Ciao
Stefano Gemma ha scritto:
> Mi � venuta in mente un'altra considerazione. Se il centro del liquido si
> abbassa (oppure si crea il vuoto al centro, in assenza di gavit�) questo
> abbassamento � misurabile e dipende dalla forza centrifuga ovvero dalla
> velocit� di rotazione. Gli elementi per il calcolo di questo abbassamento
> sono:
>
> - la densit� del liquido
> - la viscosit� del liquido
> - la forza di gravit�
> - la velocit� di rotazione
>
> Non serve altro, che io sappia.
>
> Cosa succede ora, se facciamo ruotare due secchi, distanti tra loro e
> con versi opposti? Possiamo calcolare i singoli abbassamenti, senza tenere
> conto dell'altro secchio. Come spiegare una rotazione equivalente
> dell'intero Universo, che produca contemporaneamente lo stesso risultato sui
> due secchi? Siccome possiamo far ruotare infiniti secchi, con infinite
> angolazioni gli uni rispetto agli altri e con diverse velocit� e versi di
> rotazione... devo supporre che il resto dell'Universo sia praticamente
> ininfluente.
La traccia dell'esperimento e' fin troppo limpida: io direi di si senza
ombra di dubbio!
>
> Ci si pu� chiedere "rispetto a cosa ruota un oggetto?". Se lo poniamo
> nel vuoto, distante il pi� possibile da ogni cosa,...............
Ma e' a questo punto che io mi pongo una questione, che sta a monte
delle domande che ho inoltrato in questo "post".
Perche' noi abbiamo questa concezione dello spazio? Guardate che molto
dipende dagli assunti che noi facciamo (ed e' molto spesso il porsi in
maniera tacita o in maniera critica verso tali assunzioni che fa
cambiare radicalmente le cose).
Direi che se un bambino mi chiedesse <cos'e' lo spazio>, io siccome
sono un fisico cercherei di dargli la risposta che al suo livello
inquadri nel migliore dei modi la risposta, o per lo meno quella che io
reputo sia la risposta. Ma lo stesso vale per me, delle volte mi pongo
la stessa domanda a cui cerco di rispondermi senza false congetture.
Cosi' ho pensato che la risposta sarebbe potuta essere:
<Lo spazio e' cio' in cui la nostra mente pone le cose, e, sempre nello
spazio, dove c'e' una cosa non ve ne puo' essere un'altra>.
Le cose sono i corpi ad eccezione dello spazio stesso. Ma la risposta
non vale. Come mai se accendo due lampade le loro luci non risentono
l'una dell'altra scontrandosi? Se le luci sono nello spazio, dove c'e'
la luce della lampada di sinistra che va sulla lampada di destra non ci
potra' essere la luce della lampada di destra che va sulla lampada di
sinistra.
Allora queste luci:
-) o non sono nello spazio;
-) o non sono cose;
Ma se le luci le pensiamo come cose allora le dobbiamo porre nello
spazio, se le percepiamo dobbiamo pensarle come cose. Qualche cosa non
quadra.
Ho parlato di luci (rimanendo sul vago) qui perche' non mi interessa
affatto il modo teorico di trattarle: che siano corpuscoli o onde o
campi, non mi interessa. Non mi interessa che esista questa o quella
teoria, mi interessa sapere quale ruolo svolge lo spazio in questa o
quella teoria.
Ebbene in tutte queste teorie risulta evidente il ruolo dello spazio:
<contenitore vacante di cose>. Magari c'e' una qualche postilla
qualificatoria, ma in buona sostanza lo spazio e' questo!
Tant'e' che si arriva a concludere che lo "spazio vuoto" quando venga
osservato con una altissima precisione/scansione temporale mostra che
e' sempre piu' occupato da materia/antimateria.
> possiamo dotarlo di due
> piccoli razzi, perpendicolari ai raggi. Accendendo i razzi, l'oggetto ruota
> sicuramente... ma rispetto a cosa? Rispetto alla materia espulsa dai razzi
> stessi? Rispetto ad un ipotetico "punto fisso"? (che non potrebbe esistere,
> secondo la relativit�).
>
> Stefano
Io mi chiedo:
Osservando l'universo, sempre piu' in la' , dietro le stelle altre
stelle piu' lontane, le galassie, e dietro ancora piu' in la'.... si
arriva a vedere il sipario di un universo che ci circonda e tanto
lontani ci sembrano tra loro due punti diametralmente opposti, che il
dubbio non ci sfiora... ma effettivamente quei 2 punti cosi' lontani da
noi, ad esempio lo zenit e il nadir di una nottata passata sotto le
stelle, che sono lontani fino a toccare il disaccoppiamento, non e'
possibile che siano vicinissimi tra loro? E se questo e' vero.....in
che senso lo e'? Noi sappiamo che le dimensioni dell'universo
primordiale erano inferiori a queste.... quindi la suopposizione or ora
fatta sembra quadrare.
Non so se mi sono spiegato.
Received on Mon Jun 26 2006 - 10:53:46 CEST
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