Re: Avvicina o ingrandisce?

From: Patrizio <patrizio.pan-2002_at_libero.it>
Date: 6 Jul 2006 02:19:03 -0700

Chiedo scusa, ma questa risposta mi era proprio sfuggita.

Elio Fabri ha scritto:

> Patrizio ha scritto:
> > Ora, pero', mi verrebbe voglia di sottoporre alla vostra attenzione un
> > qualcosa che non so se sia una 'sensazione', o un fatto fisico reale.
> Un po' e un po'...

Si', ora capisco da quello che dici dopo.

> > Guardando attraverso un binocolo una scena come un campo coltivato,
> > con zone delimitate, file di alberi e, piu' in generale, con
> > riferimenti spaziali longitudinali (tutti contenuti nella "profondita'
> > di campo"), questi appaiono compressi (longitudinalmente, appunto,
> > rispetto alla visione ad occhio nudo) come se tra un albero e il
> > successivo (o precedente) ci fosse troppo poca distanza (relativa).
> L'effetto mi e' perfettamente noto, ed e' strano che tu sia il primo a
> mia conoscenza che ne chiede una spiegazione. Complimenti!

Grazie. Ma pensavo che fosse una cosa relativam. risaputa,
come fenomeno, non come spiegazione: ti rigiro i complimenti!

> > Se questo non e' una mera sensazione, c'e' una spiegazione fisica?
> Come ho gia' detto, la spiegazione e' una combinazione di un fatto
> fisico e di un gioco a livello cerebrale (quindi non fisologico, ma
> non azzardo di chiamarlo "psicologico", perche' siamo secondo a un
> livello piu' basso).

Probabilmente intendi una 'reazione' (istintiva) assimilabile
ad un'azione pressohe' involontaria?

> > E, se c'e', non potrebbe fare la differenza tra 'ingrandimento' e
> > 'avvicinamento', almeno a distanze oggetto non virtualmente a oo,
> > ma relativamemte brevi?
> In un certo senso...
> Vediamo se riesco a dare una spiegazione che meriti anche questa di
> essere salvata sul tuo disco :-))

No problem, gia' fatto :-))

> Comincio col dire che il fatto fisico oggettivo e' che se guardi una
> scene con un cannocchiale le immagini che si formano sulla retina sono
> piu' grandi di quelle che si formano a occhio nudo.
> Il rapporto e' praticamente coincidente coll'ingrandimento angolare
> del cannocchiale.
> E la fisica finisce quasi tutta qui.

OK, fin qui mi e' familiare.

> Se poi l'interpretazione che ne dai a livello cerebrale sia di un
> oggetto piu' grande o piu' vicino, dipende da tutt'altre ragioni: per
> es. e' essenziale se l'oggetto osservato ti e' familiare (case,
> alberi, persone...).
> Dato che di questi oggetti conosci bene le dimensioni, l'unico modo
> per conciliare questa conoscenza con l'immagine ingrandita e' di
> stimare ridotta la distanza.
> Quindi in queste condizioni il cannocchiale _avvicina_.
> (Succede l'opposto col Sole o la Luna, ma ora non divaghiamo...)
>
> Esenpio: guardi un albero distante 100 metri e con una chioma di 5
> metri, con ingrandimento 10.
> A occhio nudo la chioma occupa un angolo di circa 3 gradi, cje col
> cannocchiale diventano 30.
> Risultato: il tuo cervello piazza l'albero a 10 metri.

OK, tnx!

> Ma l'albero ha anche una profondita', che senza volerlo, in modo
> automatico, riesci a stimare, per es. con la "parallasse temporale".
> (Il tempo non c'entra: c'entrano invece le tempie.)
> Il termine indica uno spostamento della testa nella direzione di un
> asse che va da una tempia all'altra, che noi facciamo senza neppure
> accorgercene.

Ah, di questo non sapevo!

> Anche con un solo occhio, lo spostamento produce un effetto di
> _parallasse_, che fa muovere gli oggetti piu' lontani rispetto a
> quelli piu' vicini.
>
> Nel caso dell'albero, le parti vicine della chioma stanno a 97.5
> metri, quelle lontane a 102.5 metri. Se sposti la testa di 10 cm, ne
> segue uno spostamento apparente (nello stesso vero dello spostamento)
> delle parti lontane rispetto a quelle vicine, di un'ampiezza
> (10cm/100m)*5m = 5 mm.
> Per quanto piccolo, lo spostamento e' apprezzabile, perche' potra' ad
> es. far apparire o scomparire il bordo di una foglia lontana
> parizalmente coperta da una piu' vicina.
> Il cervello e' addestrato a valutare questi spostamenti e a ricavarne
> una stima delle dimensioni longitudinali dell'oggetto, che nel nostro
> caso sono 5 metri: 5mm * (100m/10cm).
>
> Ora mettiamo il canocchuiale davanti all'occhio.
> Come gia' detto, l'albero ci appare a 10 metri.
> L'effetto di parallasse rimane inalterato: le foglie si coprono o si
> scoprono come prima, per 5mm.
> Solo che ora la distanza stimata e' 10 m, non piu' 100; lo stesso
> calcolo di prima da' quindi per la profondita':
> 5mm * (10m/10cm) = 0.5 metri!
> E cosi' l'albero ci appare "schiacciato", come se fosse l'elemento di
> una scenografia teatrale...
>
> Lo stesso accade naturalmente per la distanza longitudinale tra due
> alberi: tutto viene compresso per un fattore 10.

Spettacolare!
Credo di aver seguito bene il tuo ragionamento,
anche nell'apetto quantitativo. Comunque mi resta
un piccolo dubbio che da qui non riesco a risolvere
(mancanza di qualsiasi testo adatto e troppo pochi
ricordi per, eventualmente, ricostruire): prima di leggere
questa tua risposta avevo ipotizzato che c'entrasse,
dato che siamo al finito, anzi, distanze relativam. brevi, che
l'ingrandimento longitudinale (non so se e' l'espressione
giusta) per il quale un oggetto esteso al di la' di un sist.
ottico ci appare, si' ingrandito angolarmente, ma un po'
anche in profondita'; per quanto riesco a ricordare, cio'
farebbe si' che un cubetto (per dire, ed esagerando un po',
per capirci) ci apparirebbe come un tronco di piramide col
vertice virtuale (quello mancante) posto al di la' e la base
(ingrandita) al di qua', verso di noi.
Ma forse questo vale (se poi vale) solo per sist. ottici
riconducibili a una sola lente, non per i cannocchiali.
Come vedi ho idee alquanto confuse.


> --
> Elio Fabri

Ciao e grazie per l'eventuale ulteriore attenzione,
Patrizio
Received on Thu Jul 06 2006 - 11:19:03 CEST

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