Re: Perche' e' successo? Semi OT

From: <theopps75_at_yahoo.it>
Date: 18 Jun 2006 12:27:19 -0700

> La seconda e' che anche figure come il "barone", ormai entrate nel
> linguaggio comune come sinonimo di potere assoluto e arbitrario (e
> magari anche corrotto, disonesto e incompetente) andrebbero
> riesaminate e discusse seriamente.
> Certamente sono esistiti ed esistono tuttora baroni con tutte le
> caratteristiche che ho detto; ed e' da notare che quelli "veri" sono
> sopravvissuti a tutte le "riforme" che ne avrebbero dovuto erodere il
> potere.
>

Non e che c'e' anche molta confusione fra facolt� scientifiche ed
umanistiche? Mi pare che sia molto pi� facile avere "baroni" in
facolt� come giurisprudenza che fisica. Se sei un docente di diritto
romano, per fare un esempio, ed hai 2000 studenti ed uno studio legale
da paura, puoi permetterti di avere la cattera, non fare mai una
lezione e far fare tutto ad assistenti, prenderti comunque i soldi
senza condividere il tuo sapere e richedere puro che obbligatoriamente
i tuoi studenti comprino il tuo libro scritto da cani e che se non ti
preparu su quel libro non passi l'esame... Poi essendo un avvocato
importante, conosci politici ed amministratori, potere economico e
giudiziario e... eccoti il barone esemplare.

Puo' esistere un tale fisico? Non mi risulta... o perlomeno dovrebbe
essere cosa piu rara. E poi il ricercatore/docente � cosa del tutto
diversa. Sinceramente, se hai sacrificato la tua vita per la scienza
fra precarieta economica e magari anche senza sapere in che citt�
vivere l'anno successivo e poi riesci a vincere un concorso e cerchi di
far lavorare anche tua moglie/marito nel tuo laboratorio, avendo
conosciuto lei/lui nel poco tempo in cui non lavoravi, in un
laboratorio a fianco durante una visita in un laboratorio all'ester...
insomma � tutto un discorso diverso dal baronato :)


> Ma e' anche esistita ed esiste la figura del "caposcuola", che puo'
> facilmente sfumare e confondersi col barone, ma ha tutt'altro valore.
> Questo e' un discorso serio, che andrebbe fatto per es. quando si
> parla di concorsi, col connesso problema della valutazione dei
> cnadidati, ecc.

Daccordissimo. Propongo un problema... i concorsi. Per un dottorato
tutti fanno lo stesso esame, i piu' bravi passano lo scritto
(supponendo che nessuno avesse le risposte prima). E poi? Cosa capita
se su 10 posti son passati dieci teorici? Bh� sono i piu�bravi negli
scritti dopotutto no? Quindi � ovvio che poi i docenti si debbano
"dividere" le posizioni disponibili politicamente.... si eliminassero i
concorsi per i dottorati e si assegnassero i soldi per gli studenti
all'arbitrio dei docenti sarebbe meglio.... e se Tizio assume suo
figlio ritardato mentale e dopo tre anni non avr� prodotto nulla...
non avr� piu' i soldi per un altro dottorato per esempio...

E cose simili si potrebbero fare anche per le docenze... ove potrebbero
esservi esami pubblici per l'abilitazione alla docenza, e poi la
selezione del docente fatta con un minimo di potere decisionale da
parte di un comitato dell'universit� con il supporto di qualche
referee internazionale... come capita anche altrove...

In Italia si associa sempre il potere decisionale con la corruzione e
si fanno sempre concorsi pubblici che poi alla fine servono per
elimnare le responsabilit� individuali...

>
> Passo invece a una terza ragione: la transizione veloce della nostra
> universita' da scuola di elite a scuola di massa.

Una cosa che mi fa da pensare... ma come mai oggigiorno, ovunque non
solo in Italia, si confonde il diritoo allo studio, che a mio parere
deve essere garantito a tutti, con il fatto che onguno abbia il diritto
ad una laurea o ad un dottorato... vabbe qzesto � un'altro discorso,
che per� concorre con l'abbassamento della qualita delle
universit�... non solo in Italia...

>
> Puo' accadere (accade tutti i giorni) che un collaboratore prezioso
> ma modesto, con precisi limiti intellettuali, debba essere
> ricompensato del suo lavoro con una promozione. Che cosa si fa? gli si
> da' una cattedra.
> Il risultato e' un calo del livello, sia nella didattica come nella
> ricerca.
>

Ma e vero che la riforma Moratti, in pratica obbliga i ricercatori a
fare carriera diventanto professori e cos� via? Ma se uno volesse fare
"solo" il ricercatore per tutta la vita?



Saluti,

Alessandro
Received on Sun Jun 18 2006 - 21:27:19 CEST

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