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"Elio Fabri" <elio.fabri_at_tiscali.it> ha scritto nel messaggio
news:4g2tl0F1lf4peU2_at_individual.net...
>Non riesco mai a ricordare i nomi di queste grandezze, ma l'unita' di
>misura e' watt/steradiante.
OK, perfetto. Questo lungo thread (molto interessante per me), vorrei che lo
chiudessi tu con un commento a quanto segue.
La ragione per cui ho introdotto questa benedetta necessit� di integrare
sulle direzione, nasce da una semplice considerazione.
Ipotizziamo un mondo in cui non esista la diffrazione e dove, quindi, i
fasci paralleli posso regnare sovrani senza subire divergenze nel loro
cammino, n� quando attraversano il bordo del sistema da cui originano, n�
quando quando attraversano quello di un telescopio posto ad anni luce di
distanza.
Io credo, IMHO, che un fascio siffatto, seppur teoricamente perfettamente
descritto da un'onda perfettamente piana, alla quale pu� benissimo essere
associata una energia finita, in realt� sia una idealizzazione
irrealizzabile, anche in un siffatto mondo ideale.
Perch�?
Perch� penso che un tale fascio, se incidesse su uno specchio esente da
aberrazioni, focalizzerebbe in un solo punto (nel senso matematico del
termine), ed in questo vi sarebbe una densit� di potenza infinita.
Perch� penso, anche, che se il fascio di luce che giunge da una sorgente
posta all'infinito debba essere davvero perfettamente parallelo, allora la
sorgente deve essere davvero puntiforme (non una stella, quindi, ma un vero
punto geometrico), e da tale sorgente non pu� irradiare una quantit� finita
di energia nell'unit� di tempo.
Perch� penso, infine, che se si pensasse di trattare come perfettamente
paralleli i raggi provenienti da ogni punto del sole, e si pensasse alters�
di poter assegnare ad ogni fascio che entra nel telescopio una energia (e
quindi potenza) finita, come � quella che si calcola, sui libri, per un'onda
piana, allora � evidente che nel telescopio, entrando luce parallela da una
infinit� di punti della sorgente estesa "sole", entrerebbe una potenza
infinita.
Allora credo che perch� si possa ottenere una energia finita dal risultato
dell'integrazione sulle direzioni, � importante che la quantit� di energia
(o potenza) associata alla luce che proviene da un singolo punto
(geometrico) sia zero, ma che per ogni singola direzione ci sia una densit�
di potenza finit�, in modo che una potenza finita la si possa avere solo
considerando un intervallo continuo di direzioni (proprio come si pu�
affermare che � nulla la potenza di una singola armonica di uno spettro
continuo, e potenze finite si possono solo associare ad intervalli di
frequenza).
Poi, nella pratica, non credo che si ricorra solo a questa integrazione
sulle direzione, almeno per sorgenti approssimativamente puntiformi come le
stelle, nel qual caso, considerare la luce da esse provenienti come onda
perfettamente piana ed associare ad essa la potenza teorica di un onda
piana, credo sia una approssimazione ragionevole.
E' ovvio che er� tale approssimazione implica che ci si debba accontentare
di una serie di assunzione valide solo in maniera altrettanto approssimata:
- la stella sta davvero all'infinito e non "solo" a x anni luce
- la stella � davvero un punto, ma:
- un punto pu� essere anche l'area "piccolissima, ma finita" che essa occupa
sul piano focale del telescopio o della retina.
Bene, grazie ancora di tutto. E' stato un piacere allargare i miei ristretti
orizzonti con questa discussione sulla luce.
A presto...
Received on Wed Jul 12 2006 - 12:56:21 CEST
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