Il 05 Nov 2006, 19:36, "Josef K." <franz.kafka_at_LEVAQUESTOcomune.re.it> ha
scritto:
>
> >Su questo mi sento ignorante. Che tipo di rivelatori
> >si potrebbero usare per vedere neutroni in queste
> >condizioni di forte perturbazione elettromagnetica?
>
> Di per s� la perturbazione elettromagnetica e i neutroni c'entrano ben
> poco gli uni con gli altri.
Chiarissimo. A dire il vero anche le perturbazioni elettromagnetiche
c'entrano ben poco le une con le altre :-) quelle che vedono loro
sono microonde, ma vediamo le loro parole:
Innanzitutto partiamo dai disturbi elettromagnetici. Il mese scorso abbiamo
operato una misura delle frequenze in gioco grazie ad un ottimo analizzatore
di spettro prestatoci all'occorrenza grazie alla disponibilit� di amici
ricercatori.
I risultati parlano di emissioni su quasi tutto lo spettro elettromagnetico.
Tuttavia
sembra che il fenomeno interessi una larga porzione di spettro nel campo da
100 MHz a 1 GHz. Il segnale � prevalente nella gamma 200MHz 300MHz. Il
tuo ottimo strumento, seppur di buona qualit� e di eccellente fattura, NON
pu�
schermare queste frequenze che necessitano di protezioni ad hoc. La vera
prova,
che dimostrerebbe che ci� che misuri � realmente radioattivit� generata
dalla cella,
la puoi avere quando, a cella spenta, dopo aver atteso pi� di quindici
secondi,
continui a misurare un flusso di particelle. Che in quel caso sarebbe
realmente
anomalo . Un'altra cosa che dovresti controllare � la eventuale
radioattivit�
presente nei metalli che utilizzi. In commercio spesso si trovano leghe
metalliche
con aggiunte di Torio o altro. Qualora tutte queste verifiche dovessero
darti esito
negativo, fammi sapere: potresti aver aperto una finestra molto interessante
sul
fenomeno.
A me sembra che di microonde in presenza d'acqua se ne trovano
sempre tante, specie in presenza di sorgenti come elettroni liberi.
Se poi c'e' una componente a frequenza piu' alta allora
puo' essere che sia perturbante a sufficienza per i rivelatori
elettronici. Quanto a rivelare i neutroni io pensavo effettivamente a
materiali sensibili allo scattering secondario, emulsioni "fotografiche"
o come dici tu dosimetri termo-luminescenti. Ma in genere sono progettati
per essere sensibili a dosi pericolose, non per qualche raro neutrone
in viaggio. Mi chiedevo se non esistono camere a bolle o a nebbia
sensibili solo a nuclei accelerati.
> la rivelazione di radiazioni ionizzanti, neutroni o fotoni che siano,
> pu� essere effettuata con strumenti attivi (ovvero dotati di qualche
> ciruito elettronico di rivelazione) o strumenti passivi.
> Tra i secondi ricadono ad esempio i dosimetri TLD (dosimetri
> termoluminescenti) e misurano solo dosi integrate sul tempo.
> Ovviamente devono misurare una dose superiore al loro limite di
> rivelazione che sar� di qualche microSv. A me risulta difficile,
> intuitivamente parlando, considerare significative reazioni di fusione
> che abbiano associate radiazioni inferiori a questo limite.
Abbiamo detto che gli autori non parlano di fusione fredda, sono
i giapponesi che hanno proposto l'esperimenti che si sono chiesti
se non ci fosse fusione fredda visto che trovavano tracce di elementi
sulla linea immediatamenti piu' pesanti del tungsteno: renio, osmio,
afnio... Come se il tungsteno catturasse un protone, quindi il renio
catturasse un ulteriore protone, quindi l'osmio cedesse un paio di nuclei
di elio. Mancano considerazioni sugli isotopi trovati.
In termini tecnici le prime due sarebbero reazioni di fusione ma fusione
che richiede energia visto che siamo sopra il ferro, dove le energie
di legame cominciano a calare al crescere del numero atomico.
Il sistema e' alimentato quindi in linea di principio ci sarebbe energia,
il problema e' se:
I) esiste un meccanismo di fuori equilibrio associato alla presenza di un
plasma che consente una concentrazione esagerata di energia su alcune
(rare) particelle (protoni) che vanno a trasmutare il tungsteno. (nota che i
protoni difficilmente arriverebbero ad un rivelatore, essendo carichi)
II) esiste un altro meccanismo che abbassa la soglia coulombiana?
Ad esempio: risonanze elettrone protone a cortissimo range,
schermi coerenti di Preparata, chi piu' ne ha piu' ne metta.
III) e' poi proprio vero che questi elementi non erano presenti gia' da
prima?
> Intendo
> dire: mi sembra strano che se avvengono reazioni di fusione ci siano
> in gioco dosi inferiori al limite di rivelazione.
Per quanto detto non mi sembrerebbe strano che meccanismi di
fuori equilibrio abbiano efficienza relativa, rispetto alla ordinaria
dissipazione termica, bassissima.
> La dosimetria dei neutroni � molto pi� complessa di quella dei fotoni,
> ma siccome i neutroni sono sempre accompagnati da fotoni e siccome qua
> ci interessa solo capire se ci sono radiazioni ionizzanti (sintomo di
> qualche evento nucleare), direi che un comune rivelatore TLD ci
> darebbe qualche informazione rilevante.
Tieni presenti che nei fulmini si trovano radiazioni ionizzanti: X-ray
piu' o men duri e non hanno, per quanto se ne sa, origine nucleare.
> Esistono anche TLD studiati per la dosimetria dei neutroni, ma � tutto
> molto pi� complesso.
Immaginavo.
> --
>
> Rob
> "Qualcuno doveva aver calunniato Josef K. perch� una mattina, senza che
avesse fatto nulla, venne arrestato."
>
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Inviato via
http://arianna.libero.it/usenet/
Received on Mon Nov 06 2006 - 13:37:02 CET