Il 23/04/2012 01:37, Tommaso Russo, Trieste ha scritto:
> Il 22/04/2012 15:08, Giovanni1958 ha scritto:
> ...
>> Domanda: perch� con tutte le possibili rotte di volo gli elettroni non
>> vanno
>> a toccare i nuclei pur considerando il vantaggio offerto dai campi
>> elettrici
>> opposti?
>
> Vediamo se riesco a essere piu' insolito del solito. Faccio due tentativi:
>
> 1) perche', rispetto a qualsiasi nucleo in avvicinamento, ogni "rotta di
> volo" e' un orbitale eccitato (*molto* eccitato, in un plasma...).
>
> 2) chi ti ha detto che non succede *mai*?
> http://it.wikipedia.org/wiki/Cattura_elettronica
>
Ora l'elettrone non � certamente una particella classica, n�
localizzata, etc.
Ma volendo tentare un'analogia classica, la cui consistenza
sottopongo al giudizio di chi sa fare dei conti adeguati,
avrei pensato una cosa, in analogia con un contesto diverso.
Prima il contesto.
E' noto che la ricombinazione di due radicali liberi
(reazione priva di energia di attivazione e sempre
esotermica, poco o tanto), non procede mai per semplice
incontro di due radicali. Ad es. se due H* si incontrano
isolati nel vuoto ("adiabaticamente"), ergo in un sistema
gassoso rarefatto, formano un legame un uno stato
vibrazionale talmente eccitato da spezzarsi al primo
rilassamento. Ossia rimbalzano. Questo perch� gli atomi
inizialmente non erano fermi, ma viaggiavano.
L'unico modo per ricombinare i radicali � o in un urto a tre
corpi (il terzo corpo essendo inerte, ma abbandonando l'urto
con energia cinetica e/o vibrazionale etc interna superiore
a prima dell'urto), oppure contro una parete solida. In
entrambi i casi � necessario dissipare un po' del calore
generato, e rilassare lo stato vibrazionale del negame
nascente. Viceversa si ha solo rimbalzo elastico.
Altra preconsiderazione : in contesto non dissipativo tipo
un pendolo, l'energia potenziale gravitazionale alla massima
quota viene sempre convertita integralmente in energia
cinetica alla minima quota.
Ora mi chiedo se abbia senso trattare l'elettrone come
particella e dire che nelle sue traiettorie pi� remote (alta
energia potenziale elettrostatica) esso debba viaggiare pi�
lento, per equilibrare una forza centripeta minore con una
centrifuga analoga, mentre per le traiettorie pi� radenti
esso debba accelerare perch� converte l'energia pot.
elettrost. in energia cinetica.
La mia analogia classica sarebbe allora questa (e presuppone
anche una compenetrabilit� delle particelle) : non si
potrebbe interpretare la rarit� delle catture con la
difficolt� dissipativa in un simile contesto ? Ossia nelle
rotte troppo vicine semplicemente l'elettrone viaggerebbe
troppo velocemente per potersi fermare in loco (dentro il
nucleo).
Solo se riuscisse ad emettere energia (inciso, perch� non
pu� ? In MQ � un postulato, mi pare, o sbaglio ?) allora
arriverebbe lento all'incontro, e resterebbe catturato.
Vabb�, attendo paziente il crucifige :-)
Ciao
cCCP
>
--
1) Resistere, resistere, resistere.
2) Se tutti pagano le tasse, le tasse le pagano tutti
Soviet_Mario - (aka Gatto_Vizzato)
Received on Tue Apr 24 2012 - 11:50:26 CEST