Re: Perche' e' successo? Semi OT

From: Soviet_Mario <Soviet_at_MIR.CCCP>
Date: Sun, 18 Jun 2006 22:41:39 GMT

Elio Fabri ha scritto:
> Soviet_Mario ha scritto:
>
>> ...
>> estremizzando e non contemplando i casi intermedi, per definire un
>> sistema sano o malato non si pu� pesare equamente il numero di esempi
>> illustri e quello di esempi infami. Prendiamo pure come archetipi la
>> SISSA, la Sant'Anna o la Normale, o anche l'INFN, e come secondo caso
>> cito giusto l'universit� di Bari, area medica (dove esistono interi
>> piani di dipartimento occupati da consanguinei).
>> Beh, se ipoteticamente un computo portasse, trascurando i casi grigi,
>> a censire otto casi eccellenti e due casi mafio-baronali, imho non si
>> potrebbe dire che il sistema � in salute. Purtroppo in certa misura le
>> degenerazioni pesano molto di pi�, e non ne faccio soltanto un caso di
>> maggiore appariscenza mediatica, cose che fanno presa sulla massa,
>> dico che intrinsecamente la negativit� � un indicatore pi� critico
>> della positivit�.
>
> A me sembra che la tua impostazione sia semplicemente sbagliata.

capisco che il tutto sia un po' OT e che non invogli a fornire
argomentazioni, ma in effetti dato che la "teoria" (la chiamo
cos� per non cercare sinonimi) viene contestata, forse erano
auspicabili ....

>
>> Quel che voglio dire � che la legittima (anche condivisibile)
>> testimonianza di indignazione del prof. Moretti, purtroppo non
>> dimostra che il sistema sia sano, semplicemente che in seno ad un
>> sistema scricchiolante, con pozze di liquame, ci sono ancora oasi
>> pulite e vitali.
>
> Per cominciare, ti contraddici: sono 8 su 10, o sono "oasi"?

no, hai fuso due discorsi differenti.
Uno era il principio astratto che, ovviamente imho, il caso
negativo ha maggiore peso intrinseco del caso positivo. Ho messo
quei numeri, del tutto arbitrari e iper-cauti, per spiegare quel
concetto.
Altre erano considerazioni contestuali, basate in parte
(piccola) sull'esperienza personale, in parte per racconti di
prima mano, in parte per lettura di documenti "ADI". In base a
quelle ho considerato il caso concreto contenere una gran massa
di casi moderatamente nepotistici e "xenofobi", una numero
minoritario di "oasi" virtuose, e un numero limitato di bubboni
marcescenti. I due discorsi cmq erano grosso modo indipendenti,
forse non ero stato chiaro, ma non in contraddizione.

>
>> ...
>> vero, � spesso un errore mediatico quello di ragionare per categorie
>> in blocco e far di tutte l'erbe un fascio. Nei servizi che ho sempre
>> visto in TV, per�, devo dire che si son sempre fatti nomi e cognomi
>> nei casi di malauniversit�, e che � in gran parte colpa delle
>> percezioni distorte dell'utenza, questa assimilazione.
>
> No, non credo affatto. Da quello che leggo e vedo mi pare invece che
> in ambito giornalistico si operi sistematicamente per convincere il
> pubblico che l'Universita' e' complessivamente un sistema bacato

non so .... qui posso ammettere di avere parlato con in mente un
servizio in particolare, imho curato con un certo rigore per la
veridicit� delle fonti, a cura di Riccardo Iacona su rai III di
vari mesi fa, pi� una sommaria e parziale lettura dei due libri,
cervelli in fuga e cervelli in gabbia, di cui ho racimolato
estratti. Inoltre, sempre nella mailing list ADI (che non so se
sia aperta al pubblico, un tempo lo era, ora non so, ma seguito
a riceverla da "socio") vengono postati molti articoli, da
Repubblica e altre testate, a firma di insigni docenti
universitari, ed argomentano in maniera molto seria e non credo
faziosa. Non fosse OT, potrei incollarne megabyte.
Ammetto quindi che le mie "fonti" non sono il classico Tigg�
delle 20:30, che potrebbe essere come tu dici fazioso e
sfascista per principio.

> (come
> pure, discorso affine, si dice che la scuola secondaria e' uno
> sfacelo).

beh, qui posso dire nuovamente di conoscere l'argomento per vie
piuttosto tecniche (riviste sindacali, sempre il GOL-Adi Scuola)
che pure per vissuto reale. La situazione � realmente di totale
sfacielo incondizionato, se si guarda alla norma. Certo,
esistono ancora, pure non lontano da dove sto io, centri di
relativa resistenza di un qualche decoro e, mi dicono, nelle
metropoli ci sono ancora licei prestigiosi vivai delle
universit� prestigiose (ne conosco alcuni per sentito dire a Roma)


> Dico di piu': la sensazione nettissima e' che il giornalista tipo
> abbia un fatto _personale_ verso l'universita', e approfitti del suo
> potere per rifarsi.

Di nuovo posso darti ragione su questo. Le idee che ho cmq sono
in larga parte indipendenti dalla fascia generalista delal TV, e
  nascono essenzialmente dalla lettura di fonti alternative o
dall'esperienza pratica (di nepotismo ne ho visto coi miei occhi
parecchio, poi per carit�, sar� perch� a differenza di altri non
avevo abbastanza super-poteri intellettivi per vincere la
sproporzione tra un raccomandato e me, che mi � rimasto del
sangue marcio e il tema � dolente; nondimeno sono convinto di
aver cercato di costruirmi un parere argomentato in modo
indipendente dalle delusioni personali).

>
> Perche' ho detto sopra che la tua e' un'impostazione sbagliata?
> Per piu' ragioni.

Ah ... sorry, allora leggo attentamente

>
> La prima, che sarebbe banale se non fosse del tutto ignorata a tutti i
> livelli, e' che non e' possibile trattare l'universita' come un tutto
> unico: ci sono enormi differenze a seconda delle Facolta' e perfino
> dei corsi di laurea di una stessa Facolta'.
> Differenze che in estrema semplificazione si possono ridurre a questo:
> si tratta di corsi e Facolta' che rendono soldi, oppure no? Sono
> collegate con l'esercizio della professione privata, o no?
> Detto questo, non ho neppure bisogno di fare i nomi.

Strano .... mi trovo d'accordo, e non capisco in che senso
questa � un'obiezione. Un giudizio complessivo, medio, perde di
senso se il sistema � eterogeneo ? Non credo. E' solo pi�
difficile e scontenta di pi�, come i polli di Trilussa. Ma lo
stato ha bisogno anche di valutazioni medie

>
> La seconda e' che anche figure come il "barone", ormai entrate nel
> linguaggio comune come sinonimo di potere assoluto e arbitrario (e
> magari anche corrotto, disonesto e incompetente) andrebbero
> riesaminate e discusse seriamente.
> Certamente sono esistiti ed esistono tuttora baroni con tutte le
> caratteristiche che ho detto; ed e' da notare che quelli "veri" sono
> sopravvissuti a tutte le "riforme" che ne avrebbero dovuto erodere il
> potere.
>
> Ma e' anche esistita ed esiste la figura del "caposcuola", che puo'
> facilmente sfumare e confondersi col barone, ma ha tutt'altro valore.

Beh, di nuovo fai dei distinguo sacrosanti, che condivido, e che
ancora non credo invalidino niente della visione antibaronistica.
Ne ho conosciuti pure io, di entrambe le categorie.
Anzi, la situazione nella mia facolt�, quando mi hanno
"cacciato" (scherzo, ho solo smesso di cercare borse di
sopravvivenza) e poco dopo, poi ho perso di vista la situazione,
era che il declino si accentuava man mano che personalit� di
spicco e creative, storicamente motori vitali dei gruppi di
ricerca e dipartimenti, entrati in et� antecedente alle ope
legis, per motivi anagrafici andavano in pensione, ed erano
sostituiti da "mezze cartucce", dai fedeli ed umili borsisti ad
oltranza, che ereditavano l'habitus in materia di potere, ma
raramente avevano la levatura per ereditare la forza innovativa
e creativa dei, come dici, capiscuola.
Non ricordo bene in quali epoche storiche, tu lo saprai di certo
meglio, in universit� ci sono state le sanatorie, le ope legis
che tramite riserve interne davano docenze a tecnici laureati,
borsisti di lungo corso etc etc. Ma tra coloro che occupavano le
posizioni dirigenziali gi� prima di queste ope legis, non penso
ci sia troppo da recriminare.
In definitiva � vero che essere caposcuola e luminare, e barone,
siano due caratteristiche indipendenti.
Ci sono capiscuola che non sono baroni .... grazie al cielo
Ci sono baroni che scientificamente sono mediocri .... purtroppo
Ci sono persone che incarnano entrambe le caratteristiche, e qui
capisco che il giudizio sia sofferto e le conclusioni personali.
Personalmente, ammettendo un danno al sistema, dovessi avere
prove di entrambe le caratteristiche, penserei che il sistema
dovesse avere pi� da guadagnare che da perdere a esautorare
queste figure (non dico ad estrometterle, perch� se uno �
geniale lo stato ha interesse ha riconoscergli il diritto a fare
scienza, dico solo che bisognerebbe sottrargli ogni competenza
amminsitrativa e di cooptazione sulle politiche di assunzioni,
tutto qui)

> Questo e' un discorso serio, che andrebbe fatto per es. quando si
> parla di concorsi, col connesso problema della valutazione dei
> cnadidati, ecc.

Lo so che � serio. Anche li, lessi che dall'ultima riforma,
quella dei concorsi locali, si era instaurata una consuetudine
che prevedeva N candidati partecipanti effettivi per N posti
messi in palio. E' una selezione questa ? Vuol dire qualcosa se
a una ipotetica competizione equa i competitori estranei manco
si presentano ? Sono stati bollati concorsi "ad personam".

> Precisato che io non sono mai stato un "barone" in nessuno dei sensi
> sopra descritti, neppure nel migliore, fermo qui il discorso che
> diventerebbe troppo lungo.
>
> Passo invece a una terza ragione: la transizione veloce della nostra
> universita' da scuola di elite a scuola di massa.

Forse fu questa una delle cause delle ope legis dei primi anni
ottanta, che fecero entrare chiunque si trovasse al posto giusto
al momento giusto (creando i presupposti per una fascia docente
di et� molto omogenea e saturazione decennale dei posti), magari
che spazzava le scale di ateneo e poteva far valere una qualche
forma di diritto acquisito.

>
> Cio' ha ovviamente moltiplicato la richiesta di forza-docente, ma alle
> possibilita' di costruirla ci sono dei limiti fisiologici. I bravi
> docenti non solo non si possono improvvisare, ma oltre un certo limite
> e' proprio impossibile averli.
> Quindi se si vuole avere un'universit'a di massa, bisogna rassegnarsi
> ad avere una maggioranza di docenti mediocri. Questo e' vero qui come
> in ogni parte del mondo.

Mi sta bene. Purch� per�, poco o tanto che sia il merito, siano
scelti effettivamente sulla base del merito e non per godere di
una qualsiasi forma di conoscenza e raccomandazione.

> Altro discorso e' che ad ogni modo ciascuno debba fare al meglio il
> proprio dovere, e non trascurarlo dando priorita' ad altre attivita'.
> Inoltre un'universita' di massa ha bisogno di un'organizzazione
> didattica piu' rigida, in cui c'e' meno spazio all'autonomia e piu'
> vincoli su quello che ciascuno deve fare.
> A questo proposito non ho mai capito il facile richiamo alla "liberta'
> didattica", ma anche questo sarebbe un lungo discorso...
>
> Invece le "altre attivita'" di cui ho parlato ci portano nell'ambito
> della ricerca.
> Cominciamo col dire che non solo il grosso pubblico, ma credo la
> grandissima parte delle persone che si ritengono "colte" e della
> classe politica ritengo non abbiano la piu' pallida idea di che cosa
> in concreto e' la ricerca scientifica.
> A parte che se facessimo un sondaggio, chiedendo di fare un esempio,
> il 90% farebbero un esempio di carattere medico-biologico, quanti
> hanno idea di come la ricerca e' organizzata, e delle grandi
> differenze (anche qui) fra diversi settori?
>
> Questo e' un punto importante, perche' l'organizzazione della ricerca,
> soprattutto quella sperimentale, e' oggi in larga miura di gruppi
> anche molto numerosi, dove varie persone svolgono compiti diversi,
> tutti necessari ma non omogenei tra loro.
> Per es. il fatto che un ricercatore abbia un'unica carriera possibile
> (sto parlando dell'ambito universitario) crea una distorsione.
> Puo' accadere (accade tutti i giorni) che un collaboratore prezioso
> ma modesto, con precisi limiti intellettuali, debba essere
> ricompensato del suo lavoro con una promozione. Che cosa si fa? gli si
> da' una cattedra.

eppure questo non � in sintonia con la logica concorsuale che, a
parole, dovrebbe tutelare il merito sopra l'interesse immediato.
Se mi dici questo con rassegnazione, ho proprio la conferma che
in una certa misura � considerato fisiologico un certo livello
di interscambio. Ora hai citato l'esempio pi� "innocente", di
una persona preziosa tecnicamente e quindi utile al gruppo,
tipico dei contesti delle scienze pure forse pi� lontani dai
giri di soldi di altra natura. Le sfumature dell'interesse sono
in realt� ben pi� variegate. Non mi piace molto neppure questo
caso pi� funzionale, a dire il vero. Sembra che non ci sia quasi
nessuno con la sensazione che sia possibile rimettere in
discussione la prassi.

> Il risultato e' un calo del livello, sia nella didattica come nella
> ricerca.
>
> Mi fermo qui: ti ho fatto qualche esempio delle cose che bisognerebbe
> sapere per giudicare l'ambiente universitario.

Beh, sicuramente ne hai esperienza infinitamente maggiore. Ci�
non toglie che guardare una stessa cosa dall'alto e dal basso
pu� dare esiti differenti. Nel mio piccolo, tempo fa, leggevo
molto sul tema "lo stato dell'universit�", cercando di vedere
oltre l'orticello delle piccole delusioni personali

> Per non parlare poi di quelli che hanno il potere di legiferare :-<

Ah beh, di certo non vi hanno fatto un buon servizio. Alla
pubblica istruzione siamo stati in buona compagnia, a partire
dal caro On. D'Onofrio in poi. Sperai in Berlinguer, che era
stato rettore, ma anche se era in buona fede non conosceva molto
la nostra situazione e non � stato capito, si � impantanato in
un muro contro muro sindacalese, e rien a faire.

Boh ... vi lascio alle vostre discussioni tecniche, che
ultimamente leggo spesso anche se capendone una parte minima.
Anzi, spero di non esagerare pi� con gli OT, anche perch� in
questo NG pi� che OT non posso postare (ma a volte uno ha un
tallone d'achille su certi temi)
ciao
Soviet_Mario
Received on Mon Jun 19 2006 - 00:41:39 CEST

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