Re: Hawking e le sue sparate...

From: Soviet_Mario <Soviet_at_MIR.CCCP>
Date: Sat, 17 Jun 2006 10:20:20 GMT

se4510_at_gmail.com ha scritto:
> Giulio Severini wrote:
>
>
>>A parte gli immensi costi di un progetto del genere, ma io mi chiedo:
>>davvero Hawking pensa che per sopravvivere all' Umanit� basti cambiare
>>pianeta? E che ci facciamo con un nuovo pianeta se poi lo distruggiamo
>>dopo un secolo? Ne prendiamo un altro ancora? Ma poi distruggiamo anche
>>quello...
>>Per sopravvivere l' Umanit� ha bisogno solo di una cosa: di rispettare
>>la Natura e se stessa.
>
>
>
> Posso dire una cosa?
> Mi sembri un folle che risponde ad un folle.
> Ma davvero tu pensi che l' umanit� ha tutta questa potenza
> distruttrice?
> Basta guardare come usi le parole "basti cambiare pianeta". Dai per
> scontato che sia possibile sopravvivere su un altro pianeta: e infatti
> per te il problema principale e che potremmo distruggerlo dopo un
> secolo.
> E' tutto assurdo.

assurdo � anche vedere in modo simmetrico i due effetti
dell'influenza umana. Planiformare nel senso di adattare un
ecosistema NON adatto a noi per renderlo adatto a noi, a parit�
di "discrepanza", si, � un' attivit� dispendiosissima e anche
difficilissima (perch� non comprendiamo ancora a fondo la
stabilit�, gli "attrattori" degli ecosistemi complessi, da poter
prevedere deterministicamente gli effetti di certe azioni).
Viceversa il rendere inospitale un ecosistema favorevole, beh,
non � difficile e non implica alcuna grande potenza distruttiva
del genere umano. Basta che consideri che in molti casi l'uomo
c'� quasi riuscito e a caso, senza nemmeno intenzione. E' stato
sufficiente l'effetto collaterale di scaricare rifiuti di certa
natura senza tutte le cautele necessarie. Questo non vuol dire
che � semplice snaturare completamente una biosfera,
sterilizzarla (batteri, funghi, insetti, nematodi sono troppo
diffusi e molto poco esigenti), ma non � difficile colpire gli
organismi superiori che hanno ben altre esigenze.



> La probabilit� di riuscire a ricreare un ambiente favorevole per la
> conservazione della specie umana su una altro pianeta sono bassissime,

su questo siamo d'accordo, non � proprio come il film su marte

> altro che distruggerlo: � molto pi� probabile che sia il nuovo
> pianeta a distruggere noi.

Il punto � un altro. Posto che trovassimo un luogo ospitale e
adatto (cosa rarissima suppongo), non sarebbe cos� difficile
deturparlo. Sono convinto che cmq il senno di poi ci aiuterebbe
almano a non fare i medesimi errori (non � escluso che in una
biosfera aliena, anche l'esperienza non ci scampi dal fare altri
errori malgrado le migliori intenzioni)

> Ma dico io, c'� chi vede una enorme tragedia l' uso degli OGM e qui si
> parla di cambiare pianeta come se niente fosse.
>
>
> Per sopravvivere l' umanit� ha sempre dovuto lottare _contro_ la
> natura

di nuovo non condivido appieno l'uso. Da tempo ormai non
dobbiamo rivolgerci agli ostacoli della natura con spirito di
"lottarci contro", ma semmai con spirito di integrazione
sostenibile. Intendo dire che tra i nostri nemici naturali,
escludendo batteri, virus e altri parassiti (nostri o del nostro
cibo), il problema prioritario dell'uomo � l'uomo stesso,
proprio perch� siamo in profondo disequilibrio e il principale
(in scala temporale) elemento perturbativo. Non abbiamo altri
nemici o competitori che ci contendono le risorse. Simply non
riusciamo a farci bastare le risorse malgrado si sprema a fondo
la fonte (anche sulla distrubuzione delle risorse ho qualche
perplessit�, ma non voglio estendere l'OT)

> e deve continuare a farlo (qui sulla terra, su una altro pianeta
> sarebbe una lotta troppo dura....)

Detto ci�, e malgrado la mia stima fideistica in Hawking,
ammetto che la priorit� dell'esodo (che riguarderebbe cmq solo
pochi eletti per un lungo tempo, e non le masse) la vedo come
molto remota rispetto alla risoluzione dei problemi locali,
molto pi� urgenti.
ciao
Soviet
Received on Sat Jun 17 2006 - 12:20:20 CEST

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