marcofuics ha scritto:
> Per la dinamica Newtoniana la spiegazione del fenomeno e' possibile (a
> patto di accettare un errore intrinseco che tuttavia non la inficia
> drasticamente) se al fotone si attribuiscono 2 proprieta':
> - essere un corpo, avere quindi una sua massa!
> - essere un corpo, quindi essere localizzato in una regione di spazio!
C'e' una cosa che vale la pena di osservare: quel fattore 2, che a te
pare quasi irrilevante, fa invece tutta la differenza.
Il motivo e' che a una formula di deflessione del tipo
theta = k*G*M/(c^2*r)
si arriva con sole considerazioni dimensionali, per cui tutto il
valore di una teoria sta nella capacita' di fornire per k il valore
*giusto*.
> Che tale posizione sia corretta e' molto improbabile; pero' fattibile
> se al fotone si associa quella massa che equivale alla sua energia,
> quindi la sua "azione gravitazionale" sarebbe dell'ordine ~ h*ni/c^2
> [la equivalenza a cui mi sono riferito e' la E=m*c^2 da cui per
> sostituzione con la relazione che da' al fotone una energia E=h*ni].
Ho gia' definito questo, nel mio post precedente,
> Un guazzabuglio tra fisica newtoniana, fisica quantistica,
> relativita'...
Non posso che confermare.
> In linea di principio, come tra l'altro ho detto nel precedente mio
> post, non ci sarebbero grosse discrepanze concettuali se si rimane in
> una ottica newtoniana, poiche in questa ottica non si proibisce ad
> alcun corpo di procedere ad una qualsiasi velocita'; stiamo solo
> considerando (per quanto possibile) quale possa essere la traiettoria
> di un corpo nel campo gravitazionale di una stella, se tale corpo ha
> una sua "massa" ed una sua "velocita'" (che casualmente coincidono con
> quelle del fotone!).
Questo l'abbiamo gia' detto, e sappiamo che la "massa" del fotone per
questo calcolo e' del tutto inutile, in quanto "tutti i gravi si muovono
allo stesso modo in un dato campo gravitazionale".
Serve invece di conoscere la velocita', e qui nasce un problema:
ovviamente prenderemo il valore c, ma quando il "fotone" si avvicina al
Sole la sua velocita' deve aumentare.
Aumentera' di poco (var. relativa circa 10^(-6)) ma ci si deve
chiedere se invece la luce emessa dal Sole parta con velocita' c,
oppure maggiore.
Nel primo caso, arrivera' sulla Terra con velocita' ridotta rispetto a
quella che viene dalle stelle?
Ma quando la luce viene emessa da una stella, a che velocita' viaggia?
Se assumiamo che tutta la luce che arriva sulla Terra abbia la stessa
velocita' c, bisognera' spiegare come mai ci sia questa
"cospirazione", che richiede velocita' di emissione diverse da stella
a stella.
Se invece assumiamo che la velocita' sia sempre c all'emissione,
allora le diversa velocita' qui sulla Terra dovrebbero essere
osservabili (le differenze rientrano largamente nelle possibilata'
sperimentali, anche quelle dell'800).
Sto dicendo tutto questo per mostrare che non si scappa: l'ipotesi di
un'azione gravitazionale "alla Newton" sulla luce non regge nel quadro
della teoria ottica ed elettromagnetica di fine '800.
Percio' le "grosse discrepanze concettuali" ci sono e come!
> Il risultato che si ottiene da questo semplice (e semplicistico)
> calcolo non e' poi da buttar via poiche' ha un fattore 2 di
> correzione. Come prima approssimazione la reputo soddisfacente ma
> inefficace allo scopo di calcoli quantitativi piu' fini.
Invece e' da buttar via, per la ragione che ho detto sopra...
--
Elio Fabri
Received on Fri Aug 04 2006 - 21:00:02 CEST