"Elio Fabri" ha scritto:
> Vedo che siete in due a usare esattamente lo stesso argomento, e la
> cosa mi stupisce alquanto, perche' io la so diversa.
>
> 1) Non mi risulta che il secondo principio vieti i moti senza attrito,
> come non vieta le trsf. reversibili.
>
> 2) A quanto so io, per "moto perpetuo di seconda specie" s'intende una
> macchina che utilizza il calore di una sola sorgente a data
> temperatura, convertendolo integralmente in lavoro meccanico.
> Questo si' che va contro il secondo principio!
Spiego perche' secondo me questo moto senza attrito dell'automobile
determinerebbe una violazione del secondo principio della termodinamica:
supponiamo che l'automobile e le due colline costituiscano un sistema
isolato (racchiudiamo tutto il sistema in una grande sfera adiabatica),
la formulazione piu' generale del secondo principio e' quella per cui
l'integrale di Clausius, Integrale[deltaQ/T], lungo una trasformazione irreversibile
e' minore della variazione di entropia del sistema DeltaS, in questo caso
il sistema subisce una trasformazione reale quindi irreversibile e abbiamo
deltaQ = 0 => DeltaS > 0, cio' e' incompatibile con un moto ciclico del
sistema perche' allora la corrispondente variazione di entropia sarebbe nulla.
Il moto iniziale dell'automobile che va avanti e indietro tra i due colli e' un
moto "ordinato", gli atomi che costituiscono il corpo dell'automobile sono
soggetti a un moto collettivo "ordinato" perche' hanno uguali velocita'
di traslazione, col passare del tempo, a causa degli attriti e comunque
inevitabilmente delle fluttuazioni termodinamiche, questo moto "ordinato"
degli atomi dell'automobile si converte in un moto "disordinato" termico,
cioe' parte dell'energia meccanica del sistema si converte in energia interna;
all'aumentare del grado di "disordine" del sistema corrisponde l'aumentare
dell'entropia del sistema isolato in accordo al secondo principio.
Ciao
--
Giorgio Bibbiani
Received on Sun Aug 06 2006 - 08:15:26 CEST