Re: Campo elettrico "secondo Feynman"

From: Elio Fabri <elio.fabri_at_tiscali.it>
Date: Sat, 25 Nov 2006 21:14:54 +0100

Gaetano ha scritto:
> qui, ad esempio, allora, avrei detto la lunghezza del tratto di linea
> di interesse.
Me l'aspettavo, e in realta' la cosa non e' tanto chiara...
Pero' che vuol dire "tratto di linea di interesse"?
Il problema con gli elettrodotti e' che non si capisce bene dove
cominciano e dove finiscono, visto che sono tutti connessi tra loro...

> ottimo anche qui. E' sostanzialmente quella che in elettrotecnica
> viene chiamata approssimazione quasi stazionaria, giusto?
Probabilmente si', ma non lo so di preciso: mai studiato
elettrotecnica...

> ...
> Ma, scusa la brutalita', non posso pensare cosi' tutte le grandezze
> variabili nel tampo, dove sta il "valore aggiunto"?
Il punto e' che trascurare il ritardo significa in realta' trascurare
le _differenze_ di ritardo: tu fotografi tutte le cariche e correnti
_allo stesso istante_.

Pensa a un caso molto semplice: due cariche che si muovono di moto
uniforme sulla stessa circonferenza, restando sempre agli estremi
opposti di un diametro.
Se non tieni conto del ritardo, a grande distanza hai il campo di un
dipolo elettrico, che va come 1/r^3. Invece il ritardo fa nascere una
differenza fra i campi prodotti dalle due cariche, che va come 1/r.

> Qui aggiungo una riflessione su cui vorrei confrontarmi.
In effetti da qui in poi non riesco a seguirti...

> ...
> Cade insomma tutta l'impalcatura su cui ci si poggia per dire che "...
> allora, essendo in zona di campo vicino, B ed E sono disaccoppiati"
Ma scusa, il disaccoppiamento e' evidente.
Pensa appunto a una linea, bifilare per semplicita', ma se la vuoi
trifase funziona lo stesso :)
Nella zona di campo vicino avrai sia un campo eletrico sia magnetico,
ma sono disaccoppiati nel senso che il primo dipende solo dalla
tensione presente sulla linea (e rimane anche se a valle della linea
non c'e' carico). Invece il secondo dipende solo dalla corrente.

> 2. il fatto che non si e' in presenza di campo elettromagnetico che si
> propaga, e' causa del fatto che nell'equazione delle onde non omogenee
> (che saltano fuori introducendo i potenziali in Maxwell) si annullano
> le derivate temporali di ordine due, sia del potenziale scalare, sia
> di quello vettoriale. Corretto?
Direi di si'. Infatti se prendi i potenziali ritardati, e al posto di
t-r/c lasci il semplice t, ottieni esattamente la soluzione dell'eq.
di Poisson.

> E se si', questo, a sua volta, dovrebbe essere causato dal fatto che
> nelle equazioni di Maxwell si trascura *una sola* delle relazioni di
> accoppiamento tra i due campi.
> ...
> Corretto?
Temo che le cose non siano cosi' semplici: se butti via la corrente di
spostamento, non ti torna poi l'eq. di continuita' per carica e
corrente...
Pero' vedi dopo.

> In sostanza.
> Per avere un campo elettromagnetico che si propaghi con E=c*B occorre
> che ci sia *sempre* un doppio accoppiamento tra E e B.
> Se ne manca *anche uno solo* non si ha propagazione.
Fin qui ci siamo.

> Ai fini circuitali, poi, trascurare dE/dt, nel nostro caso, equivale a
> trascurare la corrente cosiddetta di spostamento che si avrebbe
> trasversalmente alla linea elettrica, ossia trascurare gli
> accoppiamenti dovuti alle capacita' trasversali e/o parassite.
Anche questo mi torna: infatti se non hai capacita' non hai accumulo di
cariche e div j = 0.
Cio' significa che sei in condizioni in cui la corrente "vince" sulla
carica, e B "vince" su E.
Come hai detto sopra, E compare solo come campo indotto per la
variazione nel tempo di B, ma non ha sorgenti proprie.
                          

-- 
Elio Fabri
Received on Sat Nov 25 2006 - 21:14:54 CET

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