto di cittadinanza".
Come ho esposto nell'altro thread "Dualit� onda-particella", dal mio
punto di vista, una particella, per essere tale, dovrebbe perlomeno
continuare ad esistere anche dopo essere stata rivelata in un
determinato punto dello spazio, cos� come una pallina da tennis che
posso fotografare in vari punti dello spazio.
Altrimenti, potrei dire che, per esempio, esiste soltanto l'onda EM che
interagisce con il fotomoltiplicatore in un determinato modo.
Received on Fri Dec 01 2006 - 13:22:04 CET
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