Re: Professione referee (lungo ahime`)

From: Valter Moretti <vmoretti2_at_hotmail.com>
Date: 13 May 2006 14:57:12 -0700

Paolo Bonavoglia ha scritto:

>Innanzitutto non ho fatto alcuna statistica su due casi: ho
>solo citato due casi estremi uno negativo e uno positivo; di errori e
>orrori su libri, riviste e siti web avrei potuto citarne a decine, avrei
>dovuto forse scrivere una mail infinita citando decine di casi?

Mi pare di si, nel senso che avresti potuto dire qualcosa di
molto pi� preciso se volevi sostenere un' affermazione tanto precisa
come quella che hai fatto:

>Conclusione quasi inevitabile: i referee servono a poco o a nulla!

Ti faccio il mio caso: Io sono autore di una trentina di articoli
di ricerca pubblicati su riviste internazionali, sono coautore di un
libro e sono referee di una decina di riviste internazionali.
Delle mie pubblicazioni solo una volta o due al massimo
posso dire di essere stato "maltrattato" dai referees o che
� stato davvero preso un granchio da parte loro. Da referee posso
dire che il rapporto con gli editori/autori, di nuovo solo una o due
volte � stato conflittuale. (Non mi pronuncio sul mio operato come
referee perch� potrei non essere imparziale)
Poi ci sono i colleghi: ci capita spesso di discutere
del problema e di vagliare varie opinioni.

Per queste ragioni credo che complessivamente
il sistema dei referee funzioni (parlo della fisica
matematica/ teorica) anche se potrebbe probabilmente
funzionare meglio. Quello che noto e lo notano anche
i miei colleghi, � un peggioramento della qualit� delle procedure di
reviewing nelgi ultimi anni. Ma questo � anche parallelo alla crescita
esponenziale degli articoli prodotti.
Invece non ho ancora capito su cosa tu abbia basato le tue
dichiarazioni, a parte i casi estremi che hai riportato.


>Una scelta fatta direttamente e in tempi brevi dal (o dai)
>responsabile della rivista non sarebbe piu' che sufficiente?

Mi pare evidente che tu non abbia molto chiaro cosa sia la produzione
di articoli di ricerca, qualitativamente e quantitativamente.
Tu credi che un editore sia in grado di leggere,
di capire e di giudicare qualunque cosa gli arrivi, tenuto conto della
mole immensa di articoli di ricerca prodotta oggigiorno e dell'estrema
specializzazione di ciascuno di essi?
E' chiaro che un editore non pu� farlo vista l'estrema
specializzazione,
per questo esiste un editorial board con vari membri ognuno
specializzato in un sotto settore. Ma anche questo � troppo poco
per riuscire a insegure tutti i rigagnoli della ricerca, per questo,
alla
fine esistono i referees.

>In fondo e' il responsabile della rivista che sa quello che vuole
>pubblicare e quello che non vuole. Ci penseranno poi i lettori a
>segnalare eventuali errori. Il caso Wikipedia mi fa sospettare che
>questo sia alla lunga il controllo pi� efficiente!

Wikipedia pu� andare bene per le nozioni comuni e universalmente
diffuse. Ma non pu� andare bene in un processo dialettico di ricerca:
nella ricerca scientifica quello che dice il signor A deve essere
chiaramente distinto e distiguibile da quello che dice il signor B.
Il signor B non deve poter andare a "riscrivere" sopra il testo che
ha gi� scritto il signor A ( anche se pur segnando da qualche parte
le sue modifiche...).

Quello che spi� si avvicina a un Wikipedia per gli articoli di
ricerca,
� proprio il sistema degli archives elettronici che ho citatato.
Sono nati pi� di 10 anni fa, ricordo che quando sono nati molti
sostenevano
che avrebbero rimpiazzato le riviste ed il sistema dei referees...
invece ci sono ancora gli articoli e gli archives, entrambi molto
floridi.
Ci sono anche diverse riviste del tutto on-line... ovviamente con
referees


Ciao, Valter
Received on Sat May 13 2006 - 23:57:12 CEST

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