Re: Fluorescence enhancement e quenching: e lo scattering Raman?
Il giorno martedì 21 maggio 2019 22:20:02 UTC+2, JTS ha scritto:
> Ciao,
>
> innanzitutto grazie per la risposta. E' da molti anni che ho questa
> domanda e non sono ancora riuscito a trovare una risposta che mi soddisfi.
Eh il tempo è sempre tiranno.
> Lo so che nell'articolo non si parla di Raman; lo ho postato perche'
> mostra l'enhancement e il quenching per la fluorescenza in maniera
> chiara ed essenziale. La domanda e' pero' sul Raman e vale in generale
> (forse non ho spiegato bene nel mio post).
Ok, adesso è più chiaro. Premetto che mi occupo di Raman in fase gassosa in atmosfera e ci possono essere differenze di nomenclatura con lo stato solido. Lo dico nel caso non ci si capisca.
> Anche io quando ho letto la frase "This transition cannot be explained
> by treating the particle as a polarizable sphere in the dipole
> approximation" ho pensato potesse esserci la spiegazione del perche' il
> quenching si vede solo per la fluorescenza, ma ora credo che si
> riferisca alla nanoparticella e non alla molecola; cioe' l'effetto di
> quenching non si vedrebbe se la risposta della nanoparticella potesse
> essere modellata come un dipolo. Interessante di per se', e non ho
> ancora capito perche' succede, ma non credo risponda alla domanda
> "perche' per il Raman non c'e' il quenching".
Per quanto per "molecola" genericamente si intenda spesso giusto il sostrato metallico e per particella o sfera quella che dovrebbe emettere Raman e fluorescenza. Con quenching direi che si intende anche un meccanismo generico di abbattimento (di svariata natura, non me la sentirei di focalizzarmi su questo per ora).
> La domanda mi e' sorta perche' non ho mai sentito parlare di "Raman
> quenching", e dato il meccanismo del "fluorescence quenching", che e' la
> dissipazione della fluorescenza nel metallo mi aspetterei che possa
> esistere.
Mi verrebbe da dire che bisogna fare una distinzione tra Raman risonante e Raman normale. Il primo (simile alla fluorescenza) può essere abbattuto, il secondo no. Questo dipende dalla transizione elettronica che si ottiene nel primo caso, mentre nel secondo no.
Stiamo parlando di scattering, quindi non é necessario limitarci a determinate differenze energetiche tra livelli discreti ma possiamo parlare liberamente di un coninuo di frequenze. Direi che si può dire.
Ora, quando la frequenza della radiazione incidente \nu_1 è (molto) minore della differenza di frequenze tra due stati stazionari \nu_r (soluzione entrambi dell'eq. di Schrödinger) allora la transizione avviene tra lo stato iniziale e uno virtuale metastabile che, violando la conservazione dell'energia, deve riemettere istantaneamente. Questo é il Raman normale.
Invece, quando \nu_1 -> \nu_r ti stai avvicinando allo stato di risonanza, quando sono uguali sei in risonanza, e quando \nu_1 > \nu_r ottieni la dissociazione completa. Questo non implica solo che l'intensità in risonanza sia più grande di svariati ordini di grandezza di quella normale, ma che adesso ci sia dell'energia in avanzo che può interagire con i modi Stokes del tuo metallo sottostante e può essere abbattuta.
A questo punto bisogna vedere quali modi energetici risonanti possiede la tua superficie. Magari riuscendo a variare parametri ambientali come la costante dielettrica, la distanza tra la tua particella e il suo sostrato, o la composizione dello stesso, si riesce a farli accoppiare e osservi enhancement e quenching di Raman (risonante!) e fluorescenza.
La chiave secondo me potrebbe essere questa.
Received on Wed May 22 2019 - 16:34:37 CEST
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