Re: fusione fredda

From: Tetis <gianmarco100_at_inwind.it>
Date: Sat, 04 Nov 2006 17:17:24 GMT

Il 04 Nov 2006, 11:39, "Josef K." <franz.kafka_at_LEVAQUESTOcomune.re.it> ha
scritto:
>
> >Su quel sito viene discusso anche questo. Lo sperimentatore aveva a
> >disposizione un dosimetro elettronico ed in una delle prove fatta con
> >acidi aggiunti, ha misurato un sacco di roba. A questo ha risposto lo
> >sperimentale del gruppo campano che si e' occupato di riprodurre e
> >l'esperimento giapponese con piu' rigore scientifico. Quello che loro
> >sostengono e' che non c'e' modo semplice di schermare un dosimetro
> >elettronico dai campi elettromagnetici prodotti dal plasma associato con
> >l'arco elettrico, l'unica soluzione e' andare ad usare un rilevatore
d'onda
> >con un analizzatore di spettro e cercare di ripulire i segnali del
> >dosimetro,
>
> Appunto, ma un dosimetro non ha necessariamente bisogno di un circuito
> elettrico. Mi piacerebbe poter fare delle misure con dosimetri passivi
> e vedere se si misura qualcosa.
> --

Su questo mi sento ignorante. Che tipo di rivelatori
si potrebbero usare per vedere neutroni in queste
condizioni di forte perturbazione elettromagnetica?
Ad ogni modo qualcosa avranno usato perch� sono
in grado di escludere la presenza di neutroni liberi.
E' per questo motivo che, ferma restando la loro certezza
che le tracce di elementi pesanti trovati dopo le scariche
non sia in alcun modo attribuibile alla presenza di queste
tracce nell'elettrolita di partenza, hanno fatto ricorso
ad un'ipotesi piuttosto problematica. Ovvero i neutroni
necessari si formerebbero solo negli istanti immediatamente
precedenti alla cattura, nei pressi del nucleo. Si basano sulle
ipotesi di stati coerenti di Giuliano Preparata, che qualche
anno fa aveva condotto analoghi esperimenti presso l'Universit�
di Milano ed aveva inventato questa teoria. Ricordiamo che un
decadimento beta inverso �
qualcosa di estremamente improbabile da osservare, dal momento
che richiede la presenza concomitante di neutrini per verificarsi, il che
oltre al fatto che il processo � mediato da interazioni deboli, con costanti
di accoppiamento molto basse, � causa di sezioni d'urto piccolissime
per questo processo, per lo meno in condizioni di vuoto. Nei pressi
di un nucleo la situazione potrebbe essere un pochino differente.

Ma, come sono consapevoli gli autori
dell'esperimento, in tal caso la barriera coulombiana � gi� di per
se sufficientemente alta da scoraggiare qualunque protone che
voglia avvicinarsi. Se non ricordo male dei russi avevano preso
in considerazione l'ipotesi di effetti di un modello di eccitazioni
collettive in grado di predire lunghezze di coerenza per risonanze
protone elettrone con lunghezza di coorenza significativamente
al di sotto del raggio di Bohr, non ho mai capito se Preparata sostenesse
la stessa cosa, perch� i suoi articoli li trovo espressi con un linguaggio
la cui originalit� richiederebbe di per se uno studio dedicato e prolungato.
Ad ogni modo gli articoli dei russi furono criticati severamente sul piano
tecnico.


 
> Rob
> "Qualcuno doveva aver calunniato Josef K. perch� una mattina, senza che
avesse fatto nulla, venne arrestato."
>

--------------------------------
Inviato via http://arianna.libero.it/usenet/
Received on Sat Nov 04 2006 - 18:17:24 CET

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