Re: Perche' e' successo? Semi OT

From: Soviet_Mario <Soviet_at_MIR.CCCP>
Date: Mon, 19 Jun 2006 15:26:57 GMT

Valter Moretti ha scritto:

> theopps75_at_yahoo.it wrote:
>
>
>>E cose simili si potrebbero fare anche per le docenze... ove potrebbero
>>esservi esami pubblici per l'abilitazione alla docenza, e poi la
>>selezione del docente fatta con un minimo di potere decisionale da
>>parte di un comitato dell'universit� con il supporto di qualche
>>referee internazionale... come capita anche altrove...
>>In Italia si associa sempre il potere decisionale con la corruzione e
>>si fanno sempre concorsi pubblici che poi alla fine servono per
>>elimnare le responsabilit� individuali...
>
>
>
> Io non ho ricette magiche per risolvere il problema dello stato
> pietoso in cui si trova la ricerca in Italia. Per� posso fare qualche
> osservazione. In Italia uno vince un concorso ed � finita, � a
> posto per sempre, senza che nessuno (nemmeno lui stesso)
> sia pi� responsabile, in pratica, di quello che questa persona
> far� nel suo lavoro (a meno di non commettere reati penali).

Ineccepibile. Permettimi di sviscerare anche un aspetto
emotivamente insidioso ed ulteriore risvolto (diciamo
corollario) di questo punto.
Riassumo alcune premesse (� un caso tipico, abb. frequente, non
certo la regola senza eccezioni)
1) sostanzialmente il sistema di reclutamento non �
prevalentemente meritocratico
2) mettiamo di considerare tizio, che ha capacit� buone ma privo
di raccomandazione e non particolarmente ricco di famiglia
3) mettiamo che tizio abbia una perseveranza di acciaio (e amore
per il lavoro) e che, dopo 15 anni di borse di studio precarie,
con scarsi contributi previdenziali, approdi (il verbo rende)
finalmente a 45 anni, al miraggio della cattedra di ruolo, stabile.
4) si inserisce qui l'aspetto che citavi, l'inamovibilit� dalla
terra promessa : dopo averci messo le radici uno � arroccato l�
e non si pu� pi� rimuovere.


Adesso chiedo questo, non tanto a te (non vuole essere
un'obiezione, solo uno spunto di riflessione) : a prescindere da
COSA far� lavorativamente tizio in coscienza dal momento
dell'assunzione in ruolo in poi (se, cio�, lavorer� tanto per
scrupolo personale o poco, per stanchezza, � ora ininfulente),
come si comporter� tizio quando, giustamente, gli si far� notare
l'errore del privilegio della sua posizione e che, per far largo
ai giovani e alla meritocrazia, dovrebbe dare una mano a
riformare il sistema ?

E' una domanda difficile. Nel mio piccolo (ma piccolo piccolo,
dato che insegno nella secondaria, e considerato pure che non ho
fatto nemmeno troppi anni da precario avendo avuto fortuna col
concorso), non mi sento sicuro di come farei io se dovessi
pronuncuarmi.
Non � il dubbio di fare una cosa non giusta, no .... � la
sfiducia di base nello stato, che ti ha fregato una volta e a
cui non vuoi rischare di dargli il fianco di nuovo.
Le generezioni "meritocraticamente" bruciate, almeno i pochi che
  passano attraverso il sistema della cooptazione privi di
trucchi e con le sole loro forze resistono fino ad arrivare
comuqnue al risultato, invecchiano assorbendo insicurezza, si
bruciano con la precariet�. Forse non � giusto, ma � difficile
evitare che accada e che, dopo aver subito torti e ingoiato
rospi, costoro si sentano particolarmente riformisti.
E' un problema quando uno stato "brucia" intere generazioni
elemosinando gocce di opportunit� ad alcuni ed elargendo ad
altri. Il problema � dovuto al fatto che le ingiustizie mettono
radici nelle persone, e poi questi quarantenni e cinquantenni
non scompaiono di colpo. Che hanno fatto di male oltre a subire
torti e resistere ? Tanti diventano conservatori. Come dire :
verr� pure il nostro turno, no ? Il privilegio
dell'inamovibilit�, cos� negativo negli effetti pratici, diventa
allora una specie di riparazione a livello individuale.

>
> Nella trasmissione "viva la ricerca" questo punto (il meccanismo
> di reclutamento dei ricercatori e docenti) era abbastanza
> confuso: sembrava si cercasse la legge ideale per la
> commissione ideale, imparziale, senza legami con l'universit�
> dove si svolge il concorso ecc...ecc...
> per evitare di assumere scansafatiche per motivi di baronie,
> nepotismo ecc ecc.
> Io sono dell'idea che tutto questo appartenga al mondo dei sogni:
> le regole per la commissione ideale semplicemente non esistono.

allo stato attuale, si. Almeno qui da noi.

> La parola chiave � invece: responsabilit�.

eh he he .... ma anche questo � un sogno, purtroppo. Di fronte a
chi sei responsabile ? Cio�, questo discorso propone di spostare
pi� a monte un garante, in modo da rendere conto a costui e
riceverne finanziamenti o mazzate a seconda, in un rapporto di
correlazione. Ma questo garante, ente terzo, � incorruttibile ?
In virt� di cosa dovrebbe essere moralmente al di sopra dei
docenti di commissione di valutazione ? Se faccio un favore al
figlio del "valutatore", mi valuter� bene o male ?
Forse, la scappatoia, � altrove. All'estero.

> All'estero nella maggior parte dei casi � la Facolt� (una commissione
>
> della) che decide chi assumere all'interno di una short list, con
> criteri
> propri senza che, a quel livello*, nessuno ci metta il naso.

Vero, era anche un cavallo di battaglia del prof. Bressanini

> Il punto � che poi la facolt�, o il gruppo di ricerca �
> *responsabile di
> chi ha assunto*: i finanziamenti/ i posti futuri ecc... sono dati in
> funzione
> della qualit� del lavoro (didattica e/o ricerca) svolto anche dal
> neoassunto,
> dietro giudizi di panels nazionali o molto spesso internazionali.

forse la seconda pu� funzionare anche qui, � l'unica speranza
che c'�. In quanto a cose nazionali, se non funge a un certo
livello, ho seri dubbi che funzionerebbe con una indirezione
ulteriore. Alla fin fine le persone son quelle. Se uno non
giudica in modo imparziale un candidato ma magari � chiamato a
sorvegliare le scelte di chi lo fa, sar� passibile di errori
simili, penso.

> Se viene assunto un brocco o viene assunta una persona che
> "si comporta male", ci rimette tutto il gruppo/facolt�, perch� ne �
> direttamente responsabile.

Si si ... ma quanto responsabile e di fronte a chi (e chi lo
afferma). I punti da normare diventano questi.

> E' chiaro che questo meccanismo pu� funzionare solo se il posto
> fisso non esiste o quasi.

Vero. Sempre imho, lo stato deve farsi in qualche modo carico di
molte persone che ha bistrattato e indennizzarle in qualche
maniera. Se il "nuovo" sistema, che in certa misura �
restrittivo, colpir� chi ha sfruttato la debolezza del vecchio,
pazienza (anzi, meglio !), se si applicher� a uno che entra
fresco, con regole nuove e note a priori, costanti, ancora tutto
bene. Ma sarebbe un guaio ignorare quelli che nel sistema
vecchio erano sopravvissuti senzin modo virtuoso, senza esserne
contaminati. Per chiedere a costoro altri sacrifici e rinunce,
ci vuole cautela (se no il grandioso disegno abortisce
nell'applicazione).

> In effetti in molti paesi esteri il posto
> fisso �
> solo "asintotico" e vige una lunghissima precariet� virtuale

infatti. Virtuale mi piace. In un posto dove le chance sono
reali, dove te la giochi sulle reali capacit� e non senti di
essere tagliato fuori a priori, la precariet� viene anche
vissuta in maniera diversa. Ma non � la situazione italiana.

> che
> pu� convergere ad un posto fisso. Qual'� la controparte?
> Il posto fisso non esiste, ma il precariato � pagato **molto bene**

altro punto cui FORSE, il nuovo governo vuole mettere una pezza.
Che almeno non convenga tenerti precario se non c'� davvero
necessit�.

> a tutti i livelli. In Italia siamo agli antipodi: gli stipendi sono
> molto
> pi� bassi degli analoghi negli altri paesi, ma ci� �
> controbilanciato
> dal "posto fisso" (quando uno ci arriva). Questo � un circolo vizioso
> che dovrebbe essere riconosciuto e disinnescato. Ma per farlo ci
> vogliono (a parte le ovvie competenze e la volont� politica) I SOLDI.
> In Italia la Ricerca, ancora peggio della Scuola e dell'Universit�,
> � semplicemente "tollerata", � un piccolo male che bisogna tenersi
> per
> motivi di immagine o meramente politici...

Ammetto che, nel corso degli ultimi post di questo thread, la
mia depressione un po' cronica galoppa parecchio
Ciao
Soviet_Mario

>
> Ciao, Valter
Received on Mon Jun 19 2006 - 17:26:57 CEST

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