Re: Professione referee (lungo ahime`)

From: Mario Leigheb <leigheb_at_frascati.enea.it>
Date: Fri, 19 May 2006 09:31:01 +0200

the Volk wrote:
> In secondo luogo lo espone ad attacchi sul piano personale.
> Come dice Mario Leigheb spesso non e`difficile scoprire chi e`il
> referee.

Veramente non l'ho detto io, pero' confermo che e' cosi', specie quando
si tratta un argomento che interessa una cerchia ristretta di ricercatori.

> Io rilancio la mia idea di referee di professione anonimi e neutrali
> possibilmente o almeno lontani dalla politica della ricerca.

Vabbe' mi hai convinto, per 200 Euro/articolo mi candido io per tutti
gli articoli che trattano la EUV spectroscopy o high resolution X-ray
spectroscopy di plasmi!

> Questo avrebbe forse il difetto di incrementare i costi delle riviste,

Ti credo, prendi una rivista qualsiasi, diciamo l'europeo J.Phys.B, che
tratta di argomenti abbastanza disparati ma di spettroscopia (tutti
quelli che riguardano Atomic, Molecular and Optical Physics). Poi cerchi
un plotone di 50 referee professionisti di alta e pluridisciplinare (se
J.Phys.B limita a 50 i referee per tutti gli articoli che escono su
J.Phys.B, la pluridisciplinarita' dovra' essere abbastanza elevata)
competenza e chiedi loro ...

> ma garantirebbe una certa imparzialita`e professionalita`.

In pratica dovrai prendere tutti i 50 direttori dei principali
laboratori europei o ordinari universitari, che per mollare il loro
lavoro (dovranno dedicarsi full time al mestiere di referee
professionista, per poter seguire in modo competente i vari campi
seguiti dal periodico) dovranno essere pagati almeno 250-300.000 EURO
lordi/anno ciascuno.

> L�introduzione di questo sistema farebbe probabilmente calare il
> numero di riviste nel settore. Quello che immagino e`che

Questo aumenterebbe la transdisciplinarita' delle riviste sopravvissute,
quindi il loro numero di referee professionisti, quindi i loro costi,
giusto? Ogni laboratorio di ricerca finirebbe per pubblicare uno o due
articoli l'anno, di rassegna su tutti i propri risultati, ricercatori
singoli e dottoranti sono fatti fuori, l'autonomia del singolo
ricercatore sparisce, e i referee professionisti, allontanati dai
laboratori e dalle universita', in un paio di anni farebbero crollare
l'autorevolezza della rivista.

> le riviste con il
> peer-review sarebbero si piu`economiche ma molto meno affidabili e in
> tal
> senso verrebbero pian piano rimpiazzate dalle riviste professionali.

Io mi immagino che l'era delle riviste scientifiche finirebbe e tutti
metteranno i propri risultati sul web, senza referee alcuno, e senza
nessuna possibilita' di sapere se l'autore e' un ricercatore serio o un
visionario.

> Inoltre vorrei rilanciare la seconda idea del mio post ancora non
> discussa a fondo e cioe`la fondazione di riviste che garantiscono un
> controllo
> capillare degli articoli quando possibile.

Si potrebbe chiedere al congresso USA di finanziare con un mezzo
miliardo di dollari il LLNL e incaricarlo di questo lavoro, che
comprende anche assunzione di ricercatori per far girare i codici, per
nuovi apparati sperimentali ecc.; immagino pero' che il congresso USA
non sia interessato, e che ne' la direzione del LLNL, ne' gli stessi
ricercatori sarebbero disposti a fare come propria missione i
controllori delle ricerche altrui.

> Il problema che voglio portare e`che quando un articolo e`pubblicato
> quello e` Verita`. Non di rado si leggono citazioni di articoli a
> riprova di quello che si afferma.

Nel mio ambiente, il singolo ricercatore si sente moralmente autorizzato
a confutare un proprio articolo dopo sei mesi dalla pubblicazione, se
trova risultati discordanti: se lo fa prima dei sei mesi, allora fa
brutta figura!
Nel campo mio, ogni anno un 2-3 teorici partoriscono simulazioni
apparentemente piu' accurate dei coefficienti della fisica atomica e
molecolare, e un 2-3 laboratori partoriscono analisi sperimentali per
confermare o confutare i nuovi calcoli.
Altro che oro colato!
Qualche volta escono pero' articoli di rassegna che resistono anni come
schema fondamentale per nuovi calcoli ed esperimenti, ma hai fatto caso
che quando si leggono "citazioni di articoli a riprova di quello che si
afferma" si specifica accuratamente autore, anno, luogo e modo con cui
e' uscito quell'articolo, affinche' il lettore sia consapevole di cosa
si parla?

> Una sorta di "Ipse Dixit" secondo me che e`
> pericoloso e che e`contrario alla logica della ricerca scientifica.

Nella Fisica non ci sono "Ipse Dixit". Ci sono affermazioni che hanno un
grado variabile di autorevolezza. Non per nulla, tra i compiti del
referee e' verificare che l'articolo sia anche trasparente sul proprio
grado di autorevolezza.

> Dico solo che quando e`possibile e` importante controllare.
> Tale rivista costerebbe moltissimo mi rendo conto ma basterebbe solo una
> in tutto
> il mondo per garantire l`utente che quello dove si sta`muovendo e`
> terreno sminato.

Forse il congresso dell'ONU potrebbe creare un superlaboratorio di
verifica e controllo, nel deserto del Sahara, con 20.000 dipendenti di
cui 15.000 ricercatori, finanziandolo 10.000 miliardi di EURO/anno per
dieci anni, il cui compito sarebbe solo di ripetere ricerche e
esperimenti di altri 1000 laboratori che ricevono 1/1000 di
finanziamenti. Spesa indubbiamente appropriata per risolvere i problemi
del peer reviewing! E se i ricercatori preferiscono fare ricerca
piuttosto che controllare le ricerche degli altri, si puo' ricorrere a
una deportazione massiccia con aerei militari e ai caschi blu per
evitare fughe!
Ciao
Mario Leigheb
Received on Fri May 19 2006 - 09:31:01 CEST

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