Il 12 Nov 2006, 11:53, "Darwin" <davbucci_at_tiscali.it> ha scritto:
>
> Tetis ha scritto:
>
> > No pensavo proprio alla corrente di saturazione inversa.
> > Mi ero posto la questione a suo tempo ma non avevo trovato
> > una ragione per cui dovesse essere necessariamente cosi',
> > se ci fossero cioe' ostruzioni fisiche a costruire un diodo con
> > corrente di saturazione inversa elevata e ben calibrata.
>
> Non credo che sarebbe una buona idea, dato che la corrente di
> saturazione inversa di un diodo ha il cattivo gusto di essere
> estremamente dipendente dalla temperatura.
Ah, ecco. Diodi in breakdown sono usati come generatori
di tensione. Con resistenza differenziale praticamente nulla.
Diodi Tunnel invece ha resistenza differenziale negativa questo
fa si che usandoli nei pressi del picco posso costruire dei
raddoppiatori di frequenza, ed in opportune combinazioni
di feed-back come generatori d'onda. Questo quello che mi
ricordavo, mentre non sapevo delle evoluzioni fatte nel campo
dei diodi in breakdown. Oggi esistono diodi IMPATT, TRAPATT,
BARITT che sfruttano il breakdown ed i plasmi elettronici. Questi
sono ancora chiamati diodi, ma somigliano gia' piu' ad eterostrutture.
Ad ogni modo da quel che dici in seguito dici che basta avere un
generatore di tensione, usarlo per tenere costante la caduta di
potenziale su una resistenza ed ottenere un generatore di corrente.
....
> > Esatto. Stabile al variare del potenziale. E qui si pone la questione:
> > si definisce la corrente come rapporto intero o come rapporto
> > differenziale fra potenziale e corrente?
>
> Non capisco tanto bene... Stai parlando della corrente o della
> resistenza differenziale?
dovevo scriver si definisce la resistenza ...
> Se interpreto bene, il vantaggio di usare degli elementi attivi come
> generatore di corrente � la possibilit� di 'simulare' resistenze
> Norton molto elevate senza avere delle tensioni di alimentazione
> spaventosamente grandi. E' lo stesso principio che viene usato nei
> carichi attivi usati per polarizzare dei transistor.
>
> > Circa gli specchi di corrente affiora una reminiscenza.
> > Forse si chiama anche invertitore, oppure entra in un
> > circuito che si chiama invertitore?
>
> No, l'invertitore � un'altra cosa. Un circuito digitale capace di
> invertire un livello logico. Oppure forse anche un amplificatore
> invertente con guadagno unitario (spero che Franco o qualcun altro mi
> corregga se dico castronerie). Entrambe le cose possono essere
> realizzate in moltissimi modi diversi e non � detto che in qualche
> realizzazione non entrino in gioco degli specchi di corrente. Per
> esempio, se usi un operazionale come amplificatore.
Si usavo un operazionale come amplificatore.
Basta comunque
> che ti scarichi un datasheet di uno di questi componenti. Sono
> stabilizzatori di tensione, che fanno in modo di avere una tensione
> costante ed hanno sostanzialmente un piedino di riferimento (e di
> alimentazione).
Pero' non e' che ti segua granche'. Allora, ho un diodo Zener,
aumento la tensione fino a stabilizzarla al breakdown. Ora ho un
generatore di tensione, nel senso che ai capi dello Zener c'e' una
caduta di potenziale stabile. Se metto questo Zener in parallelo
con una resistenza so che ai capi della resistenza c'e' una data
differenza di potenziale e quindi una corrente costante. Come faccio
ad usare questo accrocchio come generatore di corrente?
Se questo piedino � collegato a massa (oppure su un
> partitore, nel caso del LM317), si comportano come dei generatori di
> tensione costante. Se questo piedino � usato per mantenere una caduta
> di potenziale costante su una resistenza, il risultato � quello di
> ottenere un generatore di corrente:
> http://focus.ti.com/lit/ds/symlink/ua7805.pdf
>
> (figura 4 a pag. 7)
> Ovviamente, esistono dei limiti perch� la tensione di alimentazione
> del tutto non � infinita, ecc...
>
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Inviato via
http://arianna.libero.it/usenet/
Received on Fri Nov 17 2006 - 14:16:52 CET